Il dopo festa(2/2)

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Secondo la tradizione, re e regine dormivano in camere da letto separate. Ma non era comunque una regola invalicabile: talvolta re e regina si incontravano nella camera dell'uno o dell'altra con lo scopo di concepire un erede, raccontarsi della propria giornata o col pretesto di farsi una coccola prima di andare a dormire.

Per un motivo su cui ci è tenuto solo fare teorie, la regina di Hod'ragen usciva dalla camera da letto del consorte.

«Buona mattina a voi, giovani» salutò Livyia. «Mi ha colto una gran sete stamattina ma non mi andava di scomodare la servitù.»

Il tenente e il cartomante sorvolarono sul fatto che le cucine si trovavano in direzione molto diversa da quella da cui sua maestà insinuava di tornare.

Camminava barcollante con un'espressione beata sul viso, intontita da tutto il vino ingerito la notte prima.

«Buona mattina a voi, vostra maestà» rispose Luka accennando un inchino.

«A voi, Livyia.»

«Niente Livyia finché non sposate mia figlia. Per voi sono vostra maestà, tenente occhi azzurri.»

Falchi sollevò le spalle senza perdere il riso.

«Ma certo. Vi prego di perdonarmi, vostra maestà.»

La regina gonfiò il petto dimostrando di poter stare dritta per due stupefacenti secondi dopo aver svuotato la cantina reale.

«E sia. Non vi farò giustiziare. Ci rivedremo a colazione» aggiunse dopo aver superato i due ragazzi. Nessuno dei suoi invidiabili ricci era al suo posto. «Ora me ne torno a letto.»

«Non tarderemo!»

«Noi no, ma sua maestà sì» scherzò Falchi quando questa fu abbastanza distante. «Sembra che non siamo stati gli unici a divertirci stanotte.»

Luka alzò lo sguardo sull'arazzo che copriva tutto il muro del corridoio.

«Chi può dirlo?»

Il tessuto raccontava Le gesta del nostro guerriero Ammazzadraghi, la storia originale. Le pene d'amore esistevano esclusivamente in formato cartaceo, aggiunte da uno scriba vissuto in un'epoca più vicina alla nostra che a quella dell'eroe e più romantica.

Il primo disegno vedeva Ammazzadraghi entrare in scena da un punto impreciso, come se il vero inizio dell'arazzo fosse stato tagliato via con un paio di forbici. Questa scelta artistica si poteva attribuire all'Atto di Indipendenza dall'impero Mannu: a suo tempo l'uomo era stato suddito della corona imperiale, finché non rinacque eroe e padrone di un regno a sé stante.

La storia proseguiva con l'incontro e lo scontro col primo drago su quella terra abitata da nessuno e finiva col teschio di quello stesso drago le cui corna andavano a prendere la forma di due torri. Difatti, Hod'ragen significava "testa di drago", proprio perché secondo la tradizione, il palazzo reale era stato eretto sul cranio del mostro.

I due ragazzi passavano sotto l'episodio in cui Ammazzadraghi lanciava la carcassa di un drago dove si sarebbero andate a formare le montagne Serpentine. Ancora secondo la tradizione, Ammazzadraghi lottò a mani nude. Gli storici non furono d'accordo a riguardo: ritenevano che almeno all'utilizzo di una spada o una fionda si era ricorso. Poi tutte le teorie vennero smentite da un ragazzino che pestò a morte un drago acquatico.

Quando Luka gli chiese i dettagli della vicenda, Falchi gli rispose che non poteva dirgli più di quel che tutto il regno sapeva: era noto a tutto il regno che si era tuffato in acqua e si era arrampicato su per il corpo lungo della bestia, indisturbato dalla mancanza d'aria, che l'aveva stordito con un pugno in mezzo agli occhi e aveva continuato a picchiare finché il pugno gli affondò troppo lontano. Quindi lo finì con una ginocchiata alla gola che dal dolore gli fece affondare i denti e abbandonare alla superficie dell'acqua il suo corpo blu-violaceo.

Il Regno Di Hod'ragenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora