CAPITOLO 39

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La vigilia del Natale.



Era il 24 Dicembre. Mi alzai e mi stiracchiai.
Aprii il balcone e fui sorpresa dal venticello fresco che mi scompigliò i capelli. Inutile dire e sperai con tutta me stessa che quel fresco si prolungasse almeno fino al giorno dopo. Se non nevicava avrei voluto che non facesse un caldo estenuante come gli altri giorni ma che ci fosse un clima invernale almeno il giorno di Natale.
Rientrai in camera e mi sedetti sul letto. Il giorno prima avevo comprato con le ragazze tutti i regali per i miei amici mi restava solo da impacchettarli e poi il gioco era fatto.
Feci la mia solita routine in bagno e scesi al piano di sotto. Misi in una tazza dei cereali e poi ci versai il latte recandomi in sala. I miei occhi caddero sul quadro che rappresentava il giardino di casa Mikaelson e la mancanza dell'odore di vernice fresca si fece sentire.
Adoravo dipingere e l'ultima volta che lo feci fu circa un anno fa. La scuola fece un progetto a cui partecipai. Dovevamo realizzare un quadro, potevamo dipingere ciò che volevamo, l'artista del quadro più bello vinceva una borsa di studio per un college prestigioso sulle arti. Sfortunatamente arrivai seconda e vinsi una semplice somma di denaro. Non che mi lamentassi ma avrei preferito molto di più la borsa di studio.

Lasciai la tazza sul comodino in sala e corsi in cantina.
Appena aprì la porta un leggero odore di umidità mi travolse. Nel seminterrato c'era un tubo che perdeva e ancora non ero riuscita a farlo riparare sia per i troppi impegni sia per il fatto che mi dimenticavo sempre di chiamare un idraulico. Non ero abituata a chiamare altre persone, quando si rompeva qualcosa come una tubatura o serviva qualche riparazione per la casa, ci pensava sempre mio padre ad aggiustarla. Era un tutto fare. Lo mettevi in giardino e sapeva ogni cosa sulle piante, lo portavi vicino al lavabo e riusciva a trovare il problema per cui perdeva acqua da tutte le parti.
Ogni tanto, quando io ero chiusa in camera mia a studiare sentivo mia madre chiamare nome di mio padre disperata, a quel punto voleva dire che aveva rotto qualche cosa in cucina oppure si stava allagando il bagno per la centesima volta visto che gli idraulici che avevano chiamato per aggiustarci il lavandino erano dei completi incapaci. Così lui andava in garage e prendeva la sua solita cassetta degli attrezzi e si metteva a ripararli mentre la sua radiolina riproduceva una delle sue solite cassette.

Scesi le scale e spostai alcuni scatoloni sulla parete verso destra per afferrare il cavalletto e una tela. Successivamente presi i due scatoloni in cui avevo chiuso tutto l'occorrente per dipingere e salì di nuovo in sala.
Afferrai il cellulare e portai tutto quanto dietro casa.
Una volta sistemata la tela sul cavalletto e preso in mano uno dei pennelli lasciai che la mano si muovesse da sola lasciandole tracciare linee di diverso colore, dimensione e nitidezza. Immersi il pennello nel colore marrone e iniziai a disegnare i rami degli alberi che costituivano il bosco dietro casa mia. Con un verde scuro iniziai a disegnare le foglie che si muovevano leggere a causa del vento. Tinsi il pennello di un altra tonalità di verde, più chiara rispetto alla precedente e iniziai a fare l'erba su cui si adagiavano gli alberi.
Mi persi completamente nei colori senza accorgermi del ragazzo alle mie spalle che si avvicinò a me.

"La tua bravura mi stupisce ancora "

Stavo lavando il pennello quando sentii quelle parole,lo lasciai ricadere nel barattolo in vetro in cui avevo messo dell'acqua e mi voltai.

"Ma che cavolo... Tu dovresti essere New Orleans! " dissi prima di abbracciare l'Ibrido che sorrise appena gli buttai le braccia al collo.

"Che ci fai di nuovo qui?" chiesi felice di rivederlo.
Anche se l'avevo visto una settimana fa non riuscivo mai a nascondete la gioia che provavo nel vederlo accanto a me. Era incredibile il legame che avevamo creato e non mi stancavo mai della sua presenza.

"Rebekah avrebbe ucciso sia me che Elijah non avessimo partecipato alla cena di Natale che sta organizzando con tanta cura " rispose Klaus facendomi ridere.

Green Eyes // Theo RaekenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora