Capitolo XXX

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- Ciao ragazze, accomodatevi pure. - c'invita ad entrare, felice di vederci.

- Ciao, grazie. Kiraku è già arrivato? - domanda Megu, tirandomi una gomitata.

Cosa che riesce a sbloccarmi - Io e Megumi abbiamo fatto la torta. - gliela porgo, guardandolo a malapena.

- In realtà io ho solo aiutato con la glassa e le decorazioni. - spiega lei, minimizzando il suo operato.

- Che meraviglia, sono certo sarà squisita! - il biondo prende il pacco dalle mie mani, rivolgendosi poi alla mia amica - Kiraku sarà qua a momenti, mi ha telefonato poco fa. Si è preso tardi per fare a sua sorella la treccia... a lisca di pesce? Esiste? -

- S-Sì, è quella che avevo durante la festa per la Moriyama. Ma... probabilmente non la ricordi. - rispondo fin troppo tesa.

Devo rilassarmi, rilassarmi.

Smettere di pensare.

- Certo che la ricordo. Eri così carina quel giorno. Non che di solito tu lo sia meno, ma sono abituato a vederti coi capelli sciolti o con la coda. - mi spiazza.

Ma che cavolo...?

Non avrei dovuto dirlo, dovevo aspettarmi una risposta del genere.

Risposta che attualmente non sono in grado di gestire.

- Comunque... - si guarda le mani, per poi passare ad osservare noi - Tieni un attimo questa. - mi riconsegna la scatola, per poi rubare dalle mie mani il borsone.

Passando successivamente a quello di Megumi.

- Seguitemi. - si volta carico come un mulo.

- Grazie, non serviva prendessi anche le mie cose. - commenta la castana.

- Scherzi? Che padrone di casa sarei, altrimenti? - ride avviandosi alla porta.

- Visto? È come sempre. Vedi di rilassarti pure tu. - la mia amica mi puntella un dito sulla fronte, sussurrandomi tali parole.

Effettivamente... Mitsuo non sembra diverso dal solito.

Cosa che mi lascia addosso una punta d'irritazione piuttosto fastidiosa.

E dire che, se fosse imbarazzato, sarebbe pure peggio per la mia psiche...

Ah... sono proprio incontentabile.

- Uhm? Avete detto qualcosa? - si volta appena.

- No. - scatto - Piuttosto... grazie. - mi rendo conto della mia maleducazione.

- Di nulla. - ci fa strada dentro casa.

Casa che comincio ad osservare seriamente solo in questo momento.

È grande, dal mobilio moderno, ma... non lo so.

Dalla dimora di Mitsuo mi aspettavo più calore.

Questa sembra quasi appartenere ad un'altra persona.

- Hai una casa davvero... imponente. - commenta Megu, mentre lo vediamo poggiare le sacche accanto al divano beige.

- Puoi pure dire fredda. - ride, invitandoci a fare come a casa nostra - I miei sono a lavoro e non torneranno prima di domani pomeriggio. Perciò... rilassatevi. - spiega.

- In questo caso... dove posso mettere questa? - domando, ricordandogli del dolce ancora tra le mie mani.

- Oh, giusto. La cucina è di... - suona il campanello - Dev'essere Kiraku. -

- Se non è un disturbo vado io. - si offre Megumi.

- Certo, il secondo bottone del citofono è quello per aprire il cancello. - le sorride, per poi rivolgersi a me - La cucina è di qua. -

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