Capitolo 29

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Le ferie si erano concluse, finite nel peggiore dei modi, con della tensione tra Lauren e Camila che le aveva portate a non vedersi per questi ultimi giorni di vacanza.

La ragazza dagli occhi verdi si era chiusa in se stessa, non voleva parlare con la latina, parlava a malapena con la sua migliore amica, che aveva notato il suo distacco.
Dopo aver discusso con Adams e aver sentito quelle parole orrende, la sua mente non le dava tregua, la notte le immagini disturbanti dei due sposi insieme la tormentavano.
Lauren aveva parlato con Camila solo una volta dopo quell'incontro con il suo capo, l'aveva chiamata in preda ad una crisi di nervi, ma la latina, all'oscuro di tutto, rispose in modo superficiale, dicendole che era occupata a fare delle commissioni con suo marito, cosa che fece imbestialire la corvina.

Lauren's p.o.v
La odiavo, ma odiavo di più quel coglione di suo marito.
L'immagine delle sue mani sul corpo di Camila mi facevano uscire pazza, potevano esser uniti sotto al punto di vista legale, ma sapevo benissimo che non era così quando si parlava di sentimenti.
Pur sapendolo non riuscivo a farmi scivolare addosso quello che mi aveva detto, voleva divertirsi, no, non era possibile.
Avevo provato a chiarire ma il fatto che lei era insieme a suo marito mi annebbiò di nuovo la mente, ancora una volta quelle immagini mi tormentarono, ma al posto di chiederle se fosse vero, le riattaccai in faccia.
Quello che mi faceva innervosire? il fatto che non mi aveva più richiamato, forse pensava che tornando al lavoro tutto si sarebbe sistemato, probabilmente immaginava di ritrovarmi nel suo ufficio a scopare insieme a lei mentre le tappavo la bocca per non farci sentire da suo marito, ma questa volta era diverso.

Quando entrai in quel grande palazzo mi guardai intorno come se fossi ritornata all'inizio, una nuova dipendente, inesperta e spaesata, e arrivata davanti alla porta del mio ufficio, una voce lontana pronunciò il mio nome, ma non era il suo accento, non era quella tonalità sensuale ma allo stesso tempo dolce, era una voce più stridula e acuta.
"Lauren!" Il mio nome pronunciato una seconda volta mi costrinse a girarmi, facendomi ritrovare di fronte a Lucy, leggermente più abbronzata rispetto all'inizio delle ferie.
Sinceramente non avevo moltissima voglia di parlarle, volevo solo chiudermi nel mio ufficio e non uscire fino a quando non avessi concluso la giornata di lavoro, non volevo assolutamente incrociarmi con Camila, così preferivo evitare di uscire.
"Ei Lucy" Dissi fissando il suo viso leggermente più scuro, Lucy era indubbiamente una bella donna, attraente e sicura di se, mi si mise davanti, guardandomi emozionata, emozione che non riuscivo a capire fino in fondo.
"Wow ti sei davvero abbronzata a Cuba" Parlò per prima.
"Già- come fai a sapere che sono andata a Cuba?" La guardai, confusa.
"Oh beh, le notizie girano velocemente in questo palazzo" Inizialmente annuii alle sue parole, era vero, le notizie in quello studio legale si espandevano a macchia d'olio, ma erano poche le persone che sapevano del mio viaggio a Cuba, chi lo aveva detto per primo?
"Ci sarai alla festa di fine estate?" Mi chiese, con evidente eccitazione.
Festa di fine estate? non ne avevo mai sentito parlare fino a quel momento, probabilmente era una cosa simile alla serata di beneficenza a cui avevo già partecipato.
"Ci penserò su" Risposi, tagliando corto per concludere quella conversazione.
"Donna impegnata vedo" Risi all'affermazione di Lucy, una risata ironica , dato che in realtà quest'ultima settimana era stata più vuota del portafoglio di Normani durante i saldi.
"Non ne hai idea" Mentii, rimanendo vaga e appoggiando la mano sulla maniglia della mia porta, pronta per entrare in ufficio.
"Se vuoi scusarmi, devo davvero iniziare a lavorare" Vidi Lucy annuirmi sorridendo, non sapevo davvero cosa avesse da sorridere ma lasciai perdere, salutandola.

Un sospiro spontaneo uscì dalla mia bocca semichiusa, ero già stanca e non avevo nemmeno iniziato a lavorare, quell'ufficio non aveva il profumo del mare di Cuba, ma di qualche profumo artificiale per ambienti, il sole si scontrava sulla grande finestra e non più direttamente sulla mia pelle bagnata dall'acqua salata, si mi mancava Cuba, non riuscivo a nascondere la malinconia che mi trasmetteva quell'ufficio grigio, dai toni decisamente più spenti rispetto ai colori vivaci dell'Avana.

Betrayal (camren ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora