53.

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La notte di Natale Tuppence alla fine non aveva dormito molto, tra il fatto che con le altre era tornata tardi dalla messa e l'emozione e l'eccitazione per i giorni che l'aspettavano a casa di Aidan.

Le aveva chiesto di trattenersi, anche oltre il boxing day, se avesse voluto.

Per l'occasione aveva preparato due dei suoi abiti più belli e, nella fase in cui Hazel si stava disfando delle decorazioni dei suoi vestiti, era riuscita a farsi vendere, a un prezzo di favore, un paio di merletti. Li aveva applicati sulle maniche del suo abito color carta da zucchero e poi c'era quello color lavanda che aveva fatto commissionare in occasione della festa di Angie. Era estivo, piuttosto leggero, ma pur di mostrarsi in tutta la sua eleganza, vi avrebbe abbinato uno scialle di lana bianco che conservava con cura da vari inverni, e al calduccio nella casa di Kensington sarebbe stata comunque bene. O, nel caso, le sarebbero bastati lo sguardo ardente e il sorriso di Aidan a scaldarla.

La carrozza arrivò puntuale e Tuppence uscì di fretta dal Mahogany con il suo piccolo bagaglio al seguito, salutando di sfuggita Ross e Hazel che parlottavano fitto fitto a colazione, Fanny che mangiucchiava con aria assonnata un po' di torta e Lin che già fumava la sua pipa, a stomaco vuoto.

Arrivata di fronte alla casa di Aidan, vide che Mary e il suo papà la stavano aspettando sulla soglia. La piccola indossava un cappottino marrone, mentre il tenente era affascinante in un completo grigio scuro, con un elegante fazzoletto da collo di seta bianco per l'occasione.

Dentro di sé la gallese non vedeva l'ora di sfilarglielo e slacciare uno a uno i bottoni del suo gillet.

«Zia Penny!» esclamò Mary, lasciando la mano del padre e correndole incontro.

Era così facile abituarsi a quel tipo di accoglienza e a quel sorriso infantile così caloroso, che lei non poté fare a meno di ricambiare.

Dopo aver lasciato andare Mary, che rientrò ridendo in casa, si concesse qualche istante sola con Aidan sulla porta di casa, baciandolo e stringendolo forte.

«Buon Natale, Penny» le mormorò, carezzandole una guancia con quello che era senza ombra di dubbio affetto.

Il cuore di Tuppence saltò un battito. Magari non era l'unica che si stava innamorando? Oh, era presto per dirlo, ma si permise comunque di sognare.

«Buon Natale, Aidan» rispose, sfiorandogli il pollice con un bacio. Stava per chiedergli se prima di pranzo avrebbero avuto modo di scambiarsi i loro "regali" in camera da letto, quando il rumore di una carrozza sull'acciottolato li distolse dai loro pensieri.

Aidan si staccò bruscamente da Penny. «Entra in casa, vai a nasconderti in cucina» le intimò con aria seria, che non ammetteva repliche.

Ma lei non era tipa da lasciarsi zittire, quindi ribatté: «Mi avete invitata qui per trascorrere il Natale e ora volete relegarmi in cucina come una serva?»

Lui fissò quegli occhi azzurri che lo squadravano con aria di sfida e sbuffò, frustrato. «Diamine, Penny, riconosco quella carrozza. Si tratta di mio zio Reginald venuto in visita.»

«Come? Avete invitato i vostri parenti e una prostituta per Natale?» continuò lei, piccata.

Lui scosse la testa. «Assolutamente no! Lui fa parte di quelli che vogliono rifilarmi una nuova moglie. Non mi aveva avvisato della sua visita. È molto strano poi un arrivo la mattina di Natale. Accidenti» mormorò infine tra sé.

La carrozza di zio Reginald era ormai ferma di fronte alla casa e un cocchiere dai modi ingessati stava facendo scendere un omino alto la metà di Aidan ma largo almeno il doppio.

CORTIGIANE E PASSIONIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora