Capitolo XXV

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- Sento gli occhi in procinto di staccarsi, per diventare parte integrante di qualche ghiacciaio. - me li asciugo, porgendo un fazzoletto pure a Sora.

- Non puoi semplicemente dire che le lacrime ti si stanno gelando sul viso? - sbuffa falsamente irritata.

- Sora. - la rimprovera la sua amica, dopo il pianto comune mio e di mia sorella.

- Che c'è? Non sono stata sgarbata, stavolta. - mugugna facendomi ridere.

Tra i molteplici singhiozzi, fatti qui fuori al gelo, siamo pure riuscite a dirci qualche parola.

In modo da chiarirci una volta per tutte.

Io ho compreso cosa si aspettava e pensava Sora.

Lei ha capito che, solo perché non mi espongo, non vuol dire che non mi piaccio.

Io vado bene così come sono e ne sono consapevole.

- Ok, per oggi te lo concedo. - sospira - Però... ora vogliamo entrare? A voi si sta staccando la faccia, a me le mani. - comincia a scalpitare, Kate.

- Sì, andiamo. Tutto questo affetto, in un colpo solo... è strano. - si allontana da me, guardandomi di sottecchi.

Ah...

In questo ci somigliamo.

Devo dirlo.

Come me non è brava ad esternare i suoi sentimenti.

Spero solo che... con la persona amata riesca ad essere più onesta, perché... se farà in questo modo con tale soggetto...

Non la vedo bene.

- Tradotto "Sono contenta di aver finalmente fatto pace con te." - mi si affianca Nagai, che è sempre stato a vegliare su di noi.

- Sta zitto! Non puoi usare parole a caso per esprimere ciò che credi che io senta. - ringhia Sora, guardandolo in cagnesco.

- Traduzione "Grazie per ciò che hai fatto." - ci si mette pure la sua amica, ridendo dell'espressione di disappunto di mia sorella.

- Di nulla. - ride pure Nagai.

- Andiamo Kate, non voglio stare un minuto di più con questo impiccione. - la spinge per la schiena - Ruri, vieni anche tu. È pericoloso stare con gente strana. -

- Vi raggiungo. Prima devo dire una cosa a Nagai. - le sorrido, felice come non mai di poter parlare in modo decente con lei.

- Eh? Che? - si blocca sul posto, venendo però portata via dall'amica - Andiamo, lasciamoli parlare. -

- Ma io... - la sento mugugnare, prima di averla troppo distante per poter sentire il seguito.

Sfregandomi le mani ci alito sopra, nel tentativo di scaldarle.

Il freddo è sempre più pungente, come a volermi far presente che questo momento è reale.

- Forse dovremmo entrare, stai gelando. - mi si avvicina, facendomi arretrare di scatto.

Non credo di poter reggere un contatto fisico con lui, in questo istante.

Ancora una volta è riuscito ad aiutarmi.

Mentre io nemmeno riesco a dirgli quelle due semplici parole.

Però... vorrei riuscirci.

O almeno, fare un passo verso di lui.

Per diminuire la distanza che solo io sto tenendo.

Ah... sono proprio un caso perso, come mia sorella.

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