Pensiero 47 03:12 09/08/2021

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Be', è da un bel po' che non scrivo e non leggo qui, bisogna dirlo. Ma questo non vuol dire che da altre parti io non legga o scriva. È il tipo di comunicazione a essere differente, infatti un conto è la privacy di una conversazione su migliaia di conversazioni e un altro conto è qualcosa lasciato a marcire su dei fogli bianchi per l'eternità. Ultimamente mi sono sentito davvero strano: pressione alta, questo senso di depersonalizzazione che mi lascia del tutto indifferente riguardo quel che mi succede intorno, e poi mi sento col cervello rincoglionito di 8 anni. Quando di anni ne avevo 12 e non 20, e passavo la giornata piangendo perché una puttana che adesso si sgrilletta al Sacro Cuore mi lasciò per un “vuoi scopare?” il giorno prima di vederci. Ero davvero un idiota, ma uno di quegli idioti alla buona, un coglione ingenuo. Ed è proprio la mia ingenuità, la mia bontà che mi ha scavato il fosso nelle relazioni sociali di paese. Il che direi che è un bene, vedendo come si è ridotto il paese... Non mi dispiace essermene scappato, tranne la mia casa, la mia stanza infernale dove le mura mi hanno accompagnato nei periodi più bui della vita. Ma alla fine le maledizioni finiscono e i buoni riescono a sconfiggere i cattivi, come nelle belle storielle da videogiochi. La casa comunque sembra seguire davvero questa linea, e a me non dispiace. Avere una donna, la prima donna davvero voluta, lottata, che entra dentro casa e muove i passi ed è lì con te dove tu eri qualche anno prima a marcire, è qualcosa di inspiegabile. È qualcosa che volevo si realizzasse: il mio letto, la mia stanza, lo stereo e la mia donna. Ecco il mio angolo di paradiso. Le ho letteralmente detto che da quel momento sarei potuto crepare senza rimorsi, il che è vero. E non ho ancora scopato, e sono fissato col sesso, ma alla fine si arriva alla vecchiaia e chi cazzo se ne frega del sesso se non gli ormoni stessi che ci spingono a buttarci nella sozzeria del sesso? Aaah, gli uomini pensano sempre e solo a scopare. Ritornando al discorso degli 8 anni rincoglioniti, è vero. Mi sento debole, mi sento buono, mi sento innamorato e sto compiendo azioni come se non avessi imparato nulla, come se non sapessi nulla. Eppure so di sapere, e non mi applico. Ho calpestato più e più volte la mia pazienza e la mia resistenza per la mia donna, e ora mi sembra che mi abbia rincitrullito. Sapete cosa penso? Penso che io tutto questo non lo sarei mai dovuto essere: uno che scrive parole, o almeno non le avrei scritte in questa maniera. Magari sarei stato il poeta social di turno che si fa pubblicare da grandi case editrici dedite al profitto e non allo stile, alla sacralità della parola. Eppure continuo a scrivere, a battere i tasti. Non lo sarei dovuto essere. Io ero un buono, un coglione, un ingenuo, e stavo diventando pure un comico. Adesso sono tragi-comico. Ovvio, il tutto sembra ben relegato a parole forbite, a persone prestigiose. Se avessi il potere della parola anche dal vivo, anche questo risulterebbe un pezzo comico, e sto dicendo la realtà dei fatti. Ora, dopo aver identificato il tipo di comicità a cui sono relegato, c'è da chiedersi quanto possa durare con questa crisi e se tornerò a scrivere di nuovo quelle “poesiuole” da studentello di mondo. Credo proprio che chi vivrà, vedrà. Sempre se qualcosa non mi uccida prima: un nuovo tumore, un amore finito male, un attacco di sonno mentre guido.

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