39.

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Fin dal giorno seguente alla festa di matrimonio, Hazel e Ross si erano rimboccati le maniche, con l'obiettivo di mettere da parte i soldi per una nuova vita nella campagna scozzese. Lui aveva preso a fare saltuariamente il garzone per vari commercianti del quartiere, compresi i Taylor, con Ethan che, ben contento di dare una sbirciata al generoso décolleté di Fanny, usufruiva dei servigi di Ross quando doveva andare in zone un po' fuori mano per svolgere altre commissioni per conto di Becca. Anche quest'ultima aveva acconsentito ad aumentare le mansioni del giovane scozzese, aggiungendo qualche ghinea al suo compenso.

Dal canto suo Hazel era impaziente di mettere da parte una cifra sufficiente per riuscire anche a tornare, prima di partire definitivamente per la Scozia, a casa dai suoi familiari, per un saluto e per lasciare loro qualche risparmio che avrebbe reso loro la vita più semplice. Non vedeva l'ora di mostrare a Ross le bellezze di Bourton on the Water e delle Cotswolds, da cui provenivano sia lei che Fanny. Suo fratello Ronnie lo avrebbe adorato e avrebbe trovato divertente il suo modo di parlare con quell'accento così marcato e quelle 'erre' tanto pronunciare.

«Fans, dici che il Visconte di Clary tornerà a farsi vivo?» domandò una mattina Hazel, mentre lei e la sua collega erano a passeggio per la città, in cerca di clienti.

L'altra rivolse un lungo sguardo all'amica e le rispose in maniera affermativa: «Ne sono certa, Haze. Quello è ormai dipendente dalle tue tettone.»

«La solita romanticona!» ribatté l'altra, strizzandole un braccio con un gesto affettuoso. Le orecchie di Haze si aguzzarono su una conversazione proveniente da un paio di giovanotti lì a lato strada, quando udì le parole "combattimento" e "avversario debole". Uno di quelli puntò i suoi occhi scuri su di lei e le rivolse un sorriso scintillante. Era raro trovare un uomo che avesse passato la trentina con ancora tutti i denti, si disse e strizzò l'occhio a Fanny prima di trascinarla con lei verso i potenziali clienti.

«Io prendo quello più basso, tu quello più alto, ci stai?»

«Buongiorno, cari signori» esordì Haze con fare civettuolo.

«Oh, che ben di dio che abbiamo qui!» esclamò quello più alto, spogliando già Fanny con gli occhi.

Lei in tutta risposta gli si strinse addosso, chiedendogli se gli andava di spassarsela un po' con lei.

I due si allontanarono in tutta fretta all'interno di una locanda, dove Haze era sicura che l'amica avrebbe rimediato oltre che un buon compenso, una pinta di birra.

«Siamo rimasti soli» fece Hazel sbattendo le lunghe ciglia.

Al momento di congedarsi, con le tasche più piene, lei gli domandò di cosa stesse parlando poco prima col suo compare. Riuscì a scucire al cliente un paio di informazioni interessanti per poi passare ad altro – Fanny era ancora nella locanda con il ragazzone – e quando la sua collega tornò con ben più del doppio del solito onorario, anche Hazel aveva fatto un altro paio di lavoretti di mano e mostrato il suo seno generoso ad altrettanti passanti.

«Cos'è tutta questa smania? È dunque questo l'effetto del matrimonio?» commentò Fanny mentre tornavano verso il Mahogany.

«Chi può dirlo» le rivolse un ghigno dandole un pizzico al braccio, con gli occhi castani accesi dall'ottimismo: aveva una buona notizia per Ross, forse avevano finito di sfondarsi di lavoro. La loro casetta in campagna le sembrava talmente vicina che le pareva di sfiorare l'erba profumata con i polpastrelli.

Quella sera aveva raggiunto il marito nella sua stanzina e l'aveva trovato stremato.

«Lascia che ti faccia un massaggio» gli aveva proposto, andando poi a chiedere a Deirdre se poteva prestarle uno dei suoi unguenti profumati, l'altra aveva accettato senza esitazione.

Hazel era tornata e aveva spogliato Ross, facendolo stendere di pancia sul piccolo letto.

«Anche questa sottospecie di giaciglio non è che giovi al tuo mal di schiena» aveva commentato, sfiorandogli i riccioli sulla nuca e posando un lieve bacio su quel punto sensibile.

«Aye, sono anche le miglia che ho macinato oggi però, lassie

Lei prese un po' dell'unguento al profumo di lavanda e lo scaldò tra le mani prima di cominciare a premere nei punti indolenziti, strappando allo scozzese dei gemiti.

«Ti faccio male?» gli chiese, preoccupata.

«No, continua, bonnie» aveva mormorato lui con la faccia contro il cuscino. «Och, aye» approvò lui, estasiato. Dopo che lei si fu spogliata e gli si fu messa a cavalcioni aggiunse: «Sei così morbida che ci si chiede come mai la tua testa sia invece così dura.»

«Ma smettila.» Dopo qualche attimo di silenzio lei si azzardò a dirgli: «Ho in mente un modo per guadagnare tanto e subito.»

Dal cuscino le arrivò attutito un: «Mh?»

«Ho sentito di questo tizio che ha partecipato a una serie di combattimenti in cui ha perso inesorabilmente ogni volta, The Sailor. Uno su cui puntare facile.»

Ross rotolò di lato, tenendola saldamente per i fianchi generosi per non farla capitombolare a terra, e le rivolse una smorfia. «E magari puntare tutti i nostri risparmi? Mi sembra una mossa un po' troppo azzardata, Haze» le fece presente alzando un sopracciglio con fare scettico.

Lei sbuffò alzando lo sguardo e passando le mani sui suoi larghi pettorali. «Lo so benissimo cosa ti ho detto, Ross, ma pensaci bene! Potresti combattere contro di lui, se è davvero così scarso non credo tu avresti problemi a metterlo al tappeto. Non sarebbe meraviglioso se fra un anno parlassimo di questo momento in un letto caldo, stretti come adesso, nella nostra casa nelle Highlands...» Le si imporporarono le gote e gli occhi le luccicarono mentre descriveva la scena. «Ah! Ross, è come se potessi già vederla e carezzarne le mura in pietra.»

L'espressione dello scozzese si intenerì nel vedere sua moglie tanto trasportata. «Lo so, fa molta tentazione anche a me, lass, però giocarsi tutto quello che stiamo faticando a mettere da parte finora, uno non ne ha mai la certezza...» Si attorcigliò un suo boccolo scuro al grosso indice ruvido.

«Io di sicuro ho certezza della forza di mio marito» insistette lei testarda, e fece scivolare la mano all'inguine di lui, che finalmente abbozzò un sorriso. «Non avremo mai certezze solide, ricordati che di certo nella vita c'è solo una cosa.»

Le chiese ironico: «La morte?»

«Quando dici queste fesserie, Ross MacLeod, mi fai proprio passare la fantasia per i discorsi ben fatti.»

Lui rise e lei gli sorrise con aria birichina, poi aggiunse piano, dando una spinta coi fianchi: «Allora che mi dici, ci proviamo? La posta in gioco è alta, come grandi sono i nostri sogni d'altronde.»

Lui si morse il labbro inferiore e diede un basso grugnito soddisfatto prima di dirle con un sorriso sbieco: «Vedremo.»

Ma Haze sapeva che era già suo. Si chinò a baciarlo con impeto a suggellare quell'accordo.

* N. d. A. *
Ciao a tutti!
Sembrava che Ross avesse chiuso con le bische, ma Hazel ha in mente qualcosa di diverso.
Grazie a chi continua a leggere la storia, se volete lasciare un commento o qualche suggerimento, ne saremmo davvero felici.
Alla prossima,
Cassandra Costa

CORTIGIANE E PASSIONIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora