IO spero che un giorno possa avere ancora tutta questa forza di volontà che ho avuto sin dal principio. Senza forza di volontà sarei un nulla, uno senza identità. Spero che tutta questa roba che adesso pochi leggono e un giorno molti potrebbero leggere, possa essere capita nel giusto modo: cercando, sviscerando la mia vita e capendo il mio punto di vista. Non sono un politico che dà affermazioni assolute (che poi non sono proprio assolute, ma è un altro paio di maniche troppo strette per me) che tutti dovrebbero comprendere sentendo o leggendo le parole di quel tale. Sono questa sorta di pseudo-scrittore da comprendere e capire. Il problema è che non voglio inquinare la letteratura, ma a giudicare dalla infinità di libri e autori che esistono, la letteratura è già abbastanza inquinata. Perciò un pesciolino in un mare di squali non credo possa creare tutto questo scalpore. Spero di non finire come i grandi: teste da trofeo per le citazioni, per le frasi che non hanno mai scritto o detto. Non voglio finire tra le scritte di un post di un fetente e ignorante che si atteggia da malavitoso, non voglio finire tra le chiappone di una zoccoletta in una calda giornata d'estate, non voglio finire tra i recensori di libri che elevano la loro saggezza a giudizio universale, non voglio finire tra le mani di un lettore che non capisce neanche l'ABC della lettura.
Non so se questa sia normalità o anormalità, ma uno scrittore dovrebbe porsi così:
io non posso leggere i tuoi pensieri, perciò tu puoi pensare ciò che ti pare per la libertà di immaginazione, diritto sacro e inviolabile per cui io non posso entrare nella tua immaginazione. Ma, e dico ma, per leggere me devi prima capire la mia vita e il messaggio che io intendo trasmettere (ce n'è sempre uno, sotto sotto i meandri dell'oscurità del fondo del barile). Potrei avercela con le puttane per descrivere la cattività dell'essere umano che si abitua a ogni ambiente e per sopravvivere truffa il prossimo, oppure con il popolo ebreo (riferimento puramente casuale a Céline) perché più popolo di tutti i popoli e si sa, il popolo è merda. Invece no, si vedrebbe una sorta di misoginia o di antisemitismo nelle parole, e allora che dovrei fare? Io devo parlare della realtà, non posso bloccarmi alle vostre rancorose barriere, non devo spiegazioni se voglio impersonarmi in una donna incinta che tortura i cani o in un fiore strappato dalle mani di un bruto. Non posso essere politicamente corretto, non se voglio entrare nelle vostre menti. Non posso essere buonista, il mondo è cattivo, siamo tutti un po' cattivi nell'anima, non si può essere buoni, non siamo abituati ad essere buoni, ad essere fiduciosi nell'essere umano, non siamo proprio abituati alla pace. Perciò fingiamo, facciamo del nostro meglio per sopravvivere e io lo faccio così, scrivendo, mettendo in moto il cervello, intrattenendovi durante i silenzi delle voci con la natura che parla, piangendo o alitando e poi farvi entrare qualcosa nel cervello, punti in comune, avversità, lodi, giusti pregi e giusti difetti. Poi, dopo tutta questa analisi potrete inserire il vostro punto di vista che può essere più o meno errato dal punto di vista dello scrittore. E ricordatevi, quando condividete le sue parole, condividete il suo punto di vista, non il vostro.Riallacciandomi al discorso delle teste-trofeo, spero di non finire come gli altri scrittori, pieno di fake quote che non mi rappresentano. In quel caso vorrei uscire dalla tomba e spaccare qualsiasi cosa trovi davanti sulla testa di qualsiasi persona o cosa pubblichi la cazzata su di me. L'importanza delle fonti è imprescindibile. Se le notizie sono malleabili, figuriamoci le citazioni. Esiste il diritto d'autore e il diritto di citazione che non sono proprio così diligentemente osservati. Dovrebbe essere nostro diritto sapere il giusto, dovrebbe essere nostro dovere pubblicare il giusto e
infatti
le persone si accontentano delle bugie, vogliono sentire le bugie al posto del fetore della realtà che loro stesso creano negando la realtà. Perciò eccoci qui, in un cane che si morde la coda.
Io sono uscito dal branco, ho studiato tanto e bene a scuola e ho iniziato a leggere gente più grande di me e più morta di me, li ho capiti leggendo le loro vite e ora sono io quello chevive per scrivere o scrive per vivere.
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Pensieri
RandomFaccio scorrere chiacchiere che penso in un momento in questa raccolta che non terminerà mai.