Gli bastò una notte per finire di scrivere il diario e l'annuncio che il tenente Falchi era a Palazzo a scuoterlo completamente dal sonno che non aveva soddisfatto.
Vestito di tutto punto come fosse il festival delle mode da ieri a oggi, si precipitò in corridoio schivando abilmente i domestici che facevano avanti e indietro tenendo tra le mani spazzoloni, stracci, nastri, fazzoletti e profumi. Di questo si complimentò con se stesso: era il suo primo giorno nel presente da quando aveva quattro anni e non se la cavava affatto male. D'altronde, il presente era un futuro già venuto, quali imprevisti dannosi poteva riservargli?
Lo colse uno proprio in quel momento, che contemporaneamente gliene ricordò un altro che era già passato.
Luka sparì dal corridoio acciuffato per il polso fasciato, che sotto la presa gli pizzicava, e si ritrovò in una stanzetta di cui aveva solo visto la porta chiusa.
Aprì la bocca per dirne quattro al suo sequestratore, ma Oe non gli lasciò modo.
«Non vorrai farti vedere così dal tenente Falchi, vero? Sei un bel ragazzo, cugino, e ai le occhiaie fino agli stivali!» Portava la vestaglia e i capelli non erano severamente acconciati con fiocchi e oli pregiati. Per Farouk - che possa vederti di buon occhio -, era un'invidiabile bellezza anche così, ma non era consuetudine presentarsi in questo modo al genero dei sogni della propria madre. «Siediti che ti sistemo. Su ordine di sua altezza reale» aggiunse, in caso non gli fosse stato chiaro.
Luka, che non ci teneva a diventare un nemico dello stato per un capriccio, si sedette.
Quello a lato non era il letto su cui la principessina Oe aveva saltato nella sua infanzia nonostante i rimproveri della balia o quando negli anni dell'adolescenza era tutto un grido per le pagine di un amore del tutto inventato. Quello non era affatto il suo letto, né quella era la sua stanza, troppo piccola per addirsi ad una principessa, bensì la camera del riposo della sua fidata dama di compagnia Isabella. Lei in quel momento rammendava un guanto nella stanza di sua maestà che nella fretta di indossarlo si era strappato.
«Come fai a...»
«Per piacere, cugino: "Siete un ottimo ballerino", "Dovreste insegnarmi". Puah!» Nel mentre che arricciava il naso in un'espressione schifata, Oe stava picchiettando col polpastrello intinto di terra marrone sotto gli occhi di Luka. «Il re e la regina fanno così quando pensano di non essere visti... Da voltastomaco!» Avrai constatato, sua altezza non era una ragazza particolarmente romantica: dopo essersi fatta una scorpacciata di libri d'amore da adolescente, uno schiocco di bacio bastava a farle venire la nausea. Ma era vero anche che tutte le sue coetanee del regno avevano deciso che l'amore dei testi non era che un'idea irrealistica messa su carta da uomini che non ci sapevano fare e non voleva essere da meno. «Loro non lo sanno, se questo può sollevarti. Ma sappi di essere un vero egoista: mia madre mi sta continuamente con il fiato sul collo! Mi raddrizza i gomiti e mi agghinda come una bambolina!»
«Ma tu adori agghindarti.»
«Sì, questo è vero...» ammise. «Ma non adoro quando Ginne mi tira i capelli. Giuro che mi ci vorrà un incantesimo per liberarmi da questo mal di testa!»
Luka rise ma venne rimproverato subito di non muoversi.
«E a te, cugina, che io e Falchi...»
Oe scrollò le spalle. «A me non fa né estate né inverno. Ammetto che è molto bello.»
«L'uomo più bello del regno.»
«E che ha un bel sedere.»
«Solido come un blocco di ghiaccio delle Terre Fredde» sospirò Luka.
«Ma più di così non lo vedo nemmeno. Falchi è un fanatico delle armi con una bella faccia. Non ti sfiderò a duello per sposarmelo.»
«Falchi non è un fanatico delle armi» ribatté all'istante Luka. «Gli piace la mattina quando non c'è un rumore,le cose belle e il pane caldo. Ed è posato, ma un disastro con la marmellata...»
«Wow» interruppe di nuovo Oe. «Sei innamorato ben più della metà di quanto lo è mia madre!» Strofinò le dita su un fazzoletto che una principessa mai doveva mancare. «Ti auguro che la sua infatuazione passi presto.»
Si avviò verso la porta, ma si bloccò quando sentì il suo nome chiamato.
«Se Falchi non ti piace, perché hai fatto questo per me?»
«Non è affar mio chi ti muove i bozzoli nello stomaco. Ovviamente, però, ora mi devi un favore.»
Se pensava a quel "favore", Luka non vedeva niente. Non era bastato a far prendere l'autore la penna in mano. Il futuro era un'incognita così come lo era per tutti tranne due celebri uomini e chi dopo di loro. Il presente era ancora più misterioso, imprevisto e spaventoso, ma era lì e ora, quindi si alzò e chinando il capo in un gesto solenne, lasciò che venisse da lui.
«Mi impegnerò a saldare il mio debito quando riterrai giusto» promise.
Oe spostò i ricci dalla spalla. «Non ne dubito. D'altronde non sai mentire.»
Luka strabuzzò gli occhi. «E tu non sai cantare!»
«Ah, io non saprei cantare? Perdonami se mi vanto, ma io ho preso lezioni della maestra più ricercata di tutta Hod'ragen!»
«Be'...»
«"Be'" cosa?» Oe incrociò le braccia sul petto. «Vuoi forse dirmi che sei più bravo di me a cantare? Intonami qualcosa, su!»
«Al momento non mi viene in mente niente!»
Lei scoppiò a ridere. "Benvenuto nel presente" diceva la sua risata.

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Il Regno Di Hod'ragen
FantasíaIl regno di Hod'ragen è stato innalzato sulla carcassa di un drago, ai tempi in cui questi occupavano in massa la pianura che va dalle montagne Serpentine al Mare Gorgogliante. Regine dopo re e re dopo regine hanno mosso i primi passi su quel che r...