È sera e io sono ancora da Diana seduta in salotto ad aspettare che Eve esca da quella dannatissima camera.
È rinchiusa lì insieme a Sophia e Diana da quando abbiamo discusso e a quanto pare non vuole vedermi.Ma la capisco, nemmeno io vorrei più parlare con una persona che mi mente, anche se è difficile accettarlo.
<<Stai meglio?>> mi domanda Dylan passandomi un bicchiere d'acqua.
Oggi è stato molto carino con me e mi ha consolata per tutto il tempo senza mai lasciarmi da sola. Ne avevo proprio bisogno.
<<Si grazie>> accenno un sorriso e afferro il bicchiere.
<<Noi ordiniamo la pizza, tu vuoi?>> chiede prendendo il suo telefono.
<<No grazie, ma devo andare>> rispondo, <<Beh, dobbiamo in realtà>> aggiungo guardando con la coda dell'occhio la porta della camera di Sophia.
Fa per dire qualcosa, ma viene interrotto da sua sorella che esce proprio da quella porta.
Mi alzo subito e mi avvio verso di lei.<<Sta bene? Sta ancora piangendo? È ancora arrabbiata con me?>> la riempo di domande senza lasciarla parlare.
Quando ho l'ansia non riesco a trattenermi, specialmente se si tratta di Eve.
<<Si sta bene, no non sta più piangendo e si, è ancora arrabbiata con te>> risponde dispiaciuta.
<<È tutta colpa mia>> sbuffo risedendomi.
<<Avrei dovuto dirle che era dai nonni o qualche altro posto immaginario, dio quanto sono stupida>>.<<Non potevi saperlo>> mi consola sedendosi vicino a me.
<<La vita è imprevedibile>> mi accarezza la mano.<<Non che scoprisse il vero significato della parola "paradiso", mi chiedo cosa avevo in testa quando gli ho detto quella cazzata>>.
<<Dai non pensarci adesso, vai a casa e riposati. Domani cercheremo di risolvere la cosa insieme>>.
<<E Eve?>>.
<<Vuole dormire qua e per me va bene, per te?>>.
<<Ok, se vuole questo va bene>> accetto alzandomi.
Mi fa male tutto questo, ma so che è la cosa giusta. Sono sua madre e posso decidere per lei certo, ma la amo e non posso obbligarla a venire con me, non dopo che io ho sbagliato.
<<Ti accompagno io, aspetta che vado a prendere le chiavi>> si alza anche Dylan.
<<No tranquillo, vado con il pulman>>.
<<Non rompere, se dico una cosa la faccio>> ribatte e senza nemmeno lasciarmi il tempo di rispondere, va in camera sua per prendere le chiavi.
Molto generoso il ragazzo.<<Eccomi, ti aspetto sotto>>mi informa quando ritorna e io annuisco.
<<Garzie Diana, non avrei saputo affrontare la cosa se non ci fossi stata tu>> la ringrazio abbracciandola.
<<Non dire così, Eve è un tesoro e mi fa piacere prendermi cura di lei>> sorride.
<<Solo, prima di dormire dalle del latte caldo e falle una treccia>> mi raccomando.
Se non le faccio queste cose ogni sera, non si addormenta.
È proprio una viziata lo so.<<Va bene, ora vai e dormi bene. Sono sicura che domani farete pace>>.
<<Lo spero, ci vediamo domani>>la saluto con due baci in guancia.
<<A domani>> mi saluta e senza aggiungere altro esco dalla porta e mi avvio da Dylan.
*****
<<Siamo arrivati>> annuncia fermando la macchina davanti casa.
È stata la mezz'ora più strana, ma bella di tutta la mia vita.
Non abbiamo parlato per niente, eppure mi sono sentita bene e a ogni sua occhiatina e sorriso mille emozioni positive mi hanno pervasa.Sarà l'intensa dei suoi sguardi o la piccola cotta del liceo che si è risvegliata, ma comincio a pensare a lui spesso e di sicuro non in un contesto d'amicizia.
Senza dire niente, scendo dalla macchina e poco dopo vedo fare lo stesso anche a lui.
Ci mettiamo uno di fronte all'altro creando una situazione piuttosto imbarazzante.<<Grazie del passaggio>> lo ringrazio spezzando il silenzio.
<<Ultimamente mi stai ringraziando troppo, comincia a mancarmi l' Olivia stronza sai>> ghigna facendomi sorridere.
Già, non solo lo ringrazio spesso ma gli sorrido anche. Sto diventando un caso perso, come se non avessi mai visto un uomo in vita mia.
Ma Dylan è Dylan.<<Non abituarti, è solo perché oggi è una giornata un po' triste>> chiarisco.
<<Allora spero che lo siano tutti i giorni>> afferma passandosi la lingua sulle labbra.
Senza farlo apposta lo sguardo mi cade proprio lì, facendomi avere un'improvvisa voglia di baciarlo.
Ecco cosa intendevo con caso perso.
<<Spero di no, non mi piace litigare con mia figlia>> rispondo tornando triste.
<<Non intendevo quello>> mi guarda dispiaciuto.
<<Si lo so, tranquillo. Ora devo andare, notte>>.
<<Aspetta>> mi ferma afferrandomi il polso.
"Mossa sbagliata" penso mentre il mio corpo comincia a sentir caldo sotto il suo tocco.
<<Non me lo dai un bacino della buonanotte?>> sorride malizioso facendomi immobilizzare.
Non ci credo che me l'ha chiesto per davvero.
<<Ti sembro così disperata?>> ridacchio, ma dentro di me lo sono davvero.
<<Onestamente>> si avvicina mentre io indietreggio fino a far combaciare la mia schiena con la porta.
<<Si>>si ferma a due centimetri dal mio viso.
Non fermarti.
Invece lo fa rimanendo a fissare le mie labbra con desiderio, così decido di prendere l'iniziativa e posarle all'angolo delle sue.
<<Notte>> sussurro.
<<Notte>>, si stacca e dopo avermi guardata per l'ultima volta, si volta andandosene.
Io invece rimango qui, davanti alla porta, ancora impalata a guardarlo andarsene e domandandomi cosa sia appena successo.
*****
Angolo autrice:
Finalmente è successo qualcosa di 🔥 fra i due, certo è solo un bacio all'angolo della bocca, ma sempre qualcosa è.
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Prossimo aggiornamento domani<3.
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The proof of our love
ChickLitBella, indipendente e forte. Ecco i tre aggettivi perfetti per descrive Olivia White, una ormai donna, bellissima e coraggiosa, rimasta incinta a soli sedici anni. Quando ha scoperto di aspettare un bambino da un, quasi, sconosciuto, nonchè compagno...