XIV: "Rosalba ho un video per te"

188 40 55
                                    

Il sole cercava di penetrare attraverso le spesse tende di misto cotone, ma si trattava dei deboli raggi del primo mattino e la luce gettò un'ombra violacea sulla stanza. Mugolai, sprofondando ulteriormente nel morbido cuscino, rannicchiandomi sotto la trapunta e beneficiando del tepore che mi donavano le coperte.

Stavo così bene distesa in quel abbraccio delicato al profumo di lavanda che le mie palpebre si richiusero dolcemente. Infilai la testa sotto al cuscino, dove l'oscurità regnava ancora sovrana. Stavo per scivolare nuovamente nel sonno quando immagini frammentate e sfocate mi attraversano la mente, strappandomi dalle braccia di Morfeo.

Scattai a sedere, come una molla impazzita.

Ero senza fiato e il cuore prese a scalpitarmi nel petto.

Mi afferrai la testa fra le mani, sforzandomi di ricordare quello che era successo la sera prima, ma non riuscivo a mettere insieme i pezzi di un puzzle estremamente complicato.

Il Perla Blu affollato.

La presenza di Rudy mi aveva turbato e mi aveva spinto ad allontanarmi in fretta dalla calca.

L'incontro inaspettato con Lorenzo.

Ricordavo di aver accettato la scommessa alcolica.

L'alcol.

Fiumi d'alcol.

Dio avevo davvero bevuto così tanto?

A giudicare dalla bocca impastata e dal fortissimo mal di testa che mi faceva pulsare le tempie, era evidente che avessi superato il limite massimo consentito dal mio corpo.

Mi guardai intorno, sforzandomi di riconoscere qualche particolare della stanza immersa nella semioscurità. L'armadio che occupava l'intera parete apposta al letto; dinnanzi ad un'anta aperta era sistemata quella che aveva tutta l'aria di essere una sedia, completamente sommersa da magliette e maglioni da ripiegare e sistemare nell'apposito ripiano. Sul comodino alla mia sinistra, vi era una pila scomposta di libri e alcune riviste aperte.

Sospirai riconoscendo il caos che prevaleva nella mia camera da letto. Perlomeno non ero finita nel letto di qualcuno, per sbaglio.

Sí, ma come ci ero arrivata?

Non riuscivo a ricordare nulla.

Guardai la sveglia: i numeri digitali mi indicarono che erano da poco passate le sette. Sperando di arrestare il martello pneumatico che mi stava aprendo la testa in due, mi rannicchiai di nuovo sotto le coperte, al caldo. Chiusi gli occhi, respirando a pieni polmoni l'aroma fresco dell'ammorbidente che da anni utilizzavo.

La porta si spalancò improvvisamente, facendomi sobbalzare per lo spavento. Riaprii le palpebre e lasciai vagare lo sguardo fin sulla soglia. Qualcuno entrò nella stanza, attraversandola fulmineamente e andando a spalancare con fervore la finestra.

La luce innondò la camera, abbagliandomi.

"Buongiorno principessa!"

Mugolai in segno di protesta, sbattei ripetutamente le palpebre per cercare di abituarmi all'intensità dei raggi solari.

"Scusa il risveglio traumatico tesoro, ma prima di andarmene volevo assicurarmi che tu fossi ancora viva."

"Viola..." replicai osservando la sua figura stagliarsi dinnanzi a me "abbassa il tono di voce...ti prego."

"Guarda che sei tu quella che sta urlando."

Emisi un flebile lamento, massaggiandomi delicatamente le tempie.

Viola sospirò, sedendosi ai piedi del letto e fissandomi con i suoi grandi occhi verdi. Sembrava preoccupata.

"Come ti senti?" domandò, un mesto sorriso le spuntò sulle labbra.

Ortica || ZerbisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora