CORTIGIANE E PASSIONI

41.

Il combattimento tra Ross ed Edward The Sailor venne organizzato per metà novembre.

All'evento parteciparono però solo alcune delle ragazze del Mahogany: Lin aveva in previsione una sessione particolarmente lunga con Mr Clarke, il quale pretendeva di farsi fare un massaggio con oli profumati con l'uso dei lunghi capelli scuri della ragazza, per i quali aveva una passione insana; Lottie aveva ricevuto la visita di Sir Cavanaugh, il quale aveva versato subito la cifra per intrattenersi l'intero pomeriggio con la sua prediletta; Deirdre invece si sarebbe piacevolmente sottoposta alle cure della lingua vogliosa di Sir Armitage.

La bisca, diversamente dalla precedente, si teneva in un capannone abbandonato fuori Londra, di proprietà di un ricco possidente e per questo lontano dall'occhio vigile della polizia.

Un grosso ring era stato allestito, con tanto di spalti con i posti già quasi tutti occupati da gente tanto vestita bene quanto da persone dal viso più smunto e abiti logori e decisamente vissuti. La calca della folla riscaldava lo spazio grigio in un miscuglio nauseante di odori che andavano dall'olio profumato a quello di sudore acre, con lo stridio acuto dei gabbiani di sottofondo che volteggiavano lì fuori nel cielo plumbeo.

Hazel e Ross erano passati dal banco delle scommesse a lasciare tutti i loro averi, non senza un'occhiata decisamente corrucciata dello scozzese che non era riuscito a togliersi quell'espressione accigliata da che avevano tirato fuori ogni singolo penny racimolato in tanti mesi di sforzi. Lui aveva guardato torvo l'omino in giacca col panciotto che con mani grasse e veloci aveva preso quei sudati risparmi, e Hazel gli aveva dato un buffetto sulla guancia. «Andrà tutto bene» lo rassicurò, anche se pure lei sentiva un brivido di nervosismo che le scivolava lungo la spina dorsale.

Lui si era sforzato di rivolgerle un sorriso stentato prima di voltarsi e avanzare con incedere rigido verso il ring.

Hazel si arrampicò veloce sugli spalti e si infilò senza tante cerimonie tra un paio di tizi in prima fila, da dove poteva godere di un'ottima visuale del marito che avrebbe combattuto. Il cuore le galoppava nel petto per l'emozione e non riusciva a staccare gli occhi di dosso da Ross, che si toglieva la camicia e si preparava, in attesa del suo avversario, con gente dall'aria poco raccomandabile che gli ronzava attorno dandogli una serie di indicazioni secche a cui lui rispondeva con brevi cenni del capo.

Quando un uomo dall'aria rubizza che presentava l'incontro annunciò l'arrivo di Edward The Sailor, le speranze di Hazel vennero nutrite ulteriormente: quell'uomo aveva un'aria emaciata e sembrava persino alticcio. Per MacLeod sarebbe stato uno scherzo vincere l'incontro.

Lo scozzese non parve dello stesso avviso della moglie allo scorgere il suo avversario alto e dalla guizzante muscolatura asciutta. Era pallido e i sottili capelli color topo gli rimanevano appiccicati in ciocche unte sull'ampia fronte, ma gli occhi con cui si guardava attorno gli fecero gelare il sangue nelle vene: quell'uomo era venuto solo per menare le mani, non gliene sarebbe importato un accidenti di prenderle, perdere o vincere, avrebbe solo continuato a menare fendenti fino a che le sue braccia tatuate glielo avrebbero consentito.

Ross ci aveva avuto a che fare con gente così, e non era andata a finire bene proprio per niente. Massaggiandosi una mano, aveva fissato il serpente che si snodava in spire ipnotiche attorno al bicipite di The Sailor, e trovò che gli occhi gialli vuoti del tatuaggio ricordassero quelli del suo proprietario.

Nel frattempo Fanny stava facendo quattro passi intorno all'area dello scontro, al di fuori della massa di gente accalcata, chiedendosi se quella sarebbe stata una sera proficua per il lavoro.

Tra uomini in eleganti tube in pelo di talpa che annotavano le scommesse su una grande lavagna scura, qualcuno emerse e le andò incontro, chiamando il suo nome con voce bassa e calda.