"Che mi venga un colpo!" esclamò Andrea. "Rodolfo, Rodolfo Zerbi in persona. Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo visti?" aggiunse con voce calda, avvicinandosi a noi.
La sua voce mi provocò una scia di brividi lungo la schiena. Mi appiattii il più possibile contro la superficie metallica del carrello portavivande. Rudy mi lanciò una rapida occhiata. Nei suoi occhi verdi riuscii a scorgere una guizzo impercettibile ed indecifrabile. Il mio sguardo tradì il panico che provavo e il rumore sordo dei passi sul pavimento mi suggerirono che Andrea doveva trovarsi a pochi metri di distanza da me. Se avesse mosso qualche altro passo, nella nostra direzione, mi avrebbe sicuramente vista.
Rudy con un movimento rapido si addossò alla parete del muro e impedì all'uomo di procedere oltre. Sgranai gli occhi per la sorpresa.
"Ciao Andrea" disse lui semplicemente "Ti credevo a Milano per la quinta edizione del Music Week."
"Sì, ho partecipato a qualche evento in programma. Niente di chè in realtà. Sono tornato a Roma ieri sera per festeggiare il compleanno di mio figlio e per passare un po' di tempo con lui."
"Capisco."
Non riuscivo a distogliere lo sguardo dal volto di Rudy. Aveva gli occhi verdi leggermente socchiusi e pensosi, le labbra strette in un linea dura e impassibile. Improvvisamente l'uomo sarcastico e vivace che credevo di conoscere si era trasformato improvvisamente in qualcun altro, un'uomo freddo e distaccato. Faceva quasi paura a vederlo così.
Andrea si schiarì la voce con un colpo di tosse. "Tu invece, che cosa ci fai da queste parti? Sai, anche io pensavo di trovarti a qualche concerto o come presentatore di qualche mostra d'avanguardia in città. Cos'è, non sei stato invitato per caso?"
Rudy si strinse nelle spalle e gli rivolse un sorriso gentile che però non coinvolse il suo sguardo. "In realtà ho ricevuto varie proposte in merito. Ho rifiutato di partecipare in concomitanza con altri progetti lavorativi."
"Immagino che sia stato difficile per te scegliere tra un evento importante come quello che si è tenuto a Milano e un piatto della tradizione romana."
"Non sai quanto" mormorò Rudy "Ma, in questi casi, è la compagnia che fa la differenza."
La sua espressione appariva impassibile, ma ai miei occhi quell'indifferenza celava qualcosa di più profondo. Il tono di voce usato era così freddo e risoluto da farmi accapponare la pelle. A giudicare da quello che potevo vedere con i miei occhi, non ero la sola a provare un sentimento di repulsione nei confronti del mio ex fidanzato. Nonostante mi sforzarsi di comprendere il reale motivo che spingesse Rudy a comportarsi in maniera così sfrontata nei suoi confronti, non riuscivo proprio a trovarlo.
Era sconcertante.
Sentii Andrea ridere. "Quella di una donna?"
Rudy assottigliò lo sguardo. "Può darsi."
La sua lingua accarezzò con morbidezza quelle parole e io mi sentii improvvisamente tirata in causa. Smisi quasi di respirare e sentii le guance bruciare. I due si soppesarono e rimasero per qualche istante in silenzio. All'improvviso l'atmosfera briosa del locale sembrava aver lasciato il posto ad un clima polare.
Una voce, fragile ed acuta, ruppe quel silenzio insostenibile. Lanciai uno sguardo oltre il carrello portavivande, stando ben attenta a non farmi notare. Riconobbi il ciuffo spettinato e l'andatura buffa di Matteo, uno dei figli di Andrea, agitare la mano a mo' di richiamo verso il padre.
"Papà che cosa stai aspettando, andiamo?"
Andrea si voltò di scatto. "Arrivo subito tesoro mio. Perché intanto tu e Rebecca non uscite e mi aspettate qua fuori? Io finisco di salutare un vecchio amico e vi raggiungo subito."
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Ortica || Zerbisa
Fanfiction"Sai Rosalba" mormorò annullando, con un passo, la distanza che ci separava "Non ti conviene prenderti gioco di me o potrebbe finire male" mormorò vicino al mio orecchio. Il fiato caldo a solleticarmi il collo. Un brivido mi percorse tutta la schien...