CAPITOLO 30

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Il regalo di Nik



Aprii gli occhi a causa del sole che mi illuminava il viso.
Avevo sbattuto le palpebre almeno cinque volte per riuscire a mettere a fuoco quello che avevo davanti, ovvero il nulla.
La parte in cui ieri sera c'era Theo, era vuota e sulle coperte c'erano delle piccole pieghe.
Il suo profumo aveva riempito la mia stanza e la cosa non mi dispisceva, amavo quel profumo speziato che riusciva a mandarmi in tilt all'istante.

Guardai l'orologio, erano le 10 e 30 ciò voleva dire che avevo saltato le prime due ore: Fisica e biologia.
Sbuffai e mi alzai dal letto, uscii dalla camera e vidi la porta della stanza di Isaac aperta, il letto era intatto.
Aveva passato la notte dalla sua nuova e misteriosa conquista. Anche perché non rifaceva mai il letto alla mattina.
Scesi al piano di sotto per fare colazione ma per poco non mi venne un maledettissimo infarto quando vidi Kol in cucina.

" Che cosa ci fai qui?" chiesi strofiandomi gli occhi mentre mi sedevo al tavolo. Era di spalle e stava riempiendo due tazze con del caffè.

" Sono passato per avvertirti che domani pomeriggio Elijah e  Niklaus partiranno" disse sorridendo e mi passò una delle due tazze, la portai alle labbra e bevvi un sorso  di caffè sperando di risvegliarmi.
In quei giorni, non avevo la minima voglia di alzarmi dal letto.

" I miei Originali preferiti se ne vanno?" risposi e mi guardò confuso.

" Non ero io il tuo preferito?" chiese e sorrisi.

" Non lo sei mai stato" risposi con ironia e mimò un " Ahia" sorridendomi.

In verità non sarei mai riuscita a decidere tra loro quattro, erano troppo importanti per me.

" Ti ringrazio per avermelo detto" dissi e alzò le spalle.

" Rimarrai qui?"

" Probabilmente si, farò compagnia a Beks" rispose lui sorridendo, finì il caffè e posai la tazza sul tavolo.

" Perché la casa sa di Theo" chiese annusando l'aria. Sembrava una cane.

" Lascia stare" sbuffai e fece un sorriso malizioso.

" Serata movimentata, piccola lupa?" chiese e scossi la testa.

Magari...

" Oddio, no" risposi e la sua espressione mutò diventando divertita.

" Non è successo nulla di tutto quello a cui stai pensando" risposi e annuì.

" D'accordo perciò ha solo dormito qui, questa mattina ti sei svegliata e non l'hai trovato" disse e alzai lo sguardo su di lui.

" L'hai fatto di nuovo" dissi seria e nascose un sorriso mentre beveva dalla tazza.

" Resta fuori dalla mia mente, non vale, le mie difese sono minori alla mattina" sbuffai e sorrise.
Stupidi poteri da vampiro.

" D'accordo" rispose e posò la tazza sul bancone della cucina.

Il telefono vibrò, era al piano di sopra. Mi alzai, lo presi e tornai al piano di sotto vedendo una notifica da parte di Lydia:

Lydia: Non ti abbiamo vista a scuola, tutto ok?

--- Certo non preoccupatevi, ci vediamo più tardi.

Alzai lo sguardo sul vampiro ma non lo vidi in cucina, mi guardai intorno e lo vidi davanti a un quadro in sala.

" Ricordo quando l'hai fatto" disse sorridendo mentre osservava il quadro davanti a noi.
Rappresentava la vista sul giardino che c'era nella mia stanza, a casa Mikaelson. Fu uno dei primi quadri che realizzai.

" Già, mi aveva aiutato mia madre" risposi sorridendo mentre pensavo a tutte le volte che lei mi dipingeva le braccia e il naso dicendo di farlo per sbaglio.

Feci un sospiro e mi allontanai.

" Ora vado ma passa da noi più tardi, Niklaus vuole vederti" disse voltandosi verso di me.

" Certo, tanto sarei passata comunque, voglio vederli prima che se ne vadano" risposi e lui annuì.



"Ciao Baby" disse Rebekah appena mi aprì la porta, le sorrisi e mi abbracciò.

" Come stai?" chiesi mentre mi faceva entrare in casa.

" Bene, tu?" rispose e annuii.

" Bene, Kol mi ha detto che Klaus vuole vedermi"  dissi e annuì.

" Seguimi" rispose e iniziò a camminare nel corridoio.

Si fermò davanti a una porta in vetro e quando la aprì notai un sacco di tele bianche a terra, un tavolo con sopra dei disegni e dei colori. Al centro della stanza c'era la figura di Niklaus intento a dipingere su una tela. Appena sentì la mia presenza si voltò e mi sorrise, venne verso di me e mi portò davanti alla sua opera.

" Ti piace?" chiese guardando il quadro con un sorriso stampato in faccia.

" È stupendo" risposi rimanendo a bocca aperta.

Il quadro ritraeva Beacon Hills, dal punto in cui io spesso andavo per riflettere.

" Ho fatto un giro nei boschi e mi sono imbattuto in questo stupendo panorama" disse sorridendomi.

" È molto bello" risposi guardandolo.

" Tu dipingi ancora?" chiese e annuii.

" Lo faccio per calmarmi, come al solito" risposi e sorrise.

Lui mi capiva, sapeva cosa voleva dire sfogarsi su una tela cercando di mantenere il controllo su se stessi. Lo faceva anche lui, non era solo una passione ma anche un metodo per mantenere la calma e non esplodere.

" Ricordi quel quadro, il ritratto di New Orleans?" chiese e sorrisi ricordando a quando lo dipingevamo.

Ci mettemmo un bel po di tempo ma alla fine venne fuori un quadro stupendo.
Nella casa di New Orleans, aveva una stanza dedicata interamente alla pittura. Tele ovunque, dipinte ma anche bianche, pennelli e colori.
Adoravo passare del tempo con lui in quella stanza, dipingevamo e parlavamo di qualunque cosa, ci sfogavamo e mi mancava farlo.

" Certo, ci abbiamo messo un sacco a finirlo" risposi sorridendo.

" Però è uscito un capolavoro" disse e annuii.

" Kol mi ha detto che domani partite"

" Si, beh non potrò lasciare Marcell a governare il quartiere a lungo" rispose sorridendo.

" Vorrei vederlo"

" Vieni con noi" rispose e scossi la testa.

" Non posso, lo sai. Magari farò un salto da voi quest'estate" dissi sorridendo.

" Va bene, ti aspetterò" rispose con un sorriso.

Posò il pennello che teneva in mano e mi disse di seguirlo in sala.

" Vuoi?" chiese mentre si versava del Bourbon in un bicchiere di vetro.

" No grazie" risposi e ne bevve un sorso.

" Rebekah mi ha detto che tra poco ci sarà il ballo"

" Già" risposi e per un momento mi venne in mente lui.

" Mi sono fatto mandare una cosa da New Orleans" disse e prese una scatola da sopra la scrivania.

Era nera circondata da un nastro rosso che formava un fiocco al centro.
Slegai il nastro, aprii la scatola e sorrisi all'istante.
Tirai fuori il vestito, era rosso e senza maniche, il busto era in pizzo con dei brillantini sparsi qua e là. La gonna ricadeva fino a terra e toccando il tessuto era morbidissima.

" È stupendo" dissi sorridendo.

" Mi ha detto che non hai intenzione di andarci ma nel caso in cui cambiassi idea..." rispose e indicò il vestito che appoggiai sul divano per abbracciarlo.

" Mi mancherai Niklaus"

" Anche tu piccola lupa" rispose e sorrisi.

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Green Eyes // Theo RaekenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora