XXXII: "La principessa che non voleva soffrire"

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Carlo mi lanciò uno sguardo carico di significati che mi inchiodò sul posto.

"Rosalba..." mormorò. Il tono della sua voce era rigido e lasciava trasparire tutta quanta la sua irritazione per come mi ero comportata nei suoi confronti.

"Carlo..." ripetei il suo nome in un sussurro. Ero ancora confusa ed elettrizzata dal bacio per poter affrontare una conversazione di un certo tipo con lui. Avevo il cervello in panne e mi sentivo immersa in una sensazione surreale, come se stessi sognando ad occhi aperti. Le labbra gonfie e leggermente arrossate mi pizzicavano e sperai con tutto il cuore che il rossetto nude a lunga tenuta, costato quanto un rene al mercato nero, non si fosse sbavato - nel caso contrario avrei scritto una recensione polemica sul sito dell'azienda da cui lo avevo acquistato - lasciando tracce evidenti di quello che era appena successo tra le pareti angustie di quell'ascensore.

"Rosalba tu..." Carlo si bloccò rendendosi conto, in quell'istante, della presenza di Rudy al mio fianco e non ci mise molto a collegare i vari fatti e a tirare le giuste somme. "voi due..."

"No, Carlo aspetta un momento. Non è con pensi" mi affrettati ad illustrare, a bassa voce, ancora incredula e spaesata.

"Perché cosa dovrei pensare, Rosalba?" sibilò, lanciandomi uno sguardo talmente risentito che mi fece sentire un verme.  "Alla festa mi hai piantato in asso di fronte a tutta quella gente, facendomi fare la figura del coglione!"

Merda.

"Poi non rispondi alle mie chiamate ed ignori i miei messaggi. Sono giorni che provo a cercarti. A lavoro non ti sei fatta vedere e nessuno sapeva dove diavolo fossi finita..." lasciò cadere la frase per puntare i suoi occhi scuri su Rudy. "Dimmi che non è come sembra. Dammi una spiegazione ragionevole che possa giustificare tutto questo" aggiunse freddamente. Mi guardò dritto negli occhi, sprezzante.

Si avvicinò a me, a passo lento e pesante, ma poi si fermò come se fosse trattenuto da fili invisibili.

Deglutii. "Io... Carlo, non è...noi non..." mi interruppi con un sospiro. "mi dispiace. Mi dispiace davvero tanto. Non..."

"Rosalba" mi interruppe lui con voce tesa. "Risparmiami la tua pietà. Vi ho visti ballare...tutti quanti vi hanno visto ballare i quel modo. Siete scappati e avete lasciato la festa insieme. Mi credi stupido per caso? Pensavi che non mi fossi accorto di nulla? Credevi che non avessi notato i vostri sguardi o i gesti studiati. Non si tratta più di finzione, no..." si passò una mano tra i capelli, scompigliandoseli. Notai un leggero tremore nelle sue mani, segno di un nervosismo crescente "Perché hai accettato di venire alla festa con me, quando i tuoi sentimenti per lui sono così evidenti?"

"Io non... non..." balbettai. Di certo non potevo dirgli la verità, avrei solamente confermato tutte le sue supposizioni. Presi un respiro profondo, cercando di mettere ordine nei miei  pensieri. "Se eri a conoscenza dei miei reali sentimenti, perché hai fatto finta di nulla? Per tutta la sera tu non hai fatto altro che importunarmi, quando era evidente che non desiderassi ricevere certe attenzioni da te." Ero frastornata, preoccupata per le conseguenze del bacio e turbata dalla presenza di Carlo.

"Non volevo comportarmi da stronza. Giuro."

"Ma è quello che hai fatto."

Prima che potessi rispondere, rise amareggiato.

"Io credo che sia meglio per tutti se la finiamo qua."

Sussultai sentendo la voce di Rudy. Sentivo ancora il suo sapore nella mia bocca e della sua barba che mi pizzicava la guancia. Era una sensazione piacevole, quanto assurda. Gli lanciai uno sguardo di supplica silenziosa. Era una situazione imbarazzante e, visti i rapporti non proprio idilliaci tra i due, forse era meglio non calcare troppo la mano.

Ortica || ZerbisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora