Capitolo 27

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Camila's p.o.v
"Possiamo tranquillamente tornare stasera" Proposi ad una concentrata Lauren, intenta a guidare per raggiungere L'avana, la mattina ci svegliammo velocemente, e dopo un po' di capricci riuscii a farla alzare, insieme decidemmo anche di pranzare a casa, per non doverci fermare lungo la strada.
"Come vuoi tu Camz, prendiamocela con calma" Mi rispose senza guardarmi, tenendo lo sguardo fisso sull'asfalto, per questo non mi vide nemmeno annuire.

Rimasi tranquilla per tutto il viaggio, guardavo il panorama che scorreva fuori dalla macchina e pensavo, pensavo al ritorno a New York anche se mi ero ripromessa migliaia di volte di non farlo, pensavo a questo cambio nella mia vita, o come lo si voleva chiamare, insomma pensavo alla mia situazione con Lauren che per quanto favolosa, aveva una parte dannatamente sbagliata che con questo viaggio a Cuba stavamo nascondendo.
Nascondendo, era questa la parola per descrivere quello che c'era tra noi, la vacanza insieme nascondeva la verità, mascherandola come un viaggio tra semplici fidanzate e non descrivendola come una vacanza tra amanti, fortunatamente la macchina si fermò, facendo fermare anche quel flusso di pensieri che mi stava lentamente consumando.

L'avana, il grande centro di Cuba dove tutto era vivo e pronto per regalarti qualcosa di indimenticabile, ci stava aspettando in tutto il suo splendore, parcheggiata la macchina ci ritrovammo subito in una delle vie principali, alla nostra sinistra El Capitolio, un edificio simile al Campidoglio di Washington.

"Passeggiamo fino al museo delle belle arti" Tesi la mano alla corvina che non esitò nemmeno un secondo a stringermela, il museo delle belle arti era una delle tappe che avevamo programmato per quella giornata, Lauren mi rivelò di amare l'arte e mi disse anche di esser brava a disegnare, mi chiedevo quante altre qualità nascoste avesse.
"Un giorno mi fai un ritratto?" Dissi scherzando e provocando in Lauren una risata ironica.
"Ad una condizione" Rispose, abbozzando una smorfia.
"Spara"  La vidi avvicinarsi al mio orecchio e arrestammo il passo.
"Lo farai senza vestiti"
"Ohh- Lauren Jauregui sei una pervertita!" La schiaffeggiai fingendomi scandalizzata dalle sue parole, in verità ci avevo già pensato non appena le proposi di dipingermi ma non glie lo avrei sicuramente rivelato.
"Che c'è, catturerò la tua vera...essenza" Si prolungò sull'ultima parola.
"Stai attenta o la mia essenza non la vedi fino a quando non ritorneremo a New York" La feci ridere di nuovo, ormai stavamo acquistando sempre più confidenza tra noi, conoscevo il suo modo di fare ed essere ed ero sicura che lei conoscesse il mio.

Tra una risata e un'altra arrivammo davanti al museo, situato nella parte vecchia della città.
Entrammo pagando il biglietto e da subito ci ritrovammo immerse in varie opere di artisti per lo più latini e cubani, Lauren guardava tutto con attenzione, spiegandomi anche il suo punto di vista, cosa che apprezzai davvero molto.
Camminavamo mano nella mano, come se fosse un appuntamento romantico, di tanto in tanto ci bloccavamo per molto davanti a dipinti appesi alle pareti bianche, rimanevamo in silenzio per un po', studiando nelle nostre teste quelle opere e poi, quando ci ritenevamo soddisfatte delle nostre conclusioni, le esponevamo l'una all'altra, confrontandoci su quello che l'arte ci trasmetteva.

"Sta decisamente cercando di scappare da lui" Mi spiegò Lauren, indicando una donna che correva via in un prato, dove in secondo piano un uomo la osservava.
"Ma l'uomo è fermo non cerca nemmeno di farle del male" Controbattei assottigliando gli occhi e cercando di capire meglio.
"Forse le ha già fatto del male ma sa comunque che la donna non potrà mai lasciarlo, ci prova ma finisce sempre per ripetere questa corsa" La guardai stupita, annuendole lentamente e guardando i suoi occhi, ancora concentrati sulle pennellate del quadro, Lauren era indubbiamente una donna profonda, non era mai scontata o superficiale, cercava sempre di vedere quel qualcosa in più che la maggior parte delle persone evita, era quello che mi piaceva di lei.
Poi, improvvisamente il mio telefono iniziò a vibrare, eravamo praticamente alla fine del nostro percorso nel museo, e quando lessi quel nome sul display alzai lo sguardo verso la corvina.
"Rispondi" Si limito a dire, sapendo chi ci fosse dall'altro lato della cornetta, mi scusai con lei, spostandomi in un posto in cui non c'erano persone, per non disturbare.

Betrayal (camren ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora