CAPITOLO 27

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"Ci si vede Theo"





Mancava una settimana al ballo.
Il fatidico 21 Dicembre si avvicinava e la scuola iniziava a colorarsi a causa di tutti gli addobbi appesi qua e là per i corridoi.
Nonostante mancassero pochissimi giorni anche a Natale, la neve non si vedeva lontanamente e questa cosa mi mandava un po giù di morale.
Adoravo la neve, il ghiaccio che ricopriva l'erba di prima mattina, gli alberi imbiancati...
Il clima era freddo ma non così tanto da far nevicare. Sembrava più autunno che inverno.
Lydia continuava a tartassarmi di domande chiedendomi continuamente : Ti ha invitato?
E io, disperata rispondevo con: No Lydia, me l'hai chiesto anche un'ora fa.
Avevo rifiutato già due proposte, una da un ragazzo biondo, occhi scuri e occhiali che faceva parte della mia classe. Era uno a posto ma, tra le mie cose da fare nel giorno del 21 non c'era : ballare un lento in una palestra.

L'elenco era totalmente diverso:

1) Restare a casa tutto il giorno.
2) Prendere una coperta morbida.
3) Avviare Netflix sulla TV.
4) Ordinare una quantità di cibo industriale.

Poche voci ma buone.

Ci aveva provato persino James, avevo rifiutato anche il suo invito. Poverino neanche mi ero presentata alla sua festa.
Gli avevo raccontato che quella settimana dei parenti mi avevano fatto visita e non potevo presentarmi alla sua festa.
Secondo quello che diceva Lydia, si era fatto tutte quelle del quarto anno a parte me. Forse era per quel motivo che continuava a ronzarmi intorno.
Per completare la collezione di Barbie da scopare e buttare subito dopo nel cestino.

Rabbrividì a causa del vento che mi sfiorò la pelle ma anche per quello che avevo appena pensato.
Come si faceva a trattare le persone in quel modo?
Decisi di non pensarci e continuai a camminare verso il bosco, ormai spoglio.
Le foglie che dovrebbero essere state sui rami, erano a terra, secche, ad ogni passo scricchiolavano sotto le suole dei miei anfibi.
L'odore delle lepri che popolavano il bosco, entrava nelle mie narici.
Cercando di non pensare a quanti odori captavo in quel momento mi diressi verso il posto che tanto amavo.
Il mio posto speciale.
Una roccia situata sul precipizio più alto.
Non era quello che con Isaac saltammo quando balzammò scuola.
Questo era molto, ma molto più alto.
Da qui si vedeva tutta Beacon Hills e cavolo, era bellissima.
Mi sedetti sulla pietra godendomi la straordinaria vista che mi offriva.
Le strade erano illuminate dai lampioni, le finestre delle case emettevano una luce gialla; alcune macchine erano in movimento mentre altre erano parcheggiate.
Il cielo era pieno di stelle anche se qualche nuvola le copriva di tanto in tanto.
Non sembrava poi così tanto incasinata.

Lasciai che il vento mi accarezzasse il viso, chiusi gli occhi per quella fantastica sensazione.
Con la musica che mi rimbombava nelle orecchie ero comunque in grado di avvertire altri rumori come il verso di un gufo che proveniva da lontano, il rumore del vento e perfino i ramoscelli che venivano schiacciati dietro mi me.
Mi alzai di scatto, con gli occhi gialli e gli artigli, mi voltai e vidi una figura nera. Si avvicinava a me, anch'essa aveva gli occhi gialli, quando uscì dall'ombra la luna gli illuminò il viso e notai subito quei due occhi verdi.

" Tranquilla sono io" disse, mi voltai e mi sedetti di nuovo dov'ero prima.
Si mise mezzo metro più lontano da me.

" Come mai sei qui alle undici di sera?" chiese senza staccare gli occhi dal panorama davanti a se.

" Potrei farti la stessa domanda" risposi e con la coda dell'occhio lo vidi sorridere.
Dio quel sorriso. Era così bello quando sorrideva.

" Vengo qui ogni tanto" iniziò a dire.

" Quando perdo il controllo o semplicemente per pensare" continuò.

" Mi rilassa " finì guardando la città davanti a noi.

Green Eyes // Theo RaekenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora