57.

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Quando bussarono alla porta, James si tirò a sedere di botto dal letto, e una fitta alla testa lo trafisse da parte a parte, e mugugnando seccato si tirò in piedi. Solo con i pantaloni neri addosso scese le scale in fretta e furia prima che potessero arrivare Juniper o Todd, e spalancò l'uscio speranzoso.

«Ah, siete voi» borbottò con una smorfia delusa scorgendo Ross in piedi lì davanti, che lo guardava con aria incerta. «Entrate Mr MacLeod, vi prego di scusare la mise casuale» bofonchiò passandosi la mano sugli occhi camminando verso lo studio e arraffando al volo col moncherino la vestaglia gettata malamente su una sedia, mentre lo scozzese lo seguiva a debita distanza senza proferire motto. «Che avete per me?» chiese spiccio sedendosi sulla poltroncina davanti al caminetto, massaggiandosi la fronte con aria stanca.

«Capitano Peter Gibbs, del sessantaduesimo reggimento fanteria di Sua Maestà. Ha combattuto durante la Guerra contro le colonie americane, ha partecipato pure all'assedio di New York» iniziò a snocciolare Ross con le mani dietro la schiena. «Al momento sta lavorando per sventare traffici di contrabbando e... pare stia cercando apertamente voi, capitano.»

Lockhart diede un grugnito seccato. «Questa non ci voleva.»

«Ha organizzato lui la retata a Basildon Hall per Dubois, ci stava dietro già da mesi. Al momento sta pagando parecchie persone perché gli riportino notizie sul vostro conto.»

Ross era stato avvicinato dall'alto individuo, un lontano accento scozzese anche lui, e gli aveva allungato due spicci per farsi fornire indicazioni su dove potesse essere Lockhart, lo sguardo chiaro e freddo. La cosa lo aveva insospettito ed era andato a cercare chi diamine potesse essere quel tipo distinto che pagava per avere tutte quelle informazioni sul suo datore di lavoro, e poco dopo al Devil's Tavern aveva sentito un grasso marinaio commentare con voce cavernosa che preferiva sputare in faccia a quella sporca giubba rossa piuttosto che trovarsi nei guai con Lockhart.

James rimase a fissare pensoso le braci del caminetto che crepitavano sommesse, lo sguardo tormentato rischiarato dalla luce del fuoco, poi parve riscuotersi, ricordandosi che lo scozzese era ancora lì, così si frugò nelle tasche della vestaglia e ne estrasse varie monete d'oro che gli diede senza troppe cerimonie. Ross si trovò a guardare costernato il quantitativo di soldi ricevuto, e sul momento ragionò che quello doveva essere circa lo stipendio di un mese nelle scuderie degli Hastings.

«È tutto, Mr MacLeod.»

«Aye. Solo... Gibbs mi è parso pericoloso.» Ross ricordò l'espressione del soldato: non gli era piaciuta minimamente.

Lockhart si decise a guardarlo con attenzione e parve accigliarsi un attimo. «Lo terrò presente» gli disse in tono serio, poi i due si salutarono con brevi cenni del capo.

*N. d. A.*
Ciao a tutti!
MacLeod ha messo in guardia il Capitano Lockhart. Chissà cosa ha in mente questo fantomatico Gibbs.
Speriamo che la storia continui a piacervi, se volete lasciate un commento!
Alla prossima,
Cassandra Costa

CORTIGIANE E PASSIONIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora