CAPITOLO 58

147 8 2
                                    

Cazzo!

Theo Pov

"Perfetto signor Raeken, le farò sapere il risultato del test il prima possibile. Buona continuazione delle lezioni" sorrisi gentilmente alla professoressa che si congedò e uscì dalla biblioteca.

Avevo appena finito la verifica e non vedevo l'ora di tornare dagli altri e da lei. Non l'avevo vista per un'ora ma sembrava essere passato un giorno intero.
Era strano sentirmi in quel modo, nessuna ragazza mi era entrata in testa così tanto da aspettare con ansia il suono della campanella solo per incontrare quei due occhi castani e quel sorriso dolce per tornare a respirare.

Quando a San Valentino mi aveva detto che mi amava avevo avuto paura che il cuore mi fosse scoppiato da quanto forte batteva, non potevo crederci che una come lei potesse amare uno come me, perché diciamocelo, chi diavolo se lo aspettava.
Per anni avevo vissuto nell'egoismo con in testa l'idea di avere per me il più potere possibile incutendo timore a chiunque mi stava vicino infischiandomi di come gli altri si sentivano.
Ma neanche il potere della Bestia poteva farmi sentire bene come quando lei mi rivolgeva uno di quei fantastici sorrisi, di quando alzava gli occhi al cielo dopo che gli dicevo cose poco innocenti che mi sarebbe piaciuto farle e di quando i suoi occhi si incastravano con i miei facendomi dimenticare chi e cosa avevamo intorno come se tutto si fermasse di colpo e esistessimo solo noi due.

Mi alzai dalla sedia e afferrai l'astuccio per poi metterlo dentro lo zaino, misi a posto la sedia facendo attenzione a non creare troppo rumore altrimenti chi la sentiva la bibliotecaria. Una donna sulla sessantina, piccoletta, dai capelli ricci e grigi e con quegli occhiali che la facevano sembrare una talpa, la signora Smith era la bibliotecaria, per chiederle il titolo di un libro dovevi ripeterlo quattro volte perché evidentemente non ci sentiva bene, tutte le volte che venivo qui con Baby dovevo trattenermi dal ridere quando lei le chiedeva qualcosa e la signora scuoteva la testa riprendo "Signorina alzi un po la voce" oppure "Non l'ho sentita" e Baby finiva per tirarmi uno schiaffo senza farsi vedere e dirmi di smettere di prenderla in giro.
Ma non ci riuscivo.
Adoravo farlo solo per vedere il broncio che metteva in viso come una bimba di 10 anni, si metteva a braccia conserte e batteva ripetutamente il piede destro guardandomi male ma appena mi avvicinavo a lei e la baciavo il suo viso veniva illuminato da un sorriso smagliante che mi faceva venire le farfalle nello stomaco.

"Come mai così sorridente?" la voce di Tracy mi fece alzare lo sguardo, neanche mi ero accorto di sorridere.
Cazzo ero proprio perso se anche solo immaginarla mi faceva sorridere come un ebete.
Idiota la ami!
Già, non sai quanto.
Alzai gli occhi al cielo e tornai con la mia solita espressione impassibile.

"Che vuoi?" chiesi guardandola male, lei alzò le braccia come per dire "Vengo in pace" ma il ghigno che aveva in faccia dimostrava tutt'altro, e poi non credo che una come lei frequenti una biblioteca, troppa cultura per un cervello così minuscolo.

"Nulla, volevo solo sapere come va. Non ci verdiamo da un po" chiese muovendo l'indice sul tavolo alla mia destra, misi in spalla lo zaino.

"Tutto alla grande e ora se non ti dispiace vorrei andarmene " feci per superarla ma mi toccò il braccio per farmi voltare, aggrottai le sopracciglia e la fulminai con lo sguardo cosa che le fece togliere subito la mano da sopra di me.

"Dai Theo, non parliamo da mesi. Che ti prende?" chiese guardandomi e sbuffai "Forse non mi interessa parlare con te" chiesi sarcastico e lei sorrise scuotendo la testa.

"Con me no ma con lei si?" chiese e pronunciando "lei" usò un tono dispregiativo.

"Stiamo insieme, mi sembra ovvio" lei fece un passo avanti avvicinandosi a me, anche troppo, e mi posò una mano sulla spalla accarezzandola. Mi stivava venendo da vomitare.

"So che mi vuoi ancora, non ti costa nulla venire da me, sai che non ti rifiuto mai" usò un tono malizioso che mi fece venire la pelle d'oca per il disgusto.
Anche solo immaginare le sue mani che mi toccavano mi faceva venire il volta stomaco, non sopportavo più l'idea che qualcun altra che non fosse lei, mi toccasse.

"Tracy devi metterti in testa che non ti ho mai voluta, abbiamo scopato un po di volte ma adesso basta" dissi con un tono duro e sperando ce il minuscolo cervello che aveva lo capisse.
Era la centesima volta che glielo dicevo e non ne potevo più di lei.
Poco mi importava, comportarmi da stronzo oramai mi veniva naturale con le altre persone, sopratutto con quelle che le avevano fatto del male.

"Non ti credo. Ricordo come ti piaceva quando ti toccavo o ti baciavo " si avvicinò ancora e feci un passo indietro, "Tracy smettila, non ho tempo da perdere. Ci si vede" detto ciò stavo per superarla ma sentii le sue labbra premute con le mie e le sue mani mi spingevano contro di lei.

Senza pensarci due volte cercai di allontanarla prendendola per i fianchi ma non si mosse, la spinsi più lontano da me e finalmente si staccò.
La guardai disgustato, stavo per sbraitargli contro ma un forte odore di vaniglia mi fece voltare.
Era lì, immobile a guardami. Gli occhi erano lucidi e mi fissava con la bocca aperta.
Oh merda
Cazzo, cazzo, cazzo!

"Baby" sussurrai guardandola, lei guardò Tracy e poi me. Vidi una lacrima rigargli il viso e il suono del suo zaino cadere a terra neanche mi fece sobbalzare visto che ero concentrato sul suo viso.

"Baby non è come sembra" parlai di nuovo senza rendermi conto di quanto banale fosse quella frase. Lei non disse nulla ma con uno scatto uscì dalla biblioteca correndo fuori mentre la chiamavo.

Strinsi i pugni sentendo la Kanima ridere di gusto, mi voltai verso di lei con il fuoco negli occhi e la afferrai dal collo sbattendola malamente allo scaffale, caddero alcuni libri ma neanche mi preoccupai degli sguardi degli altri studenti su di me. Tracy mi guardava spaventata mentre stringevo sempre di più la stretta sul suo collo, era come essere tornati a qualche anno fa, le stesse emozioni si mescolavano dentro di me : rabbia accecante, senso di vendetta e la voglia di vedere quall'ultima piccola e insulsa scintilla varcare i suoi occhi mentre gli squarciavo la gola ponendo fine alla sua inutile vita, oltre che alla freddezza che riavvolgeva di nuovo il mio cuore.
I suoi piedi ormai non toccavano più terra e il viso della ragazza era rosso, lacrimava e emetteva dei versi strozzati mentre le sue mani stringevano il mio avambraccio con l'intento di liberarsi.
Feci appello a tutto il mio autocontrollo per diminuire la stretta.

"Prova anche solo ad avvicinarti a noi e giuro su Dio che ti uccido con le mie stesse mani" sentivo gli occhi illuminarsi di giallo, la lasciai facendola cadere a terra mentre con la mano si massaggiava la gola e tossiva, sotto lo sguardo spaventato di tutti i presenti afferrai lo zaino della mia ragazza e corsi fuori. Cercai di fiutare il suo odore tra quello degli altri nel corridoio ma non lo trovai segno che probabilmente lo aveva nascosto. Raggiunsi la mensa sperando che fosse corsa da Liam ma quando non la vidi lì uscii dalla scuola.
Entrai in macchina e lanciai gli zaini sui sedili posteriori, avevo il respiro pensante e una gran voglia di spaccare qualunque cosa mi capitasse fra le mani.

"Cazzo!" sbraitai battendo le mani contro il volante, mi ci appoggiai con la testa cercando di calmarmi e subito dopo misi in moto per poi uscire velocissimo dai parcheggi della scuola e cercarla.

▃▃▃ ღ▃▃▃ღ▃▃▃ღ▃▃▃ ღ▃▃▃ღ▃▃▃ღ▃▃▃

Green Eyes // Theo RaekenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora