21.

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Qualche settimana dopo a Mahogany Hall arrivò un fattorino con un grosso pacco dall'aria raffinata. Si trattava di una scatola color oro, chiusa con un nastro scarlatto a cui era stato attaccato un semplice biglietto che riportava scritto un nome, nient'altro. In una calligrafia elegante e sottile si leggeva: Ms Walsh.

Becca mandò a chiamare subito la ragazza, che era nella sua stanza a darsi una rinfrescata dopo l'ennesimo cliente.

«Eccomi» disse, rivolgendosi a Becca, da dietro la quale Tuppence e Hazel, in quel momento disoccupate, sbirciavano incuriosite in direzione di quel pacco misterioso.

Deirdre si chiese chi potesse averle mandato un tale regalo, poi si ricordò dell'abito per cui il Capitano Lockhart le aveva fatto prendere le misure e annuì tra sé, prese il pacco dalle mani di Becca e tornò in camera sua, lasciandosi dietro Penny e Hazel brucianti di curiosità.

Una volta accostata la porta della stanza, Deirdre posò con delicatezza la scatola dalla forma rettangolare e piatta sul letto, poi sfilò il nastro rosso che la teneva chiusa e sollevò il coperchio, rivelando il contenuto che la lasciò piacevolmente sorpresa.

Lockhart le aveva fatto recapitare un abito di squisita fattura come non ne aveva mai posseduti, nemmeno durante la sua infelice vita matrimoniale con Charles. Guardò meglio dietro la targhetta dov'era stato vergato il suo nome e trovò lo stemma di uno dei sarti più rinomati di Londra.

Lo provò, sentendosi elettrizzata ed emozionata.

Si trattava di un abito giallo, con maniche a tre quarti e una gonna ampia e ricca, ornato da un bordo magenta che correva tutt'intorno allo scollo, arrivava fino all'orlo della gonna e si separava sul davanti lasciando spazio a dei laccetti che stringevano sul busto, mettendo in evidenza le forme generose di Deirdre. All'altezza del seno destro, su un lato, erano cuciti dei boccioli rosa e violetti che sembravano quasi dei fiori veri. Insieme all'abito, nella scatola, trovò anche una graziosa borsetta a quadretti neri, arancioni, gialli e azzurri.

«Permesso?» La voce di Tuppence giunse da dietro la porta della camera. Quella curiosona non era riuscita a resistere, doveva sempre impicciarsi.

«Avanti» rispose Deirdre, mentre si ammirava allo specchio, rivolgendo un pensiero amichevole al capitano, che le aveva fatto proprio un bel regalo. Si era sdebitato alla grande per quella gonna che le aveva rovinato. Ripensò alla sua espressione ferita quando gli aveva rifiutato il bacio e si sentì un po' in colpa solo per un attimo, poi gli strilli eccitati di Tuppence la riportarono alla realtà.

«Sei bellissima, Dee! Scommetto che questo è un regalo del tuo cliente abituale, eh? Caro vecchio Lockhart, non sapevo avessi buon gusto!» esclamò, ridacchiando e andando a tastare la stoffa dell'abito della collega.

«Attenta a non sgualcirlo con quelle manacce» la rimproverò Deirdre, utilizzando però un tono scherzoso.

«Devi assolutamente sfoggiarlo, perché non andiamo a fare un giro ai Kensington Gardens? Ormai la primavera è cominciata, sarà stupendo passeggiare in mezzo ai fiori. Magari incontriamo anche qualche gentiluomo interessante...»

Deirdre sbirciò l'espressione sognante di Tuppence e la stuzzicò: «Su, Penny, non dirmi che ti sei innamorata, eh? Chi è il fortunato, anzi il povero diavolo, dato il tuo caratterino, che fa sospirare il tuo cuore?»

Tuppence ci mise un secondo di troppo a rispondere alla domanda, cosa che la fece suonare ancor meno convincente: «Nessuno! Dicevo così per dire. Fa sempre comodo qualche cliente in più.»

«Non sarà quel tipo con cui sei stata quasi tutta la sera della festa? Ho sentito Lottie malignare di essersi dovuta cuccare quel lercio di Lord Wilson perché tu eri impegnata con uno sconosciuto dai capelli scuri e un tricorno nero.»

CORTIGIANE E PASSIONIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora