Questa si svolgeva nella sala più grande di tutto il castello. I tavoli degli invitati erano disposti sui lati, lasciando libero il pavimento lucido su cui si era svolti tanti balli. Naturalmente, la serata non si sarebbe conclusa senza un ballo.
Il tavolo lungo a cui sedevano il re, la regina e altre personalità importanti era posto su un piano rialzato. Le loro maestà, sua altezza reale e la sua dama di compagnia, il consigliere reale e l'indovino che non diceva frottole, erano tutti disposti su un solo lato del tavolo, così da avere alle spalle lo stemma della dinastia Ammazzadraghi e davanti i musicisti più famosi, i cavalieri più valorosi, i proprietari terrieri più ricchi e i principi più contesi. Tutti quei pretendenti, la principessa Oe li guardava spostandosi un ricciolo dal naso con uno sbuffo: erano per lo più vecchi o brutti.
«Isabella,» disse alla sua dama di compagnia, «chiamami quando i guerrieri della Compagnia si tolgono l'elmo.»
Isabella annuì. «Volete che vi procuri un fermaglio?»
Oe la guardò spiritosa col mento sollevato da due nocche della mano elegante.
«E come dovrei intrattenermi nell'attesa?»
A favorire la fondazione del Quartiere del Sole era stato il matrimonio tra il principe Nikolino Ammazzadraghi, bisnipote di Ammazzadraghi e la sacerdotessa Gena, discendente dei Nomadi. Divennero regnanti ed ebbero una figlia dai capelli ricci ondulati che a distanza di due secoli si riproposero sulla testa della principessa Oe.
Infatti, da come si può dedurre, era la regina Livyia ad essere un'Ammazzadraghi e re Gaio, principe su un territorio ai piedi delle montagne, aveva preso il suo cognome.
«Sei tale e quale a un principe!» si complimentò Bracciodiritto con Luka, i capelli da una fascia in cuoio.
«Perché lo offendete così, Bracciodiritto?» intervenì Oe sporgendosi in avanti.
Il re che le stava a un posto di distanza, oltre la sedia lasciata vuota dalla regina che aveva urgenza di andare alla latrina, non si offese ma scoppiò a ridere di una risata grassa, fino a doversi rinfrescare le labbra con un sorso di vino.
Nemmeno da giovane era mai eccelso per la bellezza e sapeva che Livyia non lo favorì per quella causa. Avevano scoperto di piacersi oltre quello.
«Su» sospirò la regina sbucata dal corridoio laterale. Teneva la gonna sollevata per non incespicarci sopra. Tornò a sedere e lisciò il tessuto sulle gambe. «Avanti la prima portata e avanti i porci... Avanti i pretendenti! I pretendenti.»
Fu servito un piatto di farinata di grano ad ogni pretendente, più uno e discendente della famiglia reale.
«Se prestate attenzione, noterete che nella farinata è stato messo un filo d'olio.» Re Gaio aveva due guance tonde e incredibilmente rosse con o senza vino. «In ogni pasto c'è la ricchezza di vostro padre!»
«È un piacere e un onore arrivare fino alla tavola reale» gli sorrise Luka.
«È un onore avere voi alla tavola regale! Pascal! Vino per mastro Dacanti!»
Il primo pretendente presentato da un servo grasso quanto un magnate, avanzò al centro della sala e rivolse alla famiglia reale un profondo e scenico inchino. Era un suonatore di lira vestito di verde e conosciuto come Cantoredellaluna.
«Vostra maestà!»
«Ditemi.»
«Ho ascoltato il gorgoglio delle cascate che si infrangono in un lago. Ho camminato a piedi nudi dove la terra non si sforza a fare crescere un filo d'erba. Ho guardato le stelle accendersi una ad una sdraiato sulla schiena ma niente di tutto questo può eguagliare la bellezza a cui mi inchino umilmente! Il mio regno è il mondo che il nostro dio ha creato e il mio denaro è la lode della gente. Permettetemi, o vostra maestà, di prendere in sposa la più deliziosa e gentile delle principesse. Concedetemi la mano di vostra figlia e io canterò e suonerò della sua grazia finché la mia gola avrà voce e delle mie dita non rimarrà che ossa!»
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Il Regno Di Hod'ragen
FantasíaIl regno di Hod'ragen è stato innalzato sulla carcassa di un drago, ai tempi in cui questi occupavano in massa la pianura che va dalle montagne Serpentine al Mare Gorgogliante. Regine dopo re e re dopo regine hanno mosso i primi passi su quel che r...