Sono così, i giovani(2/2)

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«Visto? Non è stato così terribile!»

Luka non rispose né di sì né di no. Si strinse nelle spalle e al braccio di Falchi mentre uscivano.

Tutti si dirigevano fuori per andare a riscuotere la fortuna delle loro scommesse. Il cartomante e il tenente non avevano vinto un soldo, quindi non avevano fretta. Pazienza, a loro i soldi mica mancavano. C'era l'amore e un'enorme scomoda verità che si dimenava per venire a galla. Luka pensava a quanto tempo sarebbe riuscito a tenerla sott'acqua, incatenata al fondale... Poco, gli sputarono in faccia gli ultimi eventi. Durante la cerimonia gli sposi si giurano l'un l'altro la verità e nient'altro che quella. "Che la menzogna non vi corrompa mai" dice il ministro.

Luka non poteva di certo scegliere di vomitare sulle scarpe di suo marito fino alla morte, ma come gli diceva che gli ideali che l'avevano cresciuto, le credenze, gli insegnamenti, erano tutti sbagliati?

Nel chiasso dei suoi pensieri, distinse una voce che veniva da fuori: era di donna, era di sua maestà.

Livyia seguì il generale della Compagnia che avanzava curvo e lo prese sotto braccio. Il generale Aquila, di suo malgrado, accettò: non si rifiutava il braccio della regina, nemmeno quando il morale era sotto i piedi.

«Generale Aquila, eccovi qua! Passegiamo un po'... Volevo farvi gli auguri per le nozze imminenti di vostro figlio!»

«Inaspettate, vostra maestà.»

«Sì, la notizia ha colto tutto il regno di sorpresa, ma sono così, i giovani! Non ne fate un capriccio. Piuttosto, non siete contento che il vostro Falchi sia innamorato? Io la trovo una bella cosa.»

Aquila la guardò. A quel "contento" mancava la s.

Sollevò le spalle e tornò a fissarsi gli stivali. La schiena dritta e il sorriso affabile erano rimasti a casa, quel giorno.

«Mmmh... è per Kilza, dico bene? Ecco, che lei non sia qui a vederlo è un vero peccato.»

«Non dovremmo ammalarci di quello che non possiamo decidere.»

«Avete ragione, generale. Queste parole fanno di voi un uomo di valore.»

Un uomo senza valore. Chiuse gli occhi. "Sei un uomo senza valore", l'aveva chiamato così Falchi. Anzi, l'aveva solo pensato, perché gli aveva insegnato bene e ad aprire la bocca non si permetteva. Ma gli si leggeva benissimo in faccia, quello che pensava di lui.

"Devi darti una calmata" gli aveva detto suo padre mentre stringeva Falchi al petto. Non avrebbe dovuto lasciare che lo viziasse.

Insomma, che c'era di male a volere una buona vita per il proprio figlio? Poteva avere il regno e aveva scelto un uliveto. Questo lo rendeva scontento, che Falchi gettasse al vento un'opportunità per cui altri si sarebbero sporcati le mani.

«Un poco, mi dispiace per la vostra Oe: ho visto i ragazzi ballare il giorno del suo compleanno...»

«Ah sì! Ci siamo divertiti tutti quel giorno! Ma va bene così,» continuò, «d'altronde io ho accettato il mio sposo solo qualche anno dopo il mio debutto in società. Adesso - se non vi spiace, generale - devo tornare ai miei doveri regali, sapete com'è!» disse indicando il suo grosso marito e seguito.

Quindi salutò il generale e tornò indietro. Ma non andò da Gaio, bensì dalla coppia di cui tutti parlavano quella mattina.

«Falchi. Luka. Stavo pensando, perché perseguire tradizioni vecchie e polverose? E poi, non vorrei stressare i vostri genitori col viaggio.» I giovani la guardarono, curiosi di sapere cosa avesse in mente. «Autirizzerò io la cerimonia! La vostra e quella di Egar e Isabella.»

«Vostra maestà...»

«Suvvia, non dilungatevi con i ringraziamenti!» Conservò le belle mani nelle maniche. «Ora attendiamo che Oe torni dalla latrina e subito a palazzo!»

Sorrideva soddisfatta del suo lavoro.

Falchi guardava Luka con due occhi che tristi non gli sembravano affatto.

«Vostra maestà, io...»

«Sì, lo so. Lo so.» Ridacchiò. Sorrideva ancora mentre Isabella, rossa e trafelata le correva incontro. «Che succede, cara?» le chiese.

La ridarella le passò. Livyia si portò una mano alla pancia: desiderava non aver udito quelle parole.

Eppure l'aveva fatto e così dicevano: «La principessa è scomparsa!» 

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NDA

Il sole che prometteva di splendere caldo, dalla vergogna è andato a nascondersi dietro nuvoloni neri e minacciosi sul regno di Hod'ragen. La principessa Oe, la futura regnante è scomparsa.

- Frankumine

Il Regno Di Hod'ragenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora