Capitolo XLIII [Ultimo]

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- Aomori, sei tu? - domanda una voce che riconosco subito.

Non importa quanto essa sia diventata più profonda, adulta. La riconoscerò sempre.

Dopotutto... prima di perdere la memoria ce l'avevo ben impressa nella mente. Nel cuore.

- Aomori? - ripete, portando lo sguardo di Mitsuo da me a tale persona.

Agitata rimango immobile ancora un istante, prima di riuscire a voltarmi.

In maniera assai lenta, a causa del peso invisibile che sento ancorato alle gambe.

Pensavo di aver superato la cosa, ma effettivamente era un'idea ottimista.

Non averlo più sott'occhio ha di certo aiutato la mia stabilità mentale, però avrei dovuto immaginare che incontrarlo mi avrebbe riportata a quel brutto momento.

Il cuore a mille.

Il corpo pesante e tremante.

Il respiro mozzato.

Averlo di fronte a me non è piacevole. Affatto.

Mi fa sentire come il giorno dell'attacco di panico scatenato involontariamente da Mitsuo.

La mente che fatica a ragionare, il corpo scosso e desideroso di fuggire.

È proprio lui, qua davanti.

Il presidente del consiglio studentesco, Isobe Rokuro.

Strano, fino a qualche attimo fa il suo nome era l'unica cosa che ancora non avevo ricordato.

Fino... a poco fa.

- Aomori, sei davvero tu. Da quanto non ci vediamo? - avanza sorridendo - Che coincidenza trovarci qua, sai... i miei hanno traslocato in zona da poco e sono passato per aiutarli a sistemare le cose in casa. - conversa amichevolmente.

Senza un accenno di esitazione.

Come fosse un incontro tra vecchi conoscenti.

Sorpresa arretro, sentendo le mani del biondo poggiarsi sulle mie spalle.

In un gesto che, d'improvviso, riesce a sciogliere tutta la situazione.

La presa salda, ma gentile mi trasmette una sicurezza senza pari. Come se mi stesse urlando "Sono con te, non devi temere nulla."

Ed è proprio così che riesce a farmi sentire.
Al sicuro.

Senza paura.

- Scusa, tu sei? - domanda Mitsuo, con tono gelido. Pienamente consapevole di chi sia il tipo.

Dopotutto, dopo una reazione come la mia... sarebbe strano non l'avesse capito.

- Oh, scusa tu. Vedere Aomori è stata un vera sorpresa, tanto da farmi perdere le buone maniere per strada. Sono Isobe Rokuro, ero il presidente del consiglio studentesco delle medie che frequentava Aomori. - gli tende una mano, che però rimane in vana attesa a mezz'aria.

- Io sono Nagai Mitsuo. - ribatte sintetico, senza lasciarmi.

- Ehm... piacere... - si tira indietro, confuso ed a disagio.

Permettendomi così di osservarlo con più attenzione.

Quando Megu mi ha raccontato del passato non c'ho pensato, ma... dopo la mia amnesia lui che ha fatto?

Avrà cercato di parlare con me? Gli sarà stato riferito cosa mi era successo?

Megumi andò da lui a farsi raccontare i dettagli della vicenda tra noi, scoprendo che lui non si era reso conto d'aver fatto un grande danno, eppure... davvero non si è accorto di nulla?

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