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Qualche giorno dopo Natale, al Mahogany la notizia del momento era il fidanzamento di Penny con il tenente O'Donoghue-White.

Alle veterane del bordello pareva impossibile che quella furbetta di una gallese fosse riuscita a convincere un cliente a prenderla con sé come moglie, ma in realtà erano tutte contente per lei, Deirdre compresa. Era felice di vedere che quella collega romanticona avrebbe visto realizzarsi il suo sogno d'amore. Per giunta Kensington non era neanche troppo lontano, quindi potevano continuare a vedersi, anche se le sarebbe mancata la convivenza con quel peperino di Penny. Prima Angie, ora Tuppence. A volte le sembrava che la vita andasse avanti, ma lei rimaneva in una specie di stallo, dipendendo dai racconti delle altre, che vivevano avventure degne dei romanzi che le piaceva tanto leggere.

Per il resto, la vita scorreva come al solito. I clienti che passavano al Mahogany, come ogni anno di quel periodo, erano ancora un po' pochi, perché la maggior parte dei ricchi passava le festività nelle tenute di campagna.

Hazel e Fanny si erano recate a St Anne per le grandi pulizie dopo la messa di Natale.

Fans era china a terra a scrostare la temibile cera delle candele che aveva previsto già giorni addietro.

Non si era accorta che, in un angolo nascosto della piccola chiesetta, qualcuno la stava osservando mentre lavorava instancabilmente, staccando pezzi di cera e mettendoli in un contenitore. Reverendo Michael ci teneva al risparmio e avrebbero rifuso la cera che si poteva riutilizzare per ricavarne delle nuove candele.

Una volta che ebbe finito, andò nel piccolo stanzino a riporre il secchio e a prendere una ramazza per spazzare per bene il pavimento, quando sentì una voce dietro di sé.

«Ms Fanny.»

Fans sussultò e perse la presa sul contenitore, che le cadde a terra, spargendo pezzettini di cera in giro, mandando in fumo parte del suo lavoro.

Si voltò, chiedendosi perché Mr Taylor l'avesse seguita fino a dentro lo stanzino.

«Ethan, buongiorno. Ehm, non mi aspettavo di vedervi» disse, abbozzando un sorriso.

Lui arrossì non appena si accorse che il suo abito era scivolato ben oltre il limite della decenza, a causa del lavoro che aveva fatto lei, stando chinata per tutto quel tempo.

«Scusatemi, forse sono poco presentabile, ma stavo raccogliendo la cera e...»

«Ora è tutta per terra per colpa mia che vi ho spaventata, Ms» concluse lui per lei.

Fanny annuì, poi si chinarono entrambi nello stesso momento per recuperare la sporcizia sparsa sul pavimento. Così facendo però le loro teste si scontrarono.

«Ahi» si lasciò sfuggire Fanny e Ethan cominciò a balbettare, mortificato.

«Ms Fanny, state b-bene? Mi dispiace, sono così maldestro quando ho a che fare con voi.»

Lei si massaggiò la tempia, ma non riuscì a trattenere un sorriso davanti all'aria così tenera di lui, che si tastava a sua volta la testa.

«Fatevi dare un bacino, così passa tutto» si ritrovò a dirgli, allungando le mani per prendergli il volto.

Lui la lasciò fare, un po' preso alla sprovvista e un po' perché mentre lei gli sfiorava la tempia con le labbra aveva il suo scollo generoso contro il naso.

Infatti lei rise, perché quel contatto le aveva provocato il solletico e i candidi seni fecero su e giù, schiacciando ancora di più la faccia di Ethan contro quella morbidezza.

Quando il giovane si risollevò i suoi occhi incontrarono quelli di Fanny.

Era come se Ethan fosse in attesa di qualcosa, una sorta di permesso da parte della ragazza, che gli sorrise, incoraggiante.

Lui allora le posò una mano sul fianco e le si avvicinò.

Lo stanzino era piccolo, quindi non ci volle molto per far aderire i loro corpi.

Fanny sentì l'inguine di Ethan premerle contro, così abbassò una mano e lo sfiorò.

Lui emise un verso inarticolato che la fece fermare di colpo, poi però si chinò a baciarla e infilò l'altra mano sotto la gonna di lei, toccandola con gesti inesperti ma delicati che ebbero su Fanny un effetto stranamente afrodisiaco.

La bocca di Ethan si spostò sulla pelle candida del collo di lei, che intanto gli aveva fatto scivolare i calzoni un po' più in giù, per aver maggior agevolezza.

A un tratto lui si fermò e di riflesso anche Fans lo imitò.

«Qualcosa non va, Ethan?»

«Forse non dovremmo farlo qui. In una chiesa.»

«Non siamo in chiesa, ma nello stanzino dove Reverendo Michael ripone tutte le sue carabattole» lo rassicurò lei, spingendo di nuovo la mano di Ethan contro il proprio inguine.

«Quindi p-possiamo...?» lasciò in sospeso la frase, fissandola con uno sguardo pieno di desiderio.

«Oh, sì, Ethan, certo che possiamo» rispose semplicemente, sollevandosi la gonna.

Ethan gemette e chiuse gli occhi non appena si sentì avvolgere dalla carne calda di lei, poi rimase fermo, stordito da quella nuova sensazione.

«Fanny...» farfugliò, mentre istintivamente cominciava a muovere il bacino. Finirono con lo sbattere contro uno scaffale dietro di loro e si sentì il rumore di cocci infranti. Ci mancava solo che Reverendo Michael accorresse per vedere cosa fosse successo.

«Non fermatevi, continuate» mugugnò Fanny, così presa in quel momento da infischiarsene di ogni possibile conseguenza, e Ethan diede le ultime spinte dentro di lei.


*N. d. A.*
Ciao a tutti!
Finalmente Ethan è riuscito a togliersi la timidezza di dosso con Fanny, senza badare troppo a dove si trovassero! Come li state trovando assieme, vi stanno piacendo?
Grazie a chi continua a leggere la storia, lasciate un commento se vi va!
Alla prossima,
Cassandra Costa

CORTIGIANE E PASSIONIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora