Mezz'ora più tardi, con un bicchiere di spremuta d'arancia e due pillole di analgesici nello stomaco, me ne stavo comodamente seduta sul sedile posteriore di un taxi. Avevo indossato le prime cose che ero riuscita a pescare dal fondo dell'armadio. Un vecchio paio di jeans dal taglio comodo che si abbinavano perfettamente ad una felpa scura. A completare il look da "tipica ragazza in hangover" uno spesso paio di occhiali da sole copriva le occhiaie violacee che nemmeno il correttore era riuscito a mascherare.
Mi sentivo pronta a far visita ad un centro per giovani irrecuperabili e scappati di casa piuttosto che per un appuntamento in una caffetteria rinomata del centro città.
Il veicolo procedeva spedito lungo la via principale. Palazzi e alberi spogli si avvicendavano, fuori dal finestrino, sotto il mio sguardo spento e svogliato. Almeno le pastiglie avevano sortito il loro effetto: la testa non mi ronzava più e anche il senso di nausea era scomparso.
Il silenzio all'interno dell'abitacolo venne rotto dall'accensione dell'autoradio. Le note di una Hit famosa risuonarono allegre, calmando la tempesta che sentivo infuriare dentro di me.
Non riuscivo a smettere di pensare a Rudy e a quello che era accaduto la sera prima, senza provare un'irrefrenabile voglia di sbattere la testa contro il vetro del finestrino.
Dio perché sembrava avessi la calamita per le figure di merda?
Una voce maschile irruppe sulla ultime battute melodiche, annunciando il titolo della canzone appena terminata.
Sussultai sul posto, riconoscendola all'istante.
"Scusi, può alzare il volume della radio, per favore?" domandai, rivolgendomi al conducente, un uomo sulla cinquantina stempiato e nerboruto.
Forse mi ero sbagliata.
Lui eseguii con un grugnito la mia richiesta, tornando a concentrarsi sulla strada.
"Mille cose da dire, mille cose da raccontare, sono da poco passate le 10:00 e io sono Rudy Zerbi in diretta da Radio Deejay!"
No, nessun errore di comprensione. Era davvero la voce di Rudy quella che stavo sentendo fuoriuscire dalle casse dell'auto.
Mi ritrovai ad ascoltare con attenzione il suo timbro vocale, come se lo stessi ascoltando per la prima volta.
Era particolare.
Caldo e allegro nel tono, si avvertiva che quello che stava facendo lo divertiva e lo faceva stare bene.
Mi ritrovai inconsciamente a sorridere.
"Stanno arrivando un sacco di messaggi sull'argomento del giorno, che ricordo ai nostri radioascoltatori essere l'amore...avete mai provato, sulla vostra pelle, il cosiddetto colpo di fulmine?" annunciò, riprendendo fiato "Perché recentemente è stato scoperto che non si tratta di un'illusione generata dalla nostra mente, bensì di tutta un'altra cosa...la scienza, infatti ci dimostra che al nostro cervello bastano circa dodici centesimi di secondo per innamorarsi di una persona!"
Una voce femminile si intromise nella spiegazione del fenomeno.
"E tu quanto ci impieghi di solito?" chiese, con uno spiccato accento bolognese.
"Ad asciugarmi i capelli?"
Soffocai una risata.
Che battuta idiota.
"Ad innamorarti Rudy..."
"E io che pensavo volessi sapere i segreti della piega perfetta."
Se mi avessero detto che sarei finita ad ascoltare questa assurda conversazione radiofonica dopo una serata ed un risveglio a dir poco traumatici, non ci avrei mai creduto. Specie se lo speaker in onda in quel momento era il principale protagonista di tutti i miei recenti turbamenti.
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Ortica || Zerbisa
Fanfiction"Sai Rosalba" mormorò annullando, con un passo, la distanza che ci separava "Non ti conviene prenderti gioco di me o potrebbe finire male" mormorò vicino al mio orecchio. Il fiato caldo a solleticarmi il collo. Un brivido mi percorse tutta la schien...