Notizie Fresche D'inchiostro(1/4)

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Il domestico che passava di lì per tirare le tende, aprì la porta su una scena davvero tenera: la principessina dormiva sicura sotto il braccio del re di Hod'ragen. Entrambi sonnecchiavano tranquilli.

Il vecchio cane, invece, balzò sulle quattro zampe come se le truppe imperiali ne avessero avuto abbastanza della pace e adesso battevano con spade e lance sulle mura che circondavano il regno. Abbaiò forte in modo da ricacciare i nemici a ovest, da dov'erano venuti.

In realtà, la psicologia di un cane è molto più semplice e ammetto che potrei aver giocato di fantasia: poteva crollare il castello e avrebbe dormito come un orso in pieno letargo, ma quando un domestico strisciava i piedi sul tappeto, significava che era l'ora di mangiare! Cos'è la "psicologia", dici? Oh, certo: non diversamente dalla "tecnologia", la "psicologia" è un nuovo tipo di magia praticato dagli sciamani dell'est, praticamente sconosciuta al resto del mondo. Consiste nell'estrarre lo spirito dal suo involucro(dico il vero! Mi darebbe ragione l'ex generale Pettirosso dei Rapaci, che quando era in vita era stato ospite di quel popolo che custodiva gelosamente le loro pratiche, anche perché credevano gli occidentali un branco di imbranati. "Voi di laggiù non siete buoni" dicevano), metterlo in una cesta di vimini con erbe aromatiche e acqua di sorgente e mescolare cantando con la gola. Finita la procedura, lo sciamano rimetteva lo spirito come nuovo nel suo corpo. Per questo dallo sciamano si poteva andare solo uno alla volta: immagina che confusione!

L'allarme del cane svegliò con successo i regali che si risparmiarono dal dirgli che l'esercito Mannu, ora completamente sbronzo in occasione della sagra del cinghiale, non pensava neanche lontanamente a bussare sui portoni di Hod'ragen. Per educazione.

Mentre la principessa si stropicciava gli occhi grigi, il domestico poggiò delicatamente una pila di fogli sul comodino che aveva accanto: era il settimanale. «Notizie fresche d'inchiostro» lo presentò il domestico.

Tra sé e sé, Oe si chiese perché venivano chiamate "fresche" quando la carta appena stampata era calda al tatto. Si strinse alla spalla del papà, che se vedeva tante lettere vicine tra loro, doveva assolutamente scoprire perché stessero strette strette.

Ci volle poco perché le sopracciglia di Gaio si lanciassero fino ai capelli, strizzando la fronte in tante pieghe di pelle lentigginosa. Inaspettatamente, gli venne da ridere.

«Lavati la faccia, lucertolina: voglio arrivare a tavola prima di tua madre!»

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