XXII: "Voglio vivere di inizi"

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Giravo da una stanza all'altra come una trottola impazzita aspettando di sentire il campanello suonare. Ero in totale fibrillazione e mi ero cambiata la bellezza di sette volte d'abito, non che mi importasse apparire chissà come davanti ai suoi occhi, solo che per quella mattina volevo essere carina e speravo che lo fossi davvero con quei jeans stretti e quella camicia a righe azzurre che avevo acquistato in saldo l'altro giorno in un negozio del centro.

Due colpi duri alla porta mi fecero trasalire e, mentre di slancio indossavo un paio di sneakers che si abbinavano perfettamente alla camicia, corsi ad aprirla.

Venni catturata dagli sfrontati occhi verdi di Rudy Zerbi che se ne stava piantato nel bel mezzo del pianerottolo e mi guardava con spiccato interesse.

"Ehi!" mi salutò con una punta di nervosismo nella voce. In mano teneva un vassoio incartato in cui riconobbi il nome di una nota pasticceria della zona.

"Ciao?!"

Perché non aveva suonato al portone d'ingresso? Chi diavolo lo aveva fatto salire fino al mio appartamento con quella sua barba ben curata, le labbra fini che avevo sognato tutta la notte e in tenuta casual con un cardigan blu aperto su una maglietta bianca, un paio di jeans vecchio lavaggio e delle Nike ultimo modello?

Come se mi avesse letto nel pensiero, Rudy si affrettò a rispondere alle domande che mi affollavano nella mente.

"Scusami non ho suonato al citofono. La portinaia mi ha riconosciuto e mi ha fatto salire. In realtà, per superarla ho dovuto rilasciarle un'intervista ricca di dettagli sul perché mi trovassi qui e che immagino leggeremo su tutte le riviste scandalistiche del paese."

Rimasi a bocca aperta e, come mi era già successo con lui, mi sembrava di aver perso la connessione tra il cervello e la voce.

Socchiusi gli occhi e scossi la testa per ricompormi, mentre l'immagine dell'incontro di Rudy con Carmen avvenuto nell'androne del palazzo si delineava nella mia mente.

Carmen era la donna più impicciona, dopo donna Franca ovviamente, che io conoscessi. Le telenovelas spagnole di cui si nutriva la facevano vivere in un mondo parallelo tutto suo, dove qualsiasi uomo che incontrava sul suo cammino e che erano diretti al mio appartamento potevano essere, per la sottoscritta, l'inizio di una travolgente storia d'amore.

Chissà che cosa stava già partorendo la sua fantasia dopo aver incontrato Rudy!

Tremai al solo pensiero. Le avrei dovuto elargire le giuste spiegazioni appena ne avessi avuto l'occasione, onde evitare di creare equivoci e ritrovarmi Alfonso Signorini, assetato di scoop, con il suo esercito di paparazzi asserragliato sotto casa mia in tempi record.

"Conoscendola ne sono più che certa"farfugliai.

"Ci ritroveremo in edicola allora."

Repressi un gemito. "Sicuramente."

Sulle labbra di Rudy aleggiava l'ombra di un sorriso e gli occhi verdi brillavano di una luce strana che li rendeva ancora più chiari. Il mio cuore batteva furiosamente nel petto. La quasi piena consapevolezza dei sentimenti che provavo nei suoi confronti e reduce da una serata in cui, suo malgrado ed inconsapevolmente, era stato l'assoluto protagonista dei miei pensieri e dei miei sogni, non mi aiutava certo a sostenere quello sguardo penetrante. Mi ritrovai ad arrossire completamente sconvolta da quella visione e ebbi la certezza che le prossime ore sarebbero state una vera tortura per la mia sanità mentale.

Dopo un lungo respiro, ed essermi ripetuta almeno un milione di volte che ce l'avrei fatta a sopravvivere a quella giornata, mi feci da parte facendogli cenno di entrare. Rudy varcò la soglia guardandosi intorno curioso di ritrovarsi nel mio appartamento, dopo così poco tempo, manco riarredassi la stanza ogni giorno.

Ortica || ZerbisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora