Capitolo XLII

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- Non ti ha proprio detto perché mi vuole vedere? Nemmeno un accenno? - mi torturo le mani, camminando avanti ed indietro come una pazza isterica.

- Quanto ci mette ad arrivare l'autobus? - sbuffo, sempre più nervosa.

Se devo far sta cosa, almeno preferisco raggiungere in fretta la mia destinazione.

Il mio patibolo.

- Sarà qui a momenti, ma... ti vuoi fermare? Mi stai facendo girare la testa. - Mitsuo mi afferra per le spalle.

- Tu sai qualcosa, ma non vuoi dirmelo. Ammettilo, altrimenti mi avresti risposto. - lo fisso storto.

- Giuro, se sapessi perché mia madre vuole vederti te l'avrei già detto. Non ti manderei mai da lei così, allo sbaraglio. Pure io, quando devo intavolare una discussione seria con lei, mi preparo in anticipo su cosa e come dire il tutto. -

- Tutto ciò non mi tranquillizza per niente. - sbuffo, poggiando la testa sulla sua spalla.

L'ultima volta che ho visto la signora Mizushima è stato il giorno dopo il compleanno di Mitsuo. Quando l'ho incontrata per caso, mentre aspettavo l'arrivo di mio padre.

In quell'occasione mi sono permessa, in maniera estremamente impertinente, di darle un consiglio su come trattare coi suoi figli.

Cosa che, se ci ripenso, mi fa sudare freddo non poco.

Insomma... ok essere dalla parte del mio ragazzo, ma sono stata davvero... invadente. E pure arrogante, direi.

Una vera pazza.

Motivo per cui, ora, due settimane dopo quel nostro primo incontro mi ritrovo così.

In ansia.

In attesa d'andare da lei, che ha richiesto a Mitsuo la mia presenza a casa loro.

Per motivi ignoti ad entrambi.

- E se volesse dirmi che devo smettere di frequentarti? Forse ha scoperto della storia della coppia d'oro della Mirai e trova sia per te una distrazione dallo studio. - inizio a vagliare le ipotesi - Oppure trova che io non sia adatta a te, perché ho osato parlarle di come si dovrebbe comportare con voi. -

- Ok che è una persona rigida, che tiene moltissimo ai miei voti, ma non credo arriverebbe mai a tanto. - mi accarezza il capo, sorridendomi dolce.

- Scusa... ho parlato di lei come fosse una persona senza cuore. Non volevo, è solo che mette davvero molta soggezione... - scuoto il capo, cercando di non ricordare gli occhi della donna quando mi studiava.

- Lo so bene. - ride - È mia madre. -

- Comunque... se non vuole farci rompere, che vorrà? Non hai nessuna idea? -

- Sei carina quando ti agiti così. Mi fa sentire tremendamente amato, il tuo timore di venir allontanata da me. - si dondola sul posto, con espressione sognante.

Ma che cavolo...!

Afferrandolo per le spalle lo scuoto - Ti sembra il momento di perderti nel tuo mondo rosa a fiori?! -

- Scusa, scusa. - mi prende per i polsi, avvicinandomi a sé - A volte ancora non mi capacito d'essere riuscito a farti innamorare di me. -

Lo sguardo dolce puntato su di me.

Il sorriso sulle labbra.

Ah... che scorretto.

È ingiusto comportarsi in maniera tenera in in momento del genere.

- Hai troppa poca fiducia in te, per essere il Principe del Sole. E pure per il tipo che mi disse arrogantemente "Ti farò innamorare, dimostrandoti che tutto ciò che hai letto e visto non può competere con la realtà che vivrai al mio fianco." -

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