Il party invernale di Radio Deejay era l'evento mondano più atteso dell'anno da chiunque frequentasse gli edifici di via Massena e per l'occasione era stata affittato uno dei palazzi più antichi e belli della città: Il Serbelloni.
Osservavo estasiata il loggiato illuminato a festa, mentre percorrevo il tappeto rosso scuro che era stato steso sul viale d'accesso al palazzo. Candele e grandi lanterne di carta bianca erano state accese lungo il percorso, rendendo l'atmosfera ancora più suggestiva e magica. Rudy camminava al mio fianco, tenendo lo sguardo fisso sulle immense vetrate della facciata che riflettevano le luci stroboscopiche provenienti dall'interno. Con i miei tacchi vertiginosi gli arrivavo a malapena alle spalle e cercavo di mantenere un passo sicuro, ma ero totalmente consapevole di stare simulando l'andatura di un brontosauro stitico.
Avvertii la sua mano cingermi il fianco, sostenendomi con fare protettivo. Avanzammo così, sfilando insieme agli altri invitati imbalsamati nei loro cappotti eleganti e tra il calore sprigionato dalle lanterne. Una folla di fotografi e di curiosi si erano assembrati lungo la via ed erano tenuti a debita distanza da transenne presiedute da uomini della sicurezza. Dispensai qualche sorriso e alcuni cenni di saluto a chi urlava il mio nome seguito da qualche complimento e grida smisurate. I flash delle macchine fotografiche scattavano a raffica, illuminando la notte a giorno e rischiando di accecarmi.
"Ma non doveva trattarsi di una semplice cena tra colleghi?" chiesi confusa a Rudy.
"Spesso il mio capo si lascia prendere dall'euforia del momento e va a finire che organizza vere e proprie feste senza badare a spese. Vieni Rosalba, superiamo i cacciatori della prima pagina."
Mi porse il braccio e mi sorrise. Non lo avevo mai visto in smoking, ma dovevo ammettere a me stessa che in quella versione elegante e misteriosa era proprio da far perdere la testa. Mi lasciai guidare verso l'ingresso del palazzo, dove addetti al guardaroba si offrirono di prendere i nostri soprabiti. Camerieri in livrea bianca si materializzarono con vassoi carichi di calici pieni fino all'orlo di Champagne.
"Sei bellissima" mi sussurrò Rudy nell'orecchio, porgendomene uno.
Con il mio abito di seta argentato, un po' appariscente e con una scollatura audace che mi lasciava la schiena completamente scoperta, il mio calice di Champagne, le guance arrossate e l'ego smisurato per il complimento ricevuto feci il mio ingresso nella sala principale.
Enormi lampadari di cristallo pendevano sulle teste degli invitati che si stavano addensando al centro della pista da ballo, conversando gioiosamente tra litri di Champagne pregiato. Le luci fredde, fiocchi di neve argentati che sembravano danzare nell'aria ed enormi statue di ghiaccio facevano da cornice decorativa, catapultando i presenti in un regno di ghiaccio. Sul fondo della stanza, spiccava, per forma e dimensioni imponenti, un palco montato appositamente per ospitare una console da deejay. Nonostante mi sforzassi di guardare oltre la marea di acconciature e accessori esuberanti, sul palco non c'era ancora nessuno e immaginai che il Deejay sarebbe arrivato più tardi.
Mentre ero intenta ad osservare i particolari del soffitto a volta, affrescati e impreziositi da intarli d'orati, fummo raggiunti dall'organizzatore della serata nonché il direttore artistico della radio protagonista della serata.
"Rudy vacci piano con l'open bar. Domani mattina ti voglio sveglio e preparato per il programma e non con i postumi di una sbornia colossale!" esclamò, assestando una sonora pacca sulla spalla a Rudy a mo' di saluto.
Linus era davvero un tipo frizzante e particolare. Con lui avevo svolto svariate interviste per promuovere gli album in uscita e me lo ricordavo possedere una vasta cultura musicale. Si rivolse a me con spiccato interesse, riempiendomi il calice vuoto con altro Champagne e ponendomi domande di circostanza fino a quando non fu inghiottito da doveri e obblighi verso altri invitati.
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Ortica || Zerbisa
Fanfiction"Sai Rosalba" mormorò annullando, con un passo, la distanza che ci separava "Non ti conviene prenderti gioco di me o potrebbe finire male" mormorò vicino al mio orecchio. Il fiato caldo a solleticarmi il collo. Un brivido mi percorse tutta la schien...