La concezione del tempo, la sua memoria è una brutta bestia. Non ci permette di andare avanti senza ricordare le azioni passate, piccole e grandi. Viviamo con questa spada di Damocle sulla testa con la consapevolezza della sua esistenza. Le azioni del passato si riflettono sul nostro presente, è come prendere una palla e lanciarla contro il muro: essa rimbalzerà e tornerà indietro. Un'azione ripetitiva è quella della palla che con il tempo si deteriora e allora balza davanti la vita dell'uomo occluso, rinchiuso in una fabbrica dislocata in Cina per poter fare più soldi. È solo una mania, questa. Il tempo scorre, il tempo muove le lancette, il tempo fa vecchio e fa nuovo. È l'orologio, ha creato le gabbie d'oro per rinchiudere persone nelle giornate, nelle loro concezioni di lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica. Allora nel mezzo di una settimana al lavoro e studio e un fine settimana distruggendosi, c'è chi lavora tutto il giorno, studia tutto il giorno, si distrugge tutto il giorno per tutti i giorni. Per quanto mi riguarda, lascerei scorrere il tempo nonostante ne sentirei il peso brutale. C'è questa sorta di perversione nichilista che mi tormenta: non voglio niente e non voglio essere nessuno e non voglio stare da nessuna parte.
MA, questa perversione diventa contraddizione perché da tutto questo blaterare di nulla, qualcosa si crea e inconsapevolmente si diventa, purtroppo, qualcuno. C'è comunque da dire che nel mio campo (come in qualsiasi altro campo) il carisma fa: potresti essere il più grande stronzo o caritatevole di tutti i tempi, ma se non hai carisma non sei nessuno. E carisma vuol dire mostrarsi, farsi vedere, diventare famoso, diventare il leader, il pasto prelibato della massa, del popolo ottuso. Brutta cosa essere un leader e Mussolini lo sa, un giorno sono prevalentemente tutti fascisti, il giorno dopo sono prevalentemente tutti antifascisti. Ma anche oggi non si scherza, di fronte a un evento o sono tutti liberisti, liberali, democratici un giorno, o sono tutti nazionalisti, segregazionisti e monarchici l'altro giorno. Insomma, quel che ho constatato nella generalità degli eventi e nella loro fottutissima complessità (se scrivessi in maniera completa analizzando tutto per filo e per segno vi cadrebbero le palle a terra e diventerei il nuovo Sartre) è che bastano pochi individui rispetto l'immensità della popolazione per dar vita a una rivoluzione. Quanti siamo adesso? 7-8 miliardi? Bastano tra i 2000 e 10000 likes per rendere popolare un commento scialbo sui social, tra i 500000 e 1 milione di followers per rendere vip un individuo qualsiasi, nella virtualità. Nella realtà con 100000 individui si scatena una rivoluzione. Forse è questo che le persone non capiscono, cioè il peso delle proprie esistenze nei confronti della società. Non si può essere dei poveri coglioni patriottici lamentosi della propria povertà in una condizione di crisi economica continua data dalla ignoranza di un popolo che crede che la propria stupida parola possa essere sentita. Gente che non ha studiato, ha studiato male, gente con i propri interessi, gente e gente e gente tutti con i loro problemi e scappatoie pur di lasciare a morire il proprio paese, nel nome della patria, senza far niente. Ecco cosa fa il tempo, ti fa capire le cause e le conseguenze che l'umanità, la disperazione porta sulle nostre teste. Dalle più illuminate alle più vuote. Il problema è capirlo nel modo giusto, perché non si avrà mai certezza del terreno sul quale stiamo camminando per colpa di quel self-made man, per colpa di quel concetto di successo con i quali abbiamo avuto uomini grandi come coriandoli dell'universo che hanno letteralmente distrutto Stati, scatenando crisi, morte, espansioni del crimine per poter sopravvivere. E voi parlate di umanità, l'umanità che tanto ringraziate per la sua apparente leggerezza e che, poi, al primo sentore di peso maledite, lamentandovi con chi il peso di una vita ce l'ha sempre e non l'ha mai voluto. Il tempo non è altro che un confusionario continuo, un'autostrada di eventi continui che intasano le vie del nostro cervello, lo rendono pazzo, lo fanno esplodere oppure passano davanti come se nulla fosse, stimolo reso indifferente di fronte al trucco e abito di una bambina per il suo compleanno sfarzoso in un programma trash, al pettegolo di paese, alla voglia costante di svagarsi pur non avendo fatto un cazzo nel corso degli anni.
L'alcol, la droga e tutta quella merda diventano la soluzione a questo grande cervello che elabora troppo e va a fuoco: un'altra dimensione, una leggerezza sentita, cuore che batte forte e il cervello vola per poi schiantarsi in picchiata dolcemente trasportando i cavalieri dell'apocalisse pronti a trasformare tutto questo in un cazzo di niente. Ma anche quella roba, messa nelle mani della massa diventa schifo universale, anzi il suo schifo esce ancora di più. Mi bevo un bicchiere.
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Pensieri
RandomFaccio scorrere chiacchiere che penso in un momento in questa raccolta che non terminerà mai.