Capitolo 5

1.9K 62 9
                                    

Camila's p.o.v

I lunedì, un vero e proprio inferno terrestre . Non solo perché si ricomincia a lavorare dopo due giorni di riposo, ma il temperamento delle persone che incontri ti fa sperare che finisca tutto il più velocemente possibile. Il lunedì è quel giorno nero, dove chiunque respira è nervoso, stressato e infastidito da tutti.

Quel lunedì però aveva qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo.

Passai il week end con Connor, forse si era sbloccato qualcosa dopo quella litigata. Sabato mi parlò dei suoi piani per l'estate, voleva visitare le montagne svizzere per poi scendere in Italia. Sembrava come se si fosse trasformato in un'altra persona, era felice perché aveva vinto una causa molto importante che portava avanti da tempo. La sera andammo a mangiare fuori e arrivati a casa mi portò direttamente in camera da letto.

La domenica mi svegliai in un letto vuoto e a esser sincera anche io mi sentivo vuota, della sera prima ricordavo poco, forse a causa del vino. Mi ricordavo della notte che passai con Connor, ma anche lì immagini sbiadite

Poi arrivò il lunedì e stranamente mi sentivo carica per continuare i casi che avevo accumulato, durante la settimana precedente.

Salii sulla mia audi nera e mi accorsi della coda di macchine interminabile che avevo davanti, respirai profondamente e accesi la radio per distrarmi. A metà strada mi arrivò un messaggio da Dinah, decisi di leggerlo al primo semaforo rosso. Quando mi fermai, lessi quello che aveva scritto la mia migliore amica e sorrisi immediatamente, mi chiese se avessi voglia di cenare fuori con lei appena uscite dal lavoro e ovviamente accettai. Forse avrei dovuto prima chiederlo a Connor ma non volevo dargli troppo peso così decisi di dirglielo al lavoro.

Scattato il verde ripresi a guidare concentrandomi sulla strada finché non raggiunsi il palazzo.

Faceva abbastanza caldo a New York, decisi di vestirmi leggera con una gonna nera e una maglietta bianca. Di solito usavo quasi sempre completi o vestiti, ma con quell'afa era impossibile resistere con quegli abiti addosso.

Parcheggiai la macchina nel mio spazio riservato e scesi prendendo dal sedile anteriore la mia valigetta nera, che conteneva tutti i fascicoli che revisionavo a casa.

Entrai dalle due grandi porte di vetro che davano l'accesso alla hall del palazzo. Non aveva molti piani forse trenta complessivi. Salutai i dipendenti della reception e mi diressi verso gli ascensori, erano quattro totali per via del gran numero d'impiegati presenti nel palazzo.

L'interno degli ascensori era lussuoso con un grande specchio e rifiniture in marmo bianco che facevano risultare il tutto più professionale. Schiacciai il numero che portava al mio piano e mi rilassai contro la parete, aspettando che mi portasse su.

Appena arrivai l'ascensore si svuotò, davanti a me passarono tutti i dipendenti, uscirono ed entrarono in fretta per raggiungere il loro piano.

Uscii e salutai Khaterine; la segretaria del nostro piano, mi presi del tempo per chiederle se avesse ricevuto delle chiamate per me, quando mi rispose negativamente mi diressi finalmente verso il mio ufficio.

Presi la chiave dalla borsa e aprii la porta annusando immediatamente il buon profumo di lavanda che mi accoglieva ogni giorno.

Tolsi gli occhiali da sole e posai tutto sulla scrivania, mi sedetti sulla mia sedia e accesi immediatamente il computer.

Questa era la mia routine, solitamente riuscivo anche prendere un caffè d'asporto ma per via del traffico non feci in tempo così mi accontentai di quello amaro della macchinetta che c'era all'ingresso del nostro piano.

Betrayal (camren ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora