Capitolo 16

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Lauren's p.o.v
"Jauregui forse lei non ha capito come stanno le cose, lavora per me, controlla i miei casi e clienti, sono di ritorno tra due giorni e spero per lei che abbia fatto tutto quello che le ho detto" Volevo letteralmente buttate il telefono contro la parete, sentire la sua voce di prima mattina mi stava facendo perdere tutta la pazienza, che purtroppo non era molta.
"Capisco Adams e lo farò " Dissi con un tono di voce più duro rispetto al solito, quando misi giù quasi non urlai per tutto il nervoso accumulato, odiavo quell'uomo con tutta me stessa, non capivo proprio cosa ci avesse visto in lui una donna come Camila, lei era l'opposto, dolce, premurosa altruista, lui era fin troppo egoista ed egocentrico.

Per quel pomeriggio avevo un incontro molto importante, uno dei clienti di Adams aveva richiesto una riunione ma, dato che Connor non era a New York, dovevo sostituirlo io.

La sera avevo una cena con Camila, per questo non volevo stancarmi già di prima mattina, avevo bisogno di mantenere la calma e fare tutto con tranquillità.

Bussarono alla porta, doveva essere il cliente che stavo aspettando, così lo lasciai entrare.
"Buongiorno, lei dev'essere l'avvocato Jauregui" Un uomo alto, con pelle abbronzata e capelli scuri entrò nell'ufficio, notavo qualche lontana somiglianza con Adams ma non ci feci troppo caso.
"Si buongiorno, Adams mi ha parlato di lei" Dissi, facendolo accomodare sulla sedia davanti alla scrivania, aveva uno strano sorriso in volto, sembrava fin troppo felice per essere uno che rischiava di pagare una multa troppo salata.
"Se ho ben capito l'accusa è di un dipendente della sua azienda, dice di non aver ricevuto lo stipendio mensile e dei bonus ma lei nega tutto" Riassunsi in poche parole qual era il caso, visto da fuori sembrava tutto un grande malinteso ma non si poteva mai sapere.
"Esattamente, quel bastardo vuole solo attaccarsi ad una clausola sul suo contratto, il fatto è che quei soldi non gli spettano" Disse, sicuro di se e in modo spocchioso, ecco perché mi ricordava Adams.
"Ora ricontrolliamo insieme il contratto e vediamo cosa possiamo fare per arginare i danni"
"Arginare? probabilmente è perché è appena arrivata e non conosce bene Connor... lei non proverà ad arginare i danni, lei farà in modo che non dovrò dare soldi a nessuno" Lo guardai abbastanza stupita, mantenendo una posizione rigida, stava per caso dicendo che Connor lo aiutava in modi non del tutto legali?

La conversazione con l'uomo continuò, notavo come pretendeva immediatamente dei risvolti nel caso, ma io non ero abituata a lavorare così, dovevo prima controllare altre cose prima di poterlo effettivamente aiutare.
Quando uscì dal mio ufficio mi ritrovai a tenermi la testa tra le mani, quell'incontro mi aveva fatto venire un forte mal di testa ed era solo l'inizio.

"Ho bisogno di un aspirina" Sussurrai stanca, ma non ebbi nemmeno il tempo di alzarmi che un tocco alla porta mi fece spaventare.
"Buongiorno, lei è l'avvocato Jauregui?" Una donna sulla quarantina entrò nell'ufficio, era vestita in modo elegante, quasi se dovesse attendere una serata di gala, capelli biondi e occhi marroni.
"Buongiorno, sono io, prego si segga" Dissi sospirando, un cliente dopo un altro e io mi ritrovavo sola a gestire tutto, ora capivo perché Adams aveva bisogno di un'assistente.
"Il signor Adams mi ha detto di presentarmi qui comunque, anche se so che lui non c'è"
"Ci sono io, quindi se vuole può iniziare spiegandomi perché è qui" Mi stavo irritando perché la donna non era nemmeno nell'elenco degli appuntamenti, era stato Adams a mandarla qui, anche se sapeva benissimo che avevo le giornate piene.

La donna tirò fuori da una cartelletta dei fogli, li ripose accuratamente sulla mia scrivania, davanti ai miei occhi e io incominciai subito a dargli un'occhiata.
"Adams mi ha detto di venire qui, per un primo controllo, quando tornerà continuerà lui il mio caso" Disse, sedendosi meglio sulla sedia.
"Darò un'occhiata ma non so esattamente cosa sto guardando" Dissi confusa da tutte quelle cifre sui fogli, la donna non mi aveva detto nemmeno il perché fosse lì.
"Sono i conti dell'azienda di mio marito, sospettiamo che qualcuno stia percependo dei bonus che non gli spettano" wow, questi imprenditori non sanno proprio tenere i propri soldi in ordine, pensai guardando velocemente dei contratti che avevo davanti.
"Mi scusi ma non sarebbe meglio andare dalla polizia per denunciare questa scomparsa di soldi?" Ero confusa, stavano perdendo dei soldi ma io non ero ne un contabile ne un'agente di polizia, cosa avrei dovuto fare?
"Se non sa aiutarmi posso sempre tornare quando arriverà Adams" Disse abbastanza infastidita, la ignorai e ripresi a guardare i contratti sbuffando, Adams aveva un modo di lavorare e di trattare i propri clienti molto discutibile, non ero per nulla abituata a lavorare così.
"Forse è meglio ritornare quando l'avvocato Adams rientrerà dal viaggio" Le dissi guardandola e mantenendo uno sguardo neutrale.
"Come immaginavo, una perdita di tempo, arrivederci " Prese in fretta e furia i fogli, e si alzò per uscire velocemente dalla porta, decisamente un personaggio strano.
"A mai più, speriamo " Dissi quando sentii il forte rumore della chiusura della porta, avevo proprio bisogno di un aspirina per calmare quel forte mal di testa, diedi un veloce sguardo al telefono e vidi che era quasi arrivata l'ora di pranzo, finalmente, pensai.

Betrayal (camren ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora