CAPITOLO 51

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"Seriamente ti sei messo con lo scarto di Dunbur?"







Dopo una settimana assurda tra streghe e vampiri finalmente eravamo tornati nella nostra amata Bacon Hills. Era stato difficile salutare per la seconda volta New Orleans e tutte le persone a cui volevo bene ma non era stato un addio, era stato un arrivederci. Quell'estate l'averei passata a casa Mikaelson, Klaus aveva insistito sul fatto che voleva avermi a casa sua come un tempo e non mi rimase che accettare.
Gli ultimi 3 giorni li avevano passati con le streghe ovvero Davina e Freya, a volte a noi si univa anche Hope. Era una ragazza simpatica ma tendeva a fidarsi poco delle persone e di conseguenza rimaneva in disparte a studiare il comportamento di ognuno di loro. Mi ricordava molto Klaus a dirla tutta, sempre concentrato sul capire chi avesse al suo fianco e se fosse stato un bene averlo con sé o meno.
Il branco si era divertito molto e mi confessavano che gli era piaciuta molto questa mini vacanza, di questo ne ero felicissima.
D'altro conto vennero a conoscenza di un pezzo del mio passato il che non mi preoccupava molto visto che di New Orleans custodivo solo ricordi belli. La mia paura fu quando Rebekah mi chiese se sapevano quello  che era accaduto a New York, ovvero uno dei motivi principali per cui mi trasferii a Bacon Hills.

Il mio passato non lo conosceva nessuno, quello che sapeva di più di tutti era Scott.
A lui dovetti raccontare tutto per essere ammessa nel branco e non so minimamente con quale coraggio mi fece entrare nel gruppo dopo le cose orribili che gli avevo confessato.
Avevo sempre considerato Scott come una guida, un esempio da cui prendere ispirazione.
Era gentile sempre e comunque, era altruista, metteva sempre la propria vita davanti a quella degli altri, teneva ai suoi amici e ai suoi famigliari in un modo incredibile e riusciva sempre a perdonare tutti anche se avevano commesso atti orribili, come i miei.
Era assurdo come quel ragazzo fosse cosi perfetto nella sua semplicità.

Scacciai tutti i pensieri che mi riempivano la mente e presi lo zaino da sopra la sedia della scrivania per poi scendere al piano di sotto.
Isaac era già partito per scuola, aveva detto che prima voleva fare una corsa visto che a breve ci doveva essere la partita di Lacrosse.
Uscii di casa e afferrai il telefono, infilai gli auricolari e avviai la playlist per poi dirigermi verso scuola.
Quel giorno non faceva particolarmente caldo infatti avevo indossato un paio di jeans neri strappati e una felpa lunga e bianca che mi aveva regalato Theo per Natale.
Tutti mi fecero dei regali stupendi ma questo fu il più bello. Aveva preso dal suo armadio questa felpa e ci aveva spruzzato sopra il suo profumo per poi regalarmela. Dopo che aveva scoperto che mi piaceva il suo profumo aveva deciso di farmi questo regalo e sinceramente lo adoravo.
Mi stava enorme visto che mi arrivava quasi al ginocchio ma teneva caldo.

Con sta felpa sembri più tappa di quello che sei già.

Vabbè, può capitare.

Arrivata davanti a scuola raggiunsi i parcheggi passando dal giardino e mi fermai davanti a Stiles che era appoggiando alla sua iconica Jeep.

"Buongiorno Baby" disse con un sorrisone mentre alzava lo sguardo dal libro che aveva in mano.

"Giorno Stiles, cosa ripassi? " chiesi mettendomi di fianco a lui.

"C'è il test di economia. Se va male azzererò le possibilità, che sono ridotte minimo, di giocare alla partita di venerdi" sbuffò e sorrisi.

"Non dire così,  sei un ottimo giocatore" risposi dandogli una gomitata e fece una smorfia.

"Non ci credi nemmeno tu" rispose.

"Dai sono seria, è l'ultimo anno ma rispetto a quelli precedenti sei migliorato"

"Sì beh... Riesco a rimanere in piedi per almeno un minuto e con la palla nella stecca prima che mi si fiondino tutti addosso " disse fissando un punto indefinito davanti a lui, quando si voltò verso di me entrambi non riuscimmo a trattenerci e scoppiammo a ridere pensando allo Stiles di due anni fa che passava il maggior parte del tempo a terra sul campo di Lacrosse o in panchina con il coach che lo sgridava.

Green Eyes // Theo RaekenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora