47.

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Ross stava fermo davanti al bel portone in legno lucido da ormai cinque minuti, incerto sul da farsi.

Si fece coraggio, prese un grosso respiro e bussò.

Si affacciò una minuta domestica che lo guardò un po' timorosa, e lui le chiese subito di poter parlare con il giudice Webb.

«Il signore è occupato.»

«Attenderò» sbottò lui e la giovinetta rientrò in casa, intimorita da quell'omone grande e grosso dall'aria arcigna, e gli venne chiusa la porta in faccia.

Ross era stanco e voleva solo portare a termine quel lavoro che gli aveva assegnato Lockhart, pur non avendo capito fino in fondo cosa si aspettasse bene da lui. Forza bruta?

Bussando energicamente per la seconda volta, si disse che probabilmente sarebbe andata a finire esattamente così, a lui non piaceva la gente maleducata che ti chiudeva fuori casa senza neppure farti entrare.

A questo giro apparve un servo più massiccio della precedente domestica, ma pure lui gli arrivava a malapena alla spalla. «Il giudice Webb?» richiese senza fronzoli.

«Cosa volete?»

«Devo solo recapitargli un messaggio.»

«Andatevene via» grugnì quello chiudendo nuovamente la porta, ma questa volta MacLeod non glielo permise; la bloccò con una mano e fulminò con lo sguardo l'ometto aggiungendo con un mormorio: «Solo due parole. Prometto.»

Quello lo guardò male, deglutendo vistosamente alla vista della sua stazza, e corse nel corridoio alle sue spalle verso una porticina in fondo lasciata aperta. Ross udì un po' di voci concitate, poi apparve finalmente quello che doveva essere il giudice Webb, un allampanato signore dai radi capelli striati di bianco che incedeva con aria nervosa.

«Si può sapere cosa diamine volete da me?» gli sibilò seccato, e con lo sguardo che guizzava febbrile alla via attorno a loro lo fece accomodare frettolosamente.

Ross entrò, tossicchiò e a bassa voce riferì: «Mi è stato chiesto di farvi presente che avete ancora un debito aperto.»

«Ho debiti aperti dovunque, ragazzo! Se vi riferite al sarto, sappiate che...»

Lo scozzese sfoggiò il suo miglior sguardo truce che fece zittire il farneticare dell'attempato giudice dalla vocetta petulante. «Debito aperto, giudice Webb. Gli uomini d'onore dovrebbero saldarli, dovreste saperlo bene» aggiunse serio. «Vedete di provvedere quanto prima. Spero di non dover ritornare.»

Senza aggiungere altro se ne uscì lasciandoselo tremante alle spalle, e si augurò il messaggio fosse stato recepito.

Quella sera andò a Portsea Place e venne fatto accomodare nello studio di Lockhart, che lo attendeva leggendo un libriccino davanti al camino. Vedendolo lo chiuse con uno schiocco e si alzò per andargli incontro e lo tornò a studiare con quello sguardo indagatore. «Mi siete piaciuto, Mr MacLeod» esordì con cenno soddisfatto del capo. Gli porse poi un sacchettino con delle monete che Ross prese con un sorpreso: «Grazie, capitano.»

«Non amo che si faccia uso della forza quando non è necessario» gli disse tornandosi ad accomodare sulla poltrona imbottita dallo schienale alto, estrasse dalla tasca della vestaglia cremisi da camera drappeggiata mollemente addosso un biglietto che si rigirò tra le dita della mano sinistra e distrattamente aggiunse: «Il giudice Webb ha scagionato una persona per cui era stata pagata la cauzione già da qualche mese, ma per interessi propri la ancora teneva in cella... Gradite da bere, Mr MacLeod?»

Ross scosse il capo, poi lo guardò andare verso un ripiano dell'imponente libreria scura riservato per gli spiriti e il padrone di casa si servì un generoso bicchiere di porto. «Siete stato veloce e discreto, e queste sono cose che apprezzo» gli disse sorseggiando il vino con aria pensosa. «Non avete fatto domande ma avete lo stesso ottenuto quanto richiesto, pur essendo io rimasto vago apposta. E io avrei proprio bisogno di un uomo sveglio che svolga questi lavoretti per me, ma premetto che il vostro predecessore non ha fatto una bella fine...» Lockhart guardò seccato il viso dello scozzese farsi cinereo, al che aggiunse con un sospiro esasperato: «È stato catturato in una retata della polizia, Mr MacLeod, non l'ho mica ucciso io, misericordia! Perché diavolo tutti dovete sempre andare a pensare a quello?» Finì il porto in un unico sorso e schiaffò il bicchiere sulla mensola del camino, e solo allora Ross vide il suo braccio monco per la prima volta, e di immediato si obbligò a guardare altrove per evitare problemi, proprio mentre l'altro grugnì nella sua direzione: «Allora, che mi dite, Mr MacLeod?»

Ross annuì serio. «Aye, contate pure su di me, capitano.»

Lockhart con un ghigno gli porse la mano che lo scozzese strinse con presa ferma, non abbassando lo sguardo da quello del suo nuovo datore di lavoro saltuario. «Tanto per cominciare, cercate informazioni su Peter Gibbs, giù al molo. Tenete le orecchie aperte e venitemi a riferire ogni cosa voi possiate sentire su di lui.» Gli passò in mano qualche moneta con un sopracciglio alzato, e Ross gli rivolse un cenno di assenso. «Io dovrò partire per la Cornovaglia, starò via un mesetto. Potete al massimo scrivermi...» Si bloccò e con aria dubbiosa gli domandò: «Voi sapete scrivere, Mr MacLeod?»

«Aye, capitano. Lo stretto necessario.»

«Meglio così. Allora, alloggerò per un po' al Red Lion di Charlestown. Se c'è qualcosa di importante, potrete scrivermi a quell'indirizzo.» Parve pensarci un attimo prima di rincarare un po' allarmato: «Solo per necessità, Mr MacLeod, intesi?»

Sì, Ross aveva capito bene.

Lockhart annuì rivolgendogli un cenno di congedo, poi però parve ripensarci e lo richiamò con una nota strana nella voce, proprio mentre stava già uscendo dalla stanza. Ross si girò e si sorprese nel vederlo con uno sguardo tormentato che gli stravolgeva i lineamenti, e con voce più bassa aggiunse: «Per necessità intendo anche qualsiasi cosa abbia a che vedere pure con Ms Walsh.»

Lo scozzese cercò di nascondere l'espressione un po' sbalordita, quindi si limitò ad annuire e parve che la sua reazione fosse stata quella giusta perché Lockhart con un grugnito gli fece capire di andarsene, rimanendo in piedi davanti al camino con le braccia dietro la schiena e lo sguardo torvo.

Una volta fuori, Ross costeggiò Hyde Park, e si disse che in fondo Lockhart non gli dispiaceva, ma continuava a pensare che non avrebbe proprio voluto trovarsi nella condizione né di avercelo come nemico né di dovergli dare brutte notizie. Che fossero inerenti a lui o a Ms Walsh.

Sbuffò tra sé, e non lo invidiò minimamente in quel momento.

*N. d. A.*
Ciao a tutti!
Cosa ne pensate di questo nuovo sviluppo tra MacLeod e Lockhart e dell'ennesima partenza di quest'ultimo?
Grazie a chi continua a leggere la storia!
Alla prossima
Cassandra Costa

CORTIGIANE E PASSIONIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora