"Ehi, voi due!" reclamò Laura, materializzandosi davanti ai nostri occhi come un vulcano in procinto di eruttare "Non ve ne starete mica andando, vero?"
La sua chioma color rabarbaro era stata resa ancora più indomabile dall'entusiasmo trascinante del concerto appena concluso. C'era ancora musica sulla pista da ballo, un pezzo anni '80 messo su per far scatenare chi ancora aveva gambe e fiato per poterlo fare.
"Laura" l'ammonì Rudy, scoccandole un'occhiata perentoria "Rosalba è stanca e anche io lo sono. Poi domani mattina devo lavorare."
"Anche io, idiota. Eppure sono ancora in vena di fare festa." rimbeccò lei scoccandogli un'occhiata esasperata "Insomma non potete andar via così presto. Ci sono i fuochi d'artificio, il deejay set e l'open bar da sfruttare" riprese a parlare, passandosi una mano tra il groviglio di capelli, scarruffandoseli ancora di più.
"Mi dispiace Laura, ma dobbiamo proprio..." iniziò a dire Rudy, ma Laura lo fermò con un gesto della mano.
"Rudy non rompere i coglioni!" affermò, prendendolo sottobraccio. Lo vidi irrigidirsi per quel contatto non richiesto, ma non si ritrasse. Laura si rivolse a me con un sorriso malizioso "Forza Ari, diglielo anche tu che è noioso."
Mi sentii tirata in causa, come se le mie parole potessero decidere le sorti della serata. Lo guardai, con un moto di coraggio, che svanì nel momento stesso che incrociai le sue iridi verde muschio. Il respiro si spezzò. Rudy mi stava fissando con una tale intensità che polverizzò ogni minima sicurezza. Assottigliò lo sguardo e le pupille divennero più scure. Mi sentii mancare la terra sotto i piedi quando si spostarono sul mio corpo, lentamente, soffermandosi con insistenza sulle zone più sensibili. Avvampai all'istante e il mio cuore fece una capriola all'indietro.
Mi morsi il labbro, sfoggiando un'espressione innocente. "Terribilmente noioso" sussurrai infine, con una nota sensuale nella voce.
Rudy alzò un sopracciglio e allargò le labbra in un ghigno malefico. Lo sciame di farfalle, che abitavano nel mio stomaco, presero a svolazzare liberamente sotto il peso di quello sguardo penetrante.
Laura prese a saltellare sul posto e a battere le mani per la soddisfazione di avere trovato in me un'alleata. "Molto bene, direi che siamo sulla strada giusta per concludere la serata con del sano sesso" affermò, per poi portarsi una mano alla bocca, ripensando a quello che aveva appena detto e per soffocare una risata. "No, aspettate, non fraintendetemi. Non intendevo di fare una cosa a tre!"
La saliva mi andò di traverso e tossii, con gli occhi pieni di lacrime. Rudy reagì lanciandole un'occhiata di fuoco, così rovente che temetti di vedere Laura trasformarsi in un cumulo di cenere. La rossa non si scompose, si limitò ad osservare le nostre espressioni soffocando qualche altra risatina.
Poi si girò sui tacchi e prima di sparire inghiottita dalla folla. Ci gridò come se niente fosse successo "Vi aspetto sulla terrazza!"
Rimasi a fissare, come imbambolata, il punto dove fino ad un attimo prima c'era la sua figura esile e la sua massa di capelli arruffati. Laura mi aveva sempre dato l'impressione di essere una tipa eccentrica, libera di esprimere la propria creatività, senza freni e con la remora di sembrare eccessiva nella sua intraprendenza. Dopo quella sera tutte le mie supposizioni erano state confermate: Laura era decisamente una donna spumeggiante, proprio come lo champagne che aveva sorseggiato per tutta la durata della festa e che l'aveva resa più iperattiva e loquace del solito.
"Lo sai che non siamo obbligati a rimanere, vero? sussurrò Rudy al mio orecchio, facendomi sobbalzare sul posto. Si era avvicinato, approfittando del momento di distrazione e posizionandosi dietro le mie spalle. Scostò un ciuffo di capelli. Le sue dita mi sfiorarono la base del collo, provocandomi una scia di brividi lungo tutta la colonna vertebrale. "Possiamo sempre sgattaiolare fuori di qui passando per le cucine. Vista l'ora e con le strade poco trafficate, in meno di cinque minuti saremo nel mio appartamento" aggiunse seducente.
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Ortica || Zerbisa
Fanfiction"Sai Rosalba" mormorò annullando, con un passo, la distanza che ci separava "Non ti conviene prenderti gioco di me o potrebbe finire male" mormorò vicino al mio orecchio. Il fiato caldo a solleticarmi il collo. Un brivido mi percorse tutta la schien...