15.

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«Cento ghinee all'anno.»

Becca sbuffò alzando gli occhi al cielo. «Non ci siamo, non ci siamo proprio, Mr Wellington.»

Blanca era in piedi dietro al divanetto imbottito su cui la maîtresse stava accomodata a spalle ben dritte, e si teneva le mani dietro la schiena, facendo vagare lo sguardo da Mr Wellington a Ms May con evidente aria sofferente.

Il suddetto Mr Wellington aggrottò la fronte, e passandosi una manona tra i sottili capelli biondo scuro cercò con i piccoli occhi chiari quelli grandi ed espressivi di Blanca, che si mordeva tormentata il labbro inferiore, mentre Becca incurante si sorbiva serena la sua tazza di tè, le fitte lentiggini del viso che sparivano quando soffiava delicatamente sulla bevanda bollente, alzando piccoli sbuffi profumati. «Blanca mi porta un sacco di lavoro, credo abbiate notato pure voi che è un bel bocciolo esotico» continuò lei con un sorriso mellifluo, indicando la sua dipendente con un gesto fluido della mano. Mr Wellington deglutì rumorosamente con le gote che gli si imporporavano lievemente mentre ammirava la ragazza avvolta in un semplice vestito rosa pallido che esaltava la sua carnagione olivastra e i capelli d'ebano che cadevano in morbide onde sulle spalle leggermente scoperte.

«Centocinquanta» replicò allora lui, riportando lo sguardo incerto su Becca, posandosi le mani sui pantaloni color blu notte con i bordi riccamente adornati da ghirigori svolazzanti dorati, dello stesso motivo della giacca dal colletto alto.

«Oh, Mr Wellington... Con Blanca si parte da almeno 300 ghinee, non di meno» fu la risposta secca della maîtresse, alzando le sottili sopracciglia rossicce, del medesimo colore dei folti capelli raccolti in un'alta crocchia. «Se voi foste interessato, questo è il prezzo minimo a cui io sono disposta a scendere, non potrei diversamente perché perderei una delle mie perle più preziose, qui a Mahogany Hall.»

Tuppence se ne stava in silenzio fuori dalla porta a origliare, e sentendo dall'interno rumore di sedie che strisciavano sul legno del pavimento se la svignò in fretta verso il cucinotto dove le altre stavano parlottando fitto a bassa voce.

Al notarla Lin le chiese subito: «Ma quindi? Ha accettato?»

«Cinese pettegolona» ribatté la biondina prima di sedersi al tavolo con le altre, e fare un lieve cenno di diniego, stringendosi nelle spalle con una smorfia. «Aveva ragione Becca, quel Wellington è più tirchio di uno scozzese, parola mia!»

«Ssssssh, zitta zitta che la sento arrivare» sbottò Kitty sventagliando la mano agitata davanti all'altra, giusto in tempo prima che entrasse Blanca con aria mesta.

Nel silenzio imbarazzato generale, la ragazza si sedette al tavolo con le altre.

Charlotte le chiese con un ghigno: «Scusa, cara Blanca, vuoi anche tu una tazza di Mr Wellington?»

Deirdre scoppiò in una sonora risata che le fece tremolare i seni strizzati in un corsetto particolarmente esplosivo, e anche le altre non riuscirono a rimanere serie e si misero a sghignazzare, incuranti dell'ispanica, che le fissava con aria corrucciata.

«Non siete per niente divertenti!»

«E dai, Blanca, cerchiamo solo di sdrammatizzare.»

«Ma quanto ha offerto?» inquisì Lin, sporgendosi sul tavolo, e Blanca stava per risponderle di farsi i fatti suoi, ma Tuppence la precedette: «Centocinquanta l'anno, il pidocchio.»

«Pidocchioso assai!»

«Andiamo, centocinquanta sono una bella cifra!»

«Per te, magari» ribatté Deirdre. «Quel Wellington ha soldi a palate, possedimenti ovunque, per lui è davvero un niente.»

CORTIGIANE E PASSIONIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora