Carta Bianca(3/3)

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La Compagnia degli Ammazzadraghi era tutta raggruppata proprio sul bordo prima del campo, argentea e scintillante. Infatti, stare seduti dietro i guerrieri della Compagnia comportava una visuale molto scomoda: un movimento ampio da parte del soldato più grosso era capace di accecare un'ala intera degli spalti.

Luka dovette filtrare la luce riflessa tra le dita per non perdere la strada.

«Questo posto è occupato?»

Una trentina di uomini vestiti di ferro scattarono in piedi come tante molle.

«Riposo. È un amico.»

Come si erano alzati, tornarono a sedere con un rumore metallico.

«Al contrario» aggiunse il tenente Falchi sorridendogli. «In realtà, ci sedeva Cannocchiale, ma è lì a fare i conti.»

Indicò l'unico soldato ancora in piedi, appoggiato sul bordo mentre con il braccio continuava un movimento di scarabocchio. Fino a quel momento non si era accorto di nulla, poi girò la testa rivelando una benda nera sull'occhio destro.

«Mi avete chiamato, signor tenente?»

«No, soldato. Occhio sul nostro campione.»

«Agli ordini, signor tenente.»

«È un vero problema durante le missioni marittime» scherzò Falchi. «Ti faccio spazio, siediti.»

«Si chiama davvero Cannocchiale?» chiese Luka, sorpreso di una scelta così... insolita da parte dei genitori.

«Naturalmente no: è un soprannome. Rakk è cresciuto con i pirati prima di unirsi alla Compagnia e ha tenuto alcune abitudini.» Si indicò uno dei due occhi, entrambi esposti alla luce del sole e famosi in tutti il regno. Più tondi rispetto a quelli del soldato che erano a mandorla. «A volte è duro d'orecchi, ma al buio ci vede come un gatto!»

«Capisco. E che cosa fa in questo momento?»

«Sceglie il campione. A colpo d'occhio riesce a misurare altezza, circonferenza dei muscoli e aerodinamicità.»

«Mezza arena scommetterà su Egar. Voi no?»

«Una parte del denaro andrà comunque alla Compagnia: lo scopo dei giochi è il divertimento. A proposito, dimmi,» Falchi inclinò la testa di lato non curandosi del ciuffetto sfuggito da dietro l'orecchio, «qual è quello che ti piace di più? Perché ha una faccia simpatica o ci scherzeresti davanti a un bicchiere di birra... o vino, quel che preferisci.»

Luka, invece, il solletico sulla guancia lo percepiva distinto e fonte di panico, ma stette composto, educato come un principino. Dentro di sé era indeciso se ignorarlo, metterglielo a posto o scoppiare in una risata isterica.

Nel dubbio, schiarì la voce e allungò il collo verso il campo.

«Direi... comunque Egar il Grosso: avrei paura a stringergli la mano, ma ha degli occhi molto dolci.»

«Perché non Darkron il Nonno?»

«Perché non penso Darkron il Nonno abbia più l'età per partecipare. Non so che stregoneria lo tenga ancora in piedi, ma da segni di cedere.»

Falchi scoppiò a ridere, quindi Luka lo seguì a ruota, stringendosi nelle spalle, anche se non era sicuro fosse così divertente il suo commento.

Poi il tenente sistemò i capelli fuori posto dietro le orecchie. Gli toccò la spalla.

«Mi fa piacere che tu abbia deciso di restare, Luka. Potresti venire a bere una cosa con la Compagnia, uno di questi giorni. Conosco un posticino, magari non poi così di classe, ma molto carino e il servizio è buono.»

Luka guardò la spalla e guardò il tenente. Dall'altra parte della tribuna poteva scorgere il naso aquilino del generale, ma non gli importò.

«Questo farebbe molto piacere a me.»

Preso da una sorta di coraggio, da una spinta da parte del futuro che sembrava più presente che mai, gli toccò la gamba. Un gesto naturale e semplice tra due persone in simpatia. Se non fosse che lo scontro non misurato con il ferro del cosciale gli fece vedere le stelle.

«Per Farouk! Ti sei fatto male?»

«Signor tenente! A seguito di attente osservazioni ho individuato tre campioni...»

«Tempismo, Cannocchiale.»

«Pizzica... Ma adesso mi passa» assicurò Luka tenendosi il polso. Il palmo era arrossato.

«Che possa vederti di buon occhio...» ricordò. «Mi dispiace: è colpa della corazza» dimostrò battendo un pugno sul petto, sopra il drago tutto angoli inciso sul ferro.

«Figurati: avrei dovuto immaginarlo.»

Falchi non ribatté. Prese il foglio dei nomi compilato dal suo sottoposto e lo guardò distrattamente accarezzandosi il mento.

«Be'...» disse. «Io non sto andando in guerra. Non prossimamente.»

Luka guardò il suo profilo in attesa della svolta. «Dunque?»

«Dunque ritengo di poter lasciare a casa l'elmo, fino al prossimo ordine.»

Gli rivolse tre quarti del viso. Era tentato di distogliere lo sguardo, ma era come se l'avesse afferrato, fermo così.

«E poi, a te serve una guida, non una guardia.» Batté la nocca sul foglio, senza indicare un nome in particolare. «Cannocchiale! Ho scelto il nostro campione!»

-

NDA

A Luka questa carta bianca proprio non va giù: che il suo sia solo un sogno, piuttosto che una visione? Fortuna che zio Anshival è qui a risollevare gli animi, o questi due non ne caverebbero piede!

Adesso via alle scommesse: qual è il nome del campione scelto da Luka e il tenente Falchi?

-Frankumine

Il Regno Di Hod'ragenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora