Adrenalina

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Avvisiamo anche gli altri che si mettono in posizione, è tutto pronto, manca l'azione, hanno ristabilito le telecamere e seguiamo tutto dai monitor. Dopo neanche 20 minuti eccoli lì, un plotone di soldati che fa irruzione nella banca. Non c'è più via di fuga.

Questo non era il piano iniziale del professore, avrebbe fatto altro ma non è più possibile, ci sono un milione di incognite e la tensione in questa stanza è palpabile, così come lo sarà all'interno della banca. Vediamo le porte spalancarsi, in prima fila ci sono schierati gli ostaggi, come fossero degli scudi, nessuno non indossa la propria maschera. I soldati non si azzardano ad aprire il fuoco, come avevo previsto non possono fare vittime civili, per quanto l'umanità di Tamayo lo consentirebbe. osserviamo tutto dai monitor, è snervante sapere di non poter fare nulla, di dover soltanto aspettare.

Vediamo la seconda parte del piano andare per il verso giusto, così come la prima, ad uno ad uno cominciano a dirigersi verso l'ufficio del governatore mentre spingono i soldati verso il piano superiore. Intanto l'oro è stato colato e degli aiutanti del professore lo stanno già portando qui.
Uno, due, tre e così via cominciano ad "abbandonare il campo di battaglia", schivando colpi che potrebbero essere letali, ne manca soltanto una ormai: Raquel.
PROFESSORE: Tokyo mi senti?
chiama il professore
TOKYO: si, siamo tutti qui tranne Lisbona, abbiamo aperto l'entrata, alcuni di noi stanno già attraversando il tunnel, così facendo capiranno come uscire
mi mordicchio le pellicine per il nervoso e non stacco gli occhi neanche per un minuto dalla figura rossa che è Raquel, quando mi accorgo del peggio. Suarez la sta seguendo, si è reso conto di chi è e mi chiedo come mai non le abbia ancora sparato.
ALICIA: Raquel!
dico strappando il microfono dalle mani del professore a cui questo dettaglio è sfuggito
ALICIA: Suarez è dietro di te, mischiati tra gli altri non farti riconoscere
fa quello che le ho consigliato, ma prima di scomparire completamente dalla sua visuale una pallottola le sfiora la spalla
ALICIA: cazzo!
urlo, si mette una mano sulla zona colpita, fortunatamente indossa il giubbotto antiproiettile e non le è successo nulla ma ci mancava poco.

Non si capisce più nulla, tra fumo, rumore, spari, alcuni ostaggi stanno mostrando il loro volto per mettersi in salvo, altri non ne hanno avuto l'occasione.
PALERMO: professore, sei sicuro che ci sia un modo per uscire? sembra una cazzo di trappola per topi
chiede dalla stanza a cui porta il tunnel.
Vedo il professore agitarsi, mettersi le mani nei capelli, "è finita" penso per un istante, li abbiamo condannati, quando un lampo di genio mi illumina. Ricordo una lezione che abbiamo seguito in accademia, riguardava proprio questo, ma ho bisogno di lei per metterla in pratica
ALICIA: aspettate Lisbona, ho un piano
Raquel cerca di farsi strada tra la polizia e gli ostaggi fingendosi una di loro, nella confusione generale riesce ad entrare nell'ascensore dirigendosi verso il punto prestabilito.

Passano minuti interminabili, il professore mi guarda stranito, incuriosito dalla mia eccessiva preoccupazione nei confronti di una ex-compagna, ma la paura è troppa per concentrarsi su altro.
RAQUEL: ci sono
annuncia dopo una ventina di minuti, tiro un sospiro di sollievo e comincio a parlarle
ALICIA: ricordi quella lezione di 25 anni fa con il professore decrepito?
RAQUEL: quale delle tante?
ALICIA: ci spiegò che i chiodi su muro spesso sono la chiave di tutto, ci sono impiantati dei chiodi?
domando
RAQUEL: si, cazzo sei un genio, come hai fatto a ricordarti una cosa simile?
soffio una risata
ALICIA: a quanto pare non ti ricordi quella lezione bene quanto me
dico alludendo a ciò che è successo in bagno subito dopo la lezione
RAQUEL: non sei cambiata vedo
risponde ridendo appena e cogliendo la mia allusione
ALICIA: dovete trovare la giusta combinazione e girare i chiodi in modo tale da far scattare i meccanismo
RIO: cazzo sento degli spari, scopriranno che non ci siamo più
PROFESSORE: muovetevi
fanno come ho detto e riescono far scivolare il muro a destra scoprendo un passaggio che porta direttamente alla libertà. In quel momento però succede il peggio, sentiamo un forte rumore metallico e capiamo immediatamente che hanno rotto il passaggio. Non avevano appeso il quadro che lo nascondeva dato che all'esterno non c'era più nessuno della banda, sento le voci dei poliziotti sempre più vicine
ALICIA: correte cazzo
PALERMO: siamo fuori
esclama Palermo, proprio di fronte all'uscita c'è un negozio di cibo cinese dove li aspetta Marsiglia. Vanno verso il retro e partono con un furgone che solitamente trasporta le merci. ce l'hanno fatta.
Tiro un sospiro di sollievo e presa dall'euforia del momento abbraccio il professore, rendendomi conto solo dopo di quello che sto effettivamente facendo. Sono fatta interamente di adrenalina, adesso aspettiamo che arrivino qui e di vederla.

Passa circa un'ora dalla loro uscita e ancora nulla, il professore ed io cominciamo davvero a preoccuparci, se avessero incontrato i poliziotti? Se fossero stati presi? No no, non potrei sopportarlo, non serve essere negativa in questo momento, resta solo che aspettare. Sono seduta su una delle poltrone mentre gioco con una ciocca di capelli per lo stress quando sento la porta aprirsi, prendo la pistola e la punto in quella direzione quando vedo il viso familiare di Rio spuntare, con un sorriso a 32 denti, non sono mai stata più felice di vedere qualcuno in vita mia. Il professore è qualche passo più avanti a me e uno ad uno vanno ad abbracciarlo, non mi aspetto che facciano lo stesso anzi, ma qualcuno coglie la mia attenzione. Credo sia Palermo, viene nella mia direzione e mi stringe la mano
PALERMO: piacere, Palermo, ci hai salvato il culo lì dentro, grazie
sorrido di rimando e faccio per dire qualcosa quando la vedo entrare e correre verso il professore, gli salta addosso buttandogli le braccia al collo e lo bacia. Rivivo la stessa scena di 25 anni fa, quando la vidi intrecciare la sua mano a quella di Alberto, ma questa volta distolgo lo sguardo. Palermo continua a fissarmi, sembra che si sia accorto di qualcosa, ma probabilmente sono io che sono paranoica.

Dopo essersi staccata sposta leggermente lo sguardo che cade sulla mia figura, viene verso di me, ponendosi a solo un metro di distanza, vorrei che fosse saltata al mio di collo e che avesse baciato me, ma mi accontenterò ugualmente di questo. Avremo anche potuto non parlarci per anni, ma i nostri occhi hanno sempre fatto discorsi che neanche a parole saremmo riuscite a spiegare.
RAQUEL: grazie
sussurra flebile, come la fiamma di una candela che si sta spegnendo, un po' come "l'odio" che proviamo l'una per l'altra, che va scemando ad ogni sguardo.
Rimango così, inebetita a perdermi nei suoi occhi caldi, quando sento una fitta lancinante al basso ventre
ALICIA: porca puttana
dico cercando una sedia a cui appoggiarmi, mi guardano tutti incuriositi
RAQUEL: che c'è? che cos'hai?
chiede preoccupata
ALICIA: mi si sono rotte le acque cazzo

SPAZIO AUTRICE
ciao ragazzx, spero che vi stia piacendo, adoro tenervi sulle spine e si, pubblico sempre di notte perché ho più ispirazione HAHAH
buonanotte o buongiorno <3
E🤍

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