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A Fanny non dispiaceva trascorrere il suo tempo in attesa della guarigione dall'infezione in cucina, però quel giorno non si sentiva al massimo della sua forma, quindi dopo aver finito di preparare la zuppa per il pranzo aveva deciso che sarebbe uscita a fare quattro passi. Aveva una leggera nausea e un po' d'aria aperta le avrebbe fatto bene. Di sicuro era perché aveva esagerato con il porridge quella mattina. Si era svegliata con una fame del diavolo e, dato che Lin aveva accantonato la sua porzione preferendo la pipa, le aveva chiesto se le spiaceva se la finiva lei. La cinese aveva scosso il capo, così Fans aveva trangugiato anche il suo porridge in pochi istanti.

Aveva la brutta abitudine di mangiare in fretta, di quello si era da sempre rimproverata, ma era più forte di lei.

Avvertì Becca che usciva a fare una passeggiata e la maîtresse le chiese se, già che c'era, poteva passare da Mr Taylor a ritirare un suo corpetto che aveva chiesto di modificare.

Fanny aveva recuperato allora lo scialle che Ethan le aveva regalato e si era avviata alla volta della bottega dei Taylor, felice alla prospettiva che probabilmente avrebbe incontrato il giovane sarto.

Era passato un paio di volte a trovarla al bordello ma lei gli aveva detto che al momento non stava lavorando. Lui si era limitato ad arrossire e a balbettare che in realtà era passato perché voleva vedere come stesse. Anche se dagli sguardi languidi che lanciava al suo décolleté mentre lei affettava le carote, era stata quasi tentata di proporgli un lavoretto di bocca giusto per dargli un po' di soddisfazione.

Quando Fanny entrò nella sartoria, si chiese se in lei ci fosse qualcosa che non andava quel giorno.

Camminando per le strade di Londra, la nausea le era del tutto passata ma, non appena Ethan aveva posato gli occhi su di lei, si era sentita percorrere da un calore che l'aveva attraversata per tutto il corpo, concentrandosi tra le sue gambe.

«Buongiorno, cara» l'aveva salutata cordiale il vecchio Mr Taylor. «Sei qui per il corpetto di Ms May?»

Lei annuì, cercando di ignorare lo sguardo di Ethan su di lei, che le portava alla mente i momenti nello sgabuzzino di Reverendo Michael. Chissà se anche lì c'era uno stanzino nel quale nascondersi?

Ma cosa andava a pensare! Doveva essere il suo periodo del mese, per quello aveva quegli sbalzi d'umore e un sacco di voglie strane.

«Ragazzo, ci pensi tu? Mrs Hunt mi ha chiesto di andare a prendere le misure a suo marito» abbassando la voce e facendosi il segno della croce, il vecchio Taylor aggiunse: «Povera Amelia, suo marito, il giudice, non ha una bella cera. Vorrà fargli preparare un abito decoroso per le sue imminenti esequie.»

Fanny abbassò lo sguardo, dispiaciuta e salutò l'uomo, che uscì dopo averle rivolto un breve inchino.

«Come state, Ms Fanny?» le domandò Ethan guardandola con un sorriso accennato.

Più lei guardava quelle labbra, più le sembrava di volerle dappertutto sul proprio corpo.

«In realtà...» cominciò lei, interrompendosi quando lui fu a meno di un metro di distanza per passarle l'involto con il corpetto di Becca. «Mi siete mancato, Ethan» confessò Fans, prima di potersene accorgere e darsi un freno. «Cioè, io volevo dire che...» provò a rimediare, ma lui la interruppe.

«Anche voi mi siete m-mancata, Ms Fanny» così dicendo aveva messo da parte il pacco con il corpetto e le aveva invece preso una mano, portandosela alle labbra con un gesto romantico che ebbe il potere di infiammare ancora di più gli ormoni impazziti di Fans.

«Oh, Ethan...» mormorò lei, annullando la distanza tra loro due e posando le labbra su quelle del sarto, che si dischiusero per lo stupore, lasciando che le loro lingue danzassero insieme in un lungo bacio che di casto non aveva proprio nulla.

Si nascosero dietro a un tessuto di pesante broccato rosso, lontano dagli occhi indiscreti di chi, passando in strada, avesse guardato al di là della vetrina.

Fanny bloccò la mano di Ethan quando provò a infilarla sotto la sua gonna. «Ancora non posso, Ethan, ma lasciate che ci pensi io a voi.» Così dicendo si era inginocchiata davanti a lui, gli aveva slacciato i calzoni e aveva cominciato a stimolarlo con la bocca. Si sentiva così strana, era come se un calore fortissimo le invadesse tutto il corpo, non riusciva a darsi un contegno e a fermarsi.

«Ms Fanny...» il richiamo strozzato di Ethan la fece fermare appena in tempo da tirarsi indietro.

Appena si fu ripreso un po', con il volto rosso per l'imbarazzo, si sporse a recuperare un fazzoletto di seta in esposizione e glielo porse con un gesto delicato.

Quando lei si rialzò e incrociò lo sguardo del giovane sarto che la fissava con aria soddisfatta e spaesata allo stesso tempo, lui mormorò: «Ms Fanny, io non vi ho p-pagato, neanche l'altra volta...» Non erano più tornati sull'argomento, ma in realtà entrambi sapevano che quello che era successo tra loro nello stanzino di Reverendo Michael andava ben oltre il lavoro.

Lei ci scherzò su: «Credo che con il fazzolettino di seta siamo in pari, Ethan.»

Lui annuì, poi però le chiese: «Mi piacerebbe fare una passeggiata con voi. Domani pomeriggio sareste libera?»

Una passeggiata suonava come un corteggiamento in piena regola, si disse Fanny. Pensò, "Perché no?". Sapeva che non avrebbe voluto fare la prostituta per tutta la vita, quindi accettò, posando un bacio sulla guancia di Ethan prima di recuperare il corpetto di Becca e uscire dalla bottega, canticchiando contenta tra sé.


*N. d. A.*
Ciao a tutti!
Ethan sembrerebbe voler corteggiare Fanny con tutte le migliori intenzioni di questo mondo! Come la vedete come cosa? 
Grazie a chi continua a leggere, lasciate un commento se volete!
Alla prossima,
Cassandra Costa

CORTIGIANE E PASSIONIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora