Poteva esserci un solo motivo valido che potesse spingere mia madre a cercare di mettersi in contatto con me in un modo così assillante. E quel motivo era la ragione che mi aveva spinta a limitare le chiamate a casa nell'ultimo periodo: la fine della relazione con Andrew.
Feci una rapida considerazione della situazione e se avevo fatto bene i calcoli, le foto del mio ex fidanzato insieme alla sua nuova fiamma dovevano essere state rilasciate e potevano essere reperibili da chiunque. Persino a Pignola arrivavano i giornali e la notizia della nostra rottura doveva essere dilagata velocemente tra i suoi abitanti. Talmente veloce che nel giro di qualche ora persino le pietre ne erano venute al corrente. Mia madre, o chi lo aveva fatto per lei, doveva averle viste e adesso voleva la conferma da me.
Indugiai per un istante, il telefono stretto in mano, dondolandomi da un piede all'altro. Non sapevo che cosa fare. Valutai mentalmente se rispondere a quello che si prospettava essere un vero e proprio interrogatorio, o se ignorare deliberatamente la chiamata di mia madre e rimandare la questione Andrew di qualche ora.
La voce di Rudy mi ridestò, svegliandomi dalla tranche di titubanza in cui ero sprofondata e per poco non mi fece cadere il telefono di mano per la sorpresa.
"Che fai non rispondi?"
Mugugnai qualcosa in segno di indifferenza. Ai suoi occhi il mio comportamento doveva sembrargli strano. Lo vidi corrugare la fronte e assottigliare lo sguardo in un'espressione di pura curiosità.
"È qualcuno che non si è ancora rassegnato?"
Sbuffai infastidita. "Ti dispiace?"
"No." Si affrettò a ribattere "fai pure."
Rudy si fece da parte e io lo superai di corsa. Mi allontanai da lui, dai suoi occhi chiari, dal suo profumo buono e sopratutto dalle sue labbra.
Mi rifugiai nella quiete della mia camera da letto. Il trillo insistente dell'avviso di chiamata spezzò il silenzio, andando a incrinare quel senso di pace che vi regnava. Mi fermai nel bel mezzo della stanza e dopo aver racimolato tutto il coraggio necessario per affrontare l'inflessibilità di mia madre, risposi alla sua telefonata.
"Mamma!" Mi finsi sorpresa, sperando che la mia innocenza ostentata potesse in qualche modo giustificare la mia reticenza a risponderle.
"Rosalba!" sbuffò lei dall'altro capo "tesoro mio, certo che ce ne hai messo di tempo per rispondere!"
"Perdonami mamma. Sto lavorando ad un progetto molto importante e in queste ore non ho mai controllato il telefono. C'è qualche problema per caso? Hai bisogno di qualcosa? Papà sta bene?"
"Tesoro non agitarti. Ho solo bisogno di parlare un attimo con te."
Non agitarti.
Certo.
Mia madre stava facendo sembrare quella telefonata come una semplice chiamata di circostanza, ma dalla sua voce, che le si era fatta improvvisamente dura, traspariva una certa ansia. In più aveva il respiro irregolare, come se avesse appena concluso una gara podistica.
Pessimo segno.
Mi accasciai sul bordo del letto, le molle scricchiolarono sotto al mio peso e mi preparai mentalmente a quello che stava per dirmi.
Deglutii. "Dimmi pure."
"Devi sapere che questa mattina, di buona lena, mi sono recata al mercato rionale del paese in cerca di buoni affari e mentre stavo cercando di contrattare il prezzo di un maiale, indovina chi mi si avvicina con quella sua aria da spettegola incallita?"
"Oh non saprei proprio."
Ci avrei scommesso la mia partecipazione a Sanremo che quella vecchia megera da strapazzo e assetata di pettegolezzi freschi freschi di stampa era riuscita a mettere il suo naso aquilino persino nella mia vita privata.
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Ortica || Zerbisa
Fanfiction"Sai Rosalba" mormorò annullando, con un passo, la distanza che ci separava "Non ti conviene prenderti gioco di me o potrebbe finire male" mormorò vicino al mio orecchio. Il fiato caldo a solleticarmi il collo. Un brivido mi percorse tutta la schien...