La Volontà(3/3)

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Verso sera pensò alla parola "volontà". Era il momento in cui lui e Falchi praticavano lettura.

Arrivò a quella parola con una serie di associamenti: erano arrivati a buon punto di Le gesta e le pene del nostro guerriero Ammazzadraghi, Falchi stava giusto aprendo la pagina del penultimo capitolo, in cui l'eroe dal cuore spezzato chiede consiglio all'indovina Mutchka(di cui non esiste alcun documento biografico). I progressi del giovane erano stati così rapidi perché ci aveva messo la sua volontà. Anche se è importante non togliere il merito alle ricompense promesse a patto che recitasse un intero capitolo tutto da solo. Erano diventati entrambi molti attenti a eventuali errori di pronuncia e comprensione, ma dovettero inoltre sviluppare un finissimo stato di allerta da quella volta in cui una domestica che raccattava la biancheria sporca bussò alla camera di uno dei due illustri ospiti, i quali ebbero il tempo di abbassare la maniglia e aprire la porta per balzare in piedi, composti e distanti.

"Oh. I miei rispetti, signor tenente" salutò con un cenno del capo. Entrò in stanza e raccolse la roba lanciata di consuetudine in un angolo. "Non dovreste essere nella vostra camera a quest'ora? La sveglia domani è all'alba."

"Aiutavo il tenente Falchi a migliorare la sua lettura" intervenì Luka di botto. E quella non era una balla, quindi stette bene. Semplicemente non stette lì a spiegarle il suo metodo di studio. Anzi, non appena la domestica fu andata, si fiondò alla brocca d'acqua a bagnarsi faccia e collo mentre Falchi scoppiava a ridere tenendosi il petto.

Fare i piccioncini in un castello brulicante di occhi indiscreti era dura, pensò.

«Sbaglio qualcosa?»

Scosse la testa. «Un ricordo. Ho imparato a riderci più in fretta di quanto pensassi.»

Gli diede un bacio sul dito fasciato(Falchi si tagliò altre due volte le dita voltando pagina) e lo esortò a continuare. Intanto si alzò e andò a cercare una copia de Il pirata dall'occhio di stella sullo scaffale. Ormai conosceva le minime variazioni del tono di voce di Falchi di quando confondeva una d con una b, sbagliava rigo o si imbatteva in una parola che poteva giurare di non aver mai sentito in vita sua. Quindi anche di spalle, quand'era un attimo alla latrina, gli diceva con sicurezza "b" o "d" o "il rigo sotto" e così via.

Dall'incidente, avevano cambiato postazione nella biblioteca di palazzo. Quella piccola, precedente alle nozze di Livyia e Gaio che aveva un solo divanetto e un tavolino dove i domestici lasciavano una bevanda calda e biscotti.

«"Mutchka che vedete le fragole rosse, le mele verdi e gli acini neri, guardate ora il vostro re: vedete come mi era cara e calda la vita e adesso tremo..."»

Il pirata dall'occhio di stella in un'altra vita era stato il mattone di un palazzo e in un'altra ancora un orso, per darti un'idea delle sue dimensioni. A vederlo per la prima volta, Falchi deglutì: prese in prestito un cuor di leprotto mentre il suo cuor di leone tornava galoppante nei prati del sud.

Luka capì subito i suoi pensieri. Non che ci fosse bisogno di un oracolo: uno che recitava l'alfabeto più o meno bene non sarebbe mai stato al passo di un avido pesciolino di biblioteca, soprattutto quando era quella la mole del libro del momento.

Fu lì che il gene della competizione tramandato da Rapaci a Rapaci pulsò dentro una vena azzurrina sulla tempia del falchetto. Quando si fu ripreso dallo shock, andò dal suo più caro amico Luka(l'aveva chiamato così una sera, "Sei il mio più grande amico" disse. E il peso di questa frase non è trascurabile come pensi, perché i guerrieri non hanno tempo dei "penso..." e i "credo..." che ci agevolano le controversie e ci disimpegnano dall'amore: la verità di un guerriero era detta, esposta alla luce del sole e indissolubile.) e gli disse che voleva diventare più bravo e lo voleva subito. Luka, be', di fronte al pugno stretto, il sorriso determinato e quegli occhi che guardavano solo lui, dovette chiedere un momento per tenersi il cuore.

Il Regno Di Hod'ragenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora