CAPITOLO 37

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"Non volevo far preoccupare nessuno"




Aprii gli occhi e mi guardai intorno confusa. L'aria mi accarezzava la pelle mentre faceva dondolare i rami degli alberi sopra la mia testa.

Quando mi ero addormentata nel bosco?

La luce della luna si infiltrava tra le foglie degli alberi e illuminava a mala pena il sentiero davanti a me.
In lontananza si sentivano delle sirene e delle voci. Non riuscivo a capire dove fossi e chi fossero le persone che parlavano.
Due luci. Una rossa e una azzurra si vedevano alla fine della stradina su cui ero. Mi guardai un altra volta intorno prima di avvicinarmi ad esse.
Camminavo spostando con le mani i rami che mi si paravano davanti.
Mancava un metro alla fine del sentiero e quando finalmente lo raggiunsi mi voltai indietro scoprendo di essere appena uscita dal bosco.

Le sirene erano molto più vicine cosi come le voci.
Mi voltai di nuovo.
Ero davanti ad una strada. Ai lati di essa si estendeva un bosco, al centro c'era una macchina completamente distrutta. Era girata sottosopra, i finestrini erano distrutti e le portiere ammaccate.
Era ridotta come una lattina schiacciata.
Davanti alla macchina, lontane 4 o 5 metri c'erano due volanti della polizia e dietro un'ambulanza.

Ero confusa, perché mi trovavo in piena notte in un bosco?

Decisi di avvicinarmi a quella scena. L'asfalto scricchiolava sotto la suola delle mie scarpe.
Vidi un poliziotto davanti a me che guardava i paramedici. Mi fermai accanto a lui e guardai nella stessa direzione.
Su due barelle c'erano un uomo e una donna.
L'odore metallico del sangue era fortissimo e proveniva dall'enorme lago sotto l'auto.
L'uomo era pieno di schegge di vetro nel volto e i lividi erano sparsi su tutte le braccia oltre al sangue che colava senza smettere di fermarsi.
I capelli biondi erano ormai rossi.
La donna era nella barella accanto a lui.
Stesse condizioni. Braccia piene di lividi, volto irriconoscibile a causa del troppo sangue. Aveva i capelli castani.
Notai che entrambi avevano gli occhi chiusi, mi concentrai su di loro e non sentii né il battito cardiaco né il respiro.
Erano deceduti.

Spostai gli occhi sui due paramedici e il poliziotto che stavano avendo una conversazione.

"Quando hanno chiamato i soccorsi?" chiese il poliziotto.

"Erano le 2 e 13. Siamo arrivati qui nel giro di 20 minuti" rispose il paramedico. Quello dai capelli mori.

"Abbiamo cercato di rianimarli ma poi abbiamo notato lo sparo al petto. Non c'era più nulla da fare" spiegò l'altro paramedico dai capelli biondi.

"Avevano una sostanza intorno al buco d'entrata del proiettile, di colore giallo" proseguì il biondo.

"L'ennesimo omicidio che coinvolge due lupi mannari" sussurrò il poliziotto.

Licantropi? Avevano ucciso due licantropi?

"Cosa facciamo?" chiese il moro.

"Incidente d'auto, metterò questo nel rapporto" sussurò di nuovo il poliziotto e i due paramedici annuirono.

"Mi servono i nomi delle due vittime" disse il poliziotto.

"Abbiamo trovato i documenti. La donna si chiamava Clara Sincler e l'altro è il marito, Alfred"

Il fiato mi si mozzò nella gola. Sentì il mondo caldermi addosso e la testa girare. Persi l'equilibrio e l'agente accanto a me mi prese al volo facendomi sedere a terra.

Green Eyes // Theo RaekenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora