Lunedì.
La sveglia all'alba, il caffè latte bollente trangugiato di corsa rischiando di ustionarmi la trachea, la guida esperta di Roberto e le corse per evitare il traffico cittadino nell'ora di punta.
Ma, nonostante tutti gli accorgimenti del caso ero in un inesorabile, inammissibile e fottuto ritardo.
Imprecai mentalmente mentre tutta trafelata percorrevo a grandi passi il lungo corridoio, diretta all'ufficio di Maria De Filippi.
Sentivo una leggera agitazione lambirmi le viscere in vista di quella riunione con la famosa conduttrice, che si sarebbe tenuta in forma privata nel suo ufficio e senza la presenza esterna di altri membri della produzione.
Ero stata convocata due giorni prima, tramite un'email inviata dall'indirizzo di posta elettronica di Fabrizio, in cui mi veniva indicato l'orario e il luogo di ritrovo.
In allegato al messaggio vi era la copia del nuovo contratto di lavoro che avrei dovuto stampare e sottoscrivere sul momento.
Nonostante fosse un fascicolo di sole venti pagine, lo sentivo pesare come un macigno sullo stomaco.
Firmando quelle carte avrei approvato, in maniera del tutto condiscende, la volontà di intrattenere un certo tipo di rapporto con Rudy sotto i riflettori e davanti a milioni di persone.
Rudy Zerbi.
Sarebbe stato presente anche lui a quell'incontro.
Non lo sentivo dalla telefonata che avevo effettuato fuori dal ristorante Milanese.
Era rimasto spiazzato dalla mia decisione di accettare quella che io consideravo una proposta insensata e priva di integralità morale.
Aveva cercato di capire il motivo che mi avesse spinto a cambiare idea, senza riuscirci.
Meglio così, anche perché, con il senno di poi, la mia era stata una scelta dettata dall'instabilità emotiva del momento.
Vedere Andrew in quella paparazzata non aveva giovato al mio orgoglio ferito e mi aveva spinto a compiere quel gesto scellerato.
Avevo passato il restante pomeriggio sul divano, a piangere per la frustrazione e a maledirmi per aver ceduto il passo a quello che i miei occhi avevano visto, circondata delle mie amiche che avevano tentato in tutti i modi di arrestare le mie lacrime, invano.
Mi riscossi da quei pensieri, cercando di lasciarmi scivolare di dosso tutta la tensione accumulata in quei giorni.
Procedevo spedita lungo l'ampio corridoio deserto, il suono dei miei tacchi era amplificato dal pavimento in grès.
E come se, l'essere in ritardo ad una riunione fissata con Maria De Filippi a cui avrebbe presenziato pure Rudy, non bastassero ero pure senza accompagnatrice.
La ragazza incaricata di guidarmi fino all'ufficio di Maria, prendendo il posto della dolce Elisabetta, aveva infatti avuto un imprevisto e non si era presentata a lavoro, lasciandomi completamente in balia del mio pessimo senso dell'orientamento.
Ero dunque da sola, senza nessuno a farmi da guida, a dovermi orientare in quel labirinto di uffici e corridoi che si alternavano in una sequenza caotica.
Avanzai, stringendomi al petto il plico di fogli che sancivano la mia condanna a morte.
Gettai uno sguardo al bigliettino che tenevo nella mano libera. Secondo la mia mini-mappa, contenente le informazioni essenziali per raggiungere il luogo dell'incontro e fornitomi gentilmente dalla signora dell'accettazione (la poveretta mi aveva visto sull'orlo di una crisi isterica ed era dovuta correre ai ripari), l'ufficio di Maria si trovava alla fine di quel corridoio, oltre la rampa di scale che avrei trovato alle mia sinistra.
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Ortica || Zerbisa
Fanfiction"Sai Rosalba" mormorò annullando, con un passo, la distanza che ci separava "Non ti conviene prenderti gioco di me o potrebbe finire male" mormorò vicino al mio orecchio. Il fiato caldo a solleticarmi il collo. Un brivido mi percorse tutta la schien...