Capitolo XXVI

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- Finalmente sono cominciate le vacanze natalizie. - mi getto a peso morto sul letto - Avevo proprio bisogno di una pausa. - sospiro.

- Dallo studio? O da... Mitsuo? - domanda Megu ridacchiando, utilizzando di proposito il nome del ragazzo.

Il quale, dopo la festa per la Moriyama, non ha fatto altro che cercare di farmi dire più volte possibile il suo nome.

Con qualunque scusa.

In qualunque momento.

Quasi sembrava non lo avessi mai pronunciato, tanto era contento di sentirlo dire.

- Megu, non prendermi in giro... è stato stressante. - borbotto voltandomi verso di lei, seduta sul tappeto a mangiare patatine.

- Solo perché non sai più reggere il suo sguardo da cucciolo felice. - ride, porgendomi il sacchetto - Vuoi? -

- No e... che siamo, la padrona ed il suo cucciolo? È un ragazzo od un cagnolino? - mi lamento, ritrovandomi però a sorridere tra me. Al ricordo dei suoi adorabili sorrisi, pieni di gioia.

- Uh, quindi inizi a rivendicare la tua proprietà su di lui? -

- Ma che diavolo...! Megumi, era un modo di dire! - avvampo, a causa della sua stupida battuta.

- Come vuoi, ma... per quanto ancora vuoi continuare a non dirlo ad alta voce? Almeno a me, diamine. - mi studia attentamente, sbuffando.

- Non ho idea a cosa tu ti riferisca. - scuoto il capo, mentendo con decisione.

- Sì che lo sai. Io lo so, Kiraku lo sa, tu stessa ormai te ne sei resa conto... l'unico a non esserci arrivato è il soggetto del tuo amore. Il che... è pazzesco. Considerando che è la persona che più ti osserva. - si porta una mano alla fronte, con fare esasperato.

Senza essersi resa conto di aver chiamato il suo fidanzato per nome, con nonchalance.

Cosa che, quando sono assieme, ancora le risulta un po' difficile per l'imbarazzo.

- Dovresti deciderti ad essere un po' più diretta o non c'arriverà mai. Rischiate di rimanere amici, come è successo a me e Kiraku prima della festa. - arrossisce, probabilmente ricordando quando il ragazzo l'ha portava fuori con sé.

Per dichiararsi.

In una maniera così dolce che... da quel che mi è stato riferito da lei, sono rimasti al freddo muti per quasi cinque minuti. Dopo aver realizzato di essere dentro un amore corrisposto.

- È forse un male rimanere amici? In fondo... non siamo voi. - sospiro, mettendomi sulla schiena a fissare il soffitto.

Superato il mio imbarazzo ad utilizzare il suo nome, ho finito per trovarmi in una situazione piuttosto stazionaria.

Per colpa mia, come dice Megu, ma...

Che dovrei fare?

Dichiararmi?

Siamo forse matti?

Nemmeno sono mai riuscita a dirlo ad alta voce, a Megu od al mio riflesso nello specchio.

Inoltre... Mitsuo non aiuta.

A tratti mi fa salire i battiti a mille, rendendomi difficile pure guardarlo in faccia.

Altre volte se ne esce con cavolate che riportano in me il mio lato da "Fa effetto solo se lo fa un ragazzo in 2D."

Ed in momenti di reale crescita relazionale... lì il problema sono io.

Che cedo al mio imbarazzo, eludendo domande, frasi, occasioni...

Insomma, da qualunque lato si guardi la faccenda... mi sono arenata.

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