CORTIGIANE E PASSIONI

5.

«Cosa leggi?»

Lockhart si era messo a sedere sul letto poggiandosi alla testiera in legno e teneva nella mano sinistra la tazza con la tisana per l'emicrania, soffiandoci piano sopra per raffreddarla, quando sul comò aveva notato la rivista spiegazzata che l'altra si era scordata di nascondere meglio.

Deirdre voltò appena il capo mentre con un attizzatoio ravvivava le braci nel caminetto e sgranò gli occhi per la sorpresa: che cretina! Si era dimenticata di metterlo via prima che arrivasse lui.

Era decisamente troppo tardi per mentire.

«Mh, un giornaletto lasciato da un cliente» rispose vaga squadrando il capitano di sottecchi per vederne la reazione. Agli uomini non piaceva troppo che le donne leggessero, figurarsi una prostituta.

Lockhart annuì distratto rigirandosi il penny dreadful in mano. «Ti piace leggere.»

Era un'affermazione, non una domanda. Era così concentrata su quel giornaletto insulso che quasi le sfuggì il primo sorriso del capitano, debole e stentato nella sua direzione. «C'è di meglio di queste cialtronate.»

Deirdre fece spallucce. «Questo è quello che passa il convento, me lo faccio andar bene. Sempre meglio di niente, non trovate?»

Lockhart si trovò a ripensare a quelle parole mentre passeggiava più tardi per Picadilly, quando vide l'insegna di Hatchard's catturargli l'attenzione, e senza pensarci troppo varcò la soglia in legno scuro e si immerse nella piacevole pace della libreria. Ne uscì fuori con una bella copia de I misteri di Udolpho, libro recentemente uscito e, a quanto pare, molto in voga tra le signorine dell'alta società.

«Avvincente romanzo gotico» fece il verso al commento appassionato del solerte libraio che lo aveva assistito, passando il pollice sul dorso pregiato della spessa copertina dalla preziosa rilegatura. Non era decisamente il suo genere di lettura, ma in fondo non era per lui, e poteva capire benissimo la voracità di lettura, soprattutto quando non avevi modo di darvi sfogo.

Era ora di pranzo ma decise che poteva aspettare, era di strada così andò diretto a Mahogany Hall, quella settimana si sarebbe concesso doppio appuntamento, ma non gli dispiaceva troppo.

Quando entrò, la maîtresse lo accolse con il solito saluto gentile e contenuto che lui ricambiò con un breve inchino rigido. «Ms Walsh?» domandò quanto più educatamente possibile, prima che lei potesse propinargli qualche altra prostituta.

«Al momento è occupata con un cliente, se volete posso proporvi una delle ragazze disponibili...» A Becca morirono le parole in gola vedendo il viso del suo interlocutore oscurarsi minaccioso in mezzo battito di ciglia, e questo non le succedeva mai. O quasi. «Oppure, capitano, se preferite potete attendere che lei...»

Deirdre stava spogliando con sorriso sornione un banchiere stempiato di mezz'età, sudaticcio e rubizzo, che pareva avesse scoperto l'America dopo che gli aveva proposto una spagnola con i suoi generosi seni, ma ebbe solo il tempo di sbottonargli camicia e pantaloni prima che la porta si aprisse con uno schianto, facendo trasalire lei ma soprattutto l'omino spaurito davanti a lei.

Il Capitano James Lockhart stava furioso sulla soglia della stanza, gli occhi di brace e il viso deformato dalla rabbia.

«Tu... ora vieni con me.»

«Capitano, cosa stareste facendo? Sono con un cliente, verrò con voi quando avrò finito» ribatté lei cercando di mantenere un tono pacato ma lui la interruppe con un ringhio basso e minaccioso.

«Se io pago, posso permettermi quello che voglio quando voglio, non devi azzardarti a fare diversamente.»

Lui le andò addosso in una falcata ma la superò e fissandola con le narici frementi tirò fuori dal nulla un libro dalla bellissima rilegatura e lo gettò con disprezzo tra le fiamme morenti del caminetto sotto il suo sguardo attonito, infine le disse con voce grondante di disprezzo: «Non ti meriti davvero nulla, men che meno la mia pietà.» Poi tornò da lei e l'afferrò malamente per un polso, ignorò l'ometto che piagnucolava in un angolo e la strattonò verso la porta.