Il mese di settembre sembrava doversi concludere con il botto a Mahogany Hall.
Non era nemmeno passato l'orario della colazione, che le ragazze erano già tutte in fibrillazione: quella sera ci sarebbe stato un incontro al Lamb & Flag e uno dei due sfidanti sarebbe stato Ross.
Tuppence e Lottie avevano scommesso, puntando forte sullo scozzese, ottimiste riguardo alla sua prestanza fisica, sicure che avrebbe sconfitto il suo avversario, un ex schiavo proveniente dalle colonie che si faceva chiamare La Bestia.
«Dovremmo trovare un soprannome anche per te, mio bel pezzo di manzo delle Highlands» aveva chiocciato Lottie con tono petulante, aggrappandosi al braccio di MacLeod che la guardò con aria dubbiosa, prima di scrollarsela di dosso.
Dall'altra parte della saletta della colazione, Hazel rivolse un'occhiata di rimprovero a Ross, il cuore colmo di preoccupazione in vista di quell'evento. In tutta risposta lui le fece l'occhiolino, l'aria spavalda e scherzosa. «Forse Ms Miller ha in mente qualcosa di adatto?» la pungolò.
Hazel sbuffò. «Più che un manzo mi ricordi Jasper» sbottò, prima di prendere un lungo sorso di tè dalla tazza che teneva tra le mani.
«Scommetto che state parlando di un bellissimo purosangue dal portamento regale» ribatté MacLeod, mentre Lottie guardava la scena, irritata di essere stata messa in secondo piano da una delle ultime arrivate.
Hazel ridacchiò e Fanny, al suo fianco, che era cresciuta con lei e sapeva chi fosse Jasper, si unì alla risata. «Diciamo che in quanto a portamento, Jasper sapeva il fatto suo. Era proprio un mulo testardo!»
Fu il turno di Ross di ridere, poi però smise quando lei gli rivolse un'occhiata torva.
Giusto qualche giorno prima, dopo aver accompagnato un cliente all'ingresso, Hazel si era trattenuta apposta per dirgli quanto trovasse pericoloso quell'incontro, senza riuscire a evitarselo. Le stava simpatico lo scozzese, era un ragazzo semplice ma in gamba e la trattava sempre con gentilezza, le faceva piacere avere a che fare con lui, anche se il più delle volte si scambiavano semplicemente delle battutine.
«Ragazze, diamoci una mossa, i primi clienti stanno già arrivando!» Becca entrò battendo le mani per richiamarle all'ordine. «Hazel, oggi viene il Marquis Dubois, fatti trovare pronta, sai che a lui non piace aspettare.»
«Eh, sì, Haze, sarà mai che gli si afflosci la baguette se ti fai attendere troppo!» schiamazzò Lottie, tornandosi a stringere a Ross, il quale senza preoccuparsi di celare la sua insofferenza se la tolse di nuovo di dosso.
Becca volle rincarare e disse a Lottie con sguardo serio: «Taci e va' a prepararti pure tu. Sai come la penso» aggiunse, a bassa voce, riferendosi al fatto che nessuna doveva fare la scema con Ross.
Con un borbottio animato, pian piano le ragazze andarono ognuna a prepararsi nella propria stanza e la saletta si svuotò.
Il Marquis Dubois era da poco cliente di Mahogany Hall, ma le ragazze lo annoveravano già tra i più viscidi e insopportabili. Pagava senza alcun problema in anticipo e profumatamente, ma c'erano dei sospetti sul fatto che in realtà non facesse parte della nobiltà francese come millantava tanto. Aveva delle buone maniere, ma erano ostentate e fasulle. Tra tutte, lui si era intestardito su Hazel: la chiamava la sua bichette, cerbiatta, per via dei grandi occhi castani orlati di lunghe ciglia scure ricurve.
Immancabilmente lei ci scherzava sopra con le sue colleghe, pronunciando quella parola alla maniera inglese, bitchette, travisando del tutto il significato in qualcosa di molto meno poetico, ma in effetti più adatto al loro ambito.
Dubois entrò nella stanza di Hazel e la salutò con il suo solito tono pomposo, il volto incipriato tanto quanto la parrucca bianca e vaporosa che portava, che si tolse per comodità. «Bonjour, ma chérie! Ti sono mancato, n'est-ce pas?» Rivolse un sorriso nauseante a Hazel, che gli si avvicinò e prese a sbottonargli la giacca e poi il panciotto, cercando di ignorare il volto sfregiato da una bruciatura sulla guancia e gli unticci e radi capelli grigi dell'uomo.
«Certo, mio signore, attendevo il vostro arrivo con grande fervore» ribatté lei con un grosso sorriso, adattandosi ai suoi modi esagerati, andando a slacciargli i calzoni. Peccato che quella strega di Lottie si fosse sbagliata: la baguette del Marquis Dubois era tutt'altro che moscia. Poco male, in fondo sapeva cosa volesse in quel momento il cliente e si affrettò per rendere quanto più rapido e indolore il tutto.
Una volta che se ne fu uscito, Hazel scese da basso dopo essersi data una rinfrescata, con l'intento di prendersi una piccola pausa. Uscì in strada e inspirò a pieni polmoni, nonostante l'aria settembrina di Londra non fosse delle più profumate, anche se qualsiasi cosa era molto meglio dell'odore sudaticcio e stantio di Dubois.
«Tutto bene, lass?»
«Ross! Mi hai fatta spaventare» mormorò, accorgendosi dello scozzese fermo a lato dell'ingresso di Mahogany Hall. Con la sua corporatura alta e possente, lo sguardo accigliato, avrebbe messo in fuga qualsiasi malintenzionato, su questo non c'era alcun dubbio.
«Sono sempre stato qui, aye» le rispose, con un sorriso stiracchiato.
Lei scosse il capo, un boccolo color cioccolato le scivolò davanti al viso, fuori dalla crocchia, lo prese e cominciò a giochicchiarci, parlando con un tono di voce più aspro di quello che avrebbe voluto: «Non dovresti partecipare a quegli incontri, sai. Sono pericolosi.» Alzò lo sguardo in su e trovò gli occhi verdi di lui che la studiavano.
«Questo me l'avete già detto» le rispose, rivolgendole una smorfia.
«Dico sul serio, potresti rimanere ferito» ribadì lei, lasciando andare la ciocca di capelli e fissandolo con aria contrariata, le mani piantate sui fianchi.
Lui la fissò a lungo con sguardo intenso. «Siete gentile, lass, ma so badare a me stesso. Non è la prima volta che lo faccio.»
«Non ti potrà andare sempre bene, però.»
«Vi ringrazio per questa ventata di positività. Ricordatevi allora di portare un fiorellino sulla mia tomba.»
«Ci porterò Jasper a brucare tutta l'erba in modo che non ci cresca più nulla sopra.»
La risata malcelata di MacLeod gli scuoteva appena le larghe spalle, e studiando lo sguardo indispetitto di lei, la sua espressione si addolcì e aggiunse piano: «Non preoccupatevi, lassie. Prometto su ciò che mi è più caro che andrà tutto bene.»
«Infatti non sono minimamente preoccupata» ribatté lei prontamente, più per istinto che non per altro. Si fermò un attimo come interdetta mentre si rendeva conto che difatti non era proprio così, non sapendo come proseguire. Controllò che non ci fosse nessuno in vista e si alzò in punta di piedi. «Suppongo che non mi resti altro che augurarti buona fortuna» aggiunse in tono teatrale, e tirò piano il colletto della camicia di Ross per farlo abbassare verso di lei, in modo da dargli un breve bacio sulla guancia.
Lui parve rimanere a corto di battute, gli occhi sgranati come biglie. «Non mi laverò più la guancia, lass.»
«Tu lavati che è meglio» si congedò lei con un sorrisetto obliquo.
*N. d. A.*
Ciao a tutti!
Grazie a chi continua a leggere la storia, speriamo che anche le vicende dei nuovi personaggi vi stiano appassionando. Se volete lasciarci qualche commento o suggerimento, ve ne saremmo davvero grate!
Cassandra Costa
STAI LEGGENDO
CORTIGIANE E PASSIONI
Romance[COMPLETA] STORIA VINCITRICE AI WATTYS 2021 [STORIA AUTOCONCLUSIVA] ***ATTENZIONE*** Questo non è più il primo episodio della serie "Of Seamen and Maidens", la storia che state per leggere non fa più parte della saga. Potete comunque leggerla come a...