Capitolo 23

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Lauren's p.o.v
La settimana prima delle ferie, ero così eccitata all'idea di staccare dal lavoro per godermi un po' di meritato riposo, ormai non mi interessava nemmeno avere cinque incontri in un solo giorno, volevo solo che questa settimana passasse in fretta per tornare a Miami e chissà, forse anche visitare un'altra volta Cuba.

Io e Camila non avevamo ancora parlato di quel mio, se si poteva chiamare così, attacco di possessività o complesso d'inferiorità insomma, non avevamo avuto la possibilità di vederci da sole e discuterne, non volevo psicoanalizzarmi ma avrei sicuramente voluto parlarle, prima che lei vada chissà dove con suo marito.

In cuor mio speravo veramente che mi mandasse un messaggio, oppure che entrasse nel mio ufficio per parlare un po', chiedermi che piani avessi per le ferie, a ogni minimo rumore, dietro la porta, alzavo lo sguardo, speranzosa di sentire la sua voce chiedermi il permesso per entrare.

Probabilmente anche lei era indaffarata a portarsi avanti con i suoi casi, in vista delle ferie; me la immaginavo correre da una parte all'altra del suo ufficio, mentre cercava qualche fascicolo o qualch foglio sparso per i cassetti e quella scena mi faceva sorridere.

Nella pausa pranzo chiamai mia mamma, era da un po' che non parlavo anche con lei e sentirla mi fece tornar un po' di buonumore, mi raccontò di come erano tutti emozionati all'idea di rivedermi e mi raccontò anche della piccola vacanza che avevano in mente di fare, ovviamente una vacanza di famiglia, a Cuba.

Cuba, era lì dove Camila aveva detto di voler passare queste vacanze estive, in sauna mi aveva spiegato come per lei, quel paese sia molto importante, il luogo in cui era nata, i famigliari, avevamo davvero molto in comune ma quella cultura, era come un legame impercettibile tra le nostre vite.

E parlando di quel diavolo cubano... bussarono alla porta, ormai avevo perso le speranze così risposi con un annoiato "Avanti" mettendomi composta sulla sedia.

"Laur... scusa il disturbo" Parli del diavolo, spuntano le corna, ma in questo caso le corna erano già spuntate ad Adams, ok Lauren smettila, disse la mia vocina.

"Nessun disturbo, mi stavo rilassando prima di una riunione" Le sorrisi facendole segno di sedersi su una delle sedie davanti a me, ma lei non lo fece, al contrario chiuse la porta a chiave e si avvicinò alla mia poltrona.

"Posso rubarti un minuto?" Chiese ridendo e guardandosi attorno.

"Anche due" Risposi scherzando e guardandola con le sopracciglia alzate, non sapevo proprio cosa avesse in mente ma ero incuriosita dal suo comportamento.

"Non parliamo da un po' e stanno per iniziare le ferie..." Esattamente quello a cui stavo pensando da tutto il giorno, era come se mi avesse letto nel pensiero.

"Ti avevo accennato di voler tornare a Cuba, a quanto pare Connor non verrà perché... beh te lo avevo già spiegato, lui andrà in Canada con amici di famiglia, volevo chiederti... sempre se vuoi di, ecco" Era così nervosa mentre pronunciava quelle parole, sembrava come se potesse correre via da un momento all'altro.

"Camz... A parole tue" Le sorrisi accarezzandole la gamba destra, appoggiata sulla mia scrivania.

"Dai scema, volevo chiederti di venire con me, una settimana" Giocava con gli anelli nervosamente mentre mi guardava, io le sorrisi immediatamente, e lei la prese visibilmente bene. Le presi i fianchi facendola sedere, un po' scomodamente, sulle mie gambe.

"Non capisco,questo è un si?" Risi sonoramente alla sua domanda, ammirandole i lineamenti del volto e godendomi quel momento di pace.

"Ho chiamato mia mamma poco fa, mi ha avvisato che andranno anche loro a Cuba così ci sarò anche io, e sarei estasiata all'idea di andare con te"

Betrayal (camren ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora