Passato

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Siamo a Bantayan, nelle Filippine, abbiamo pensato fosse meglio tornare nello stesso stato ma un po' più lontani da Palawan. Abbiamo volato sull'oceano e dopo 10 ore siamo arrivati qui, sono distrutta, ho partorito solo ieri e ho dormito meno di 4 ore. Rimarremo qui per un po' e dopo ci divideremo. Non so dove andrò o cosa farò ma ho deciso di vivere alla giornata, altrimenti danneggio soltanto me stessa.

Il professore ci mostra la casa e la mia stanza è al piano terra, letto matrimoniale, bagno compreso, molto bella. Lascio la borsa che portavo con me, poso mia figlia che già dorme nella culla e finalmente mi sdraio, sono le 11 di sera e non ho intenzione di dormire meno di 12 ore, ho bisogno di recuperare, come tutti del resto.

La notte passa tranquilla, mi sveglio alle 12 ed entro subito in doccia, ho proprio bisogno di un po' d'acqua fresca per schiarirmi le idee. Allatto la piccola Lana mentre ho i capelli avvolti in un asciugamano, stanotte mi ha svegliata un paio di volte ma è davvero una brava neonata, andremo d'accordo. Sento bussare alla porta, ho solo un pantaloncino e sopra sono praticamente nuda dato che tengo mia figlia al seno
RAQUEL: Alicia sono io
non aspetta una risposta ed entra in camera, cerco di coprirmi con la mano libera ma la situazione non cambia molto
RAQUEL: o mio dio scusami
chiude la porta il più velocemente possibile, paonazza dall'imbarazzo, mi affretto a vestirmi e la chiamo invitandola a tornare
RAQUEL: scusami, non era mia intenzione... non volevo... insomma...
ALICIA: tranquilla, la prossima volta aspetta che ti risponda magari
dico soffiando una risatina
ALICIA: cosa volevi dirmi?
RAQUEL: quello che è successo ieri... dimenticalo
eccola lì, la Raquel che scappa
RAQUEL: è stato un momento di debolezza, non ero lucida, ti chiedo scusa
ALICIA: non mi sembra sia successo nulla di eclatante
ed ecco qui anche l'Alicia stronza
RAQUEL: già, già
ALICIA: se non hai le palle per viverlo non è un mio problema
punto i miei occhi fissi nei suoi, che, invece, non riescono a reggere il mio sguardo giudicante
RAQUEL: certamente non devo renderne conto a te
esce dalla stanza lasciandomi nuovamente sola
RAQUEL: ah e comunque, il pranzo è pronto
termina sulla porta, annuisco e dopo essermi pettinata i capelli ancora bagnati la seguo.

ALICIA: buongiorno
mi salutano anche gli altri e cominciamo a mangiare, Raquel è seduta accanto al professore e non smette di tenergli la mano o sussurrargli smancerie, sapendo benissimo che la sto guardando. Parlano del più e del meno ma io rimango spesso in silenzio, è chiaro che la mia presenza non sia gradita e quindi non mi sforzo neanche.
Una volta terminato vado verso il soggiorno e, non appena mi siedo sul divano, Palermo mi raggiunge
PALERMO: cosa c'è tra voi due?
ALICIA: eh?
chiedo confusa e preoccupata
PALERMO: tra te e Lisbona e non rispondermi con "nulla" perché so che non è vero
ALICIA: perchè parli con me e non mi tratti come un'emarginata come tutti?
PALERMO: perché siamo uguali, sono stato io a liberare Gandia che ha ucciso Nairobi, se c'è qualcuno che non ti può giudicare qui sono io
mi risponde
PALERMO: adesso vuoi dirmi cose c'è tra voi? Fa bene parlarne
ALICIA: è complicato
PALERMO: è complicato dirle quello che provi?
sembra che mi legga nel pensiero, gli racconto la storia, ho bisogno di parlarne con qualcuno e alla fine non ho nulla da perdere
PALERMO: quindi la ami ancora?
chiede dopo avermi pazientemente ascoltata per un'ora, annuisco
PALERMO: fidati di me, che sono stato innamorato del mio migliore amico per 10 anni senza mai dire una parola. Adesso è morto e non posso fare più nulla, almeno tu, diglielo finché puoi
mi accarezza una spalla e si alza, lasciandomi pensare.

Mi giro verso la finestra, la vedo seduta sul dondolo del portico, sola, con un libro in mano e completamente immersa nella lettura. Probabilmente è il momento giusto. Vado in camera ed estraggo dallo zaino il piccolo oggetto nero che ho preso a casa mia giorni fa, non so perchè l'ho portato con me, probabilmente è un'idea stupida. Me lo giro e rigiro tra le mani, chiedendomi se sto facendo la cosa giusta. "Al diavolo", penso, incoraggiata anche dalle parole di Palermo. Mi dirigo verso Raquel e attraverso la porta finestra affacciata sul giardino, si gira lievemente verso di me, percependo la mia presenza, per poi tornare a guardare le pagine un po' consumate.
ALICIA: ciao
la saluto e lei chiude il libro per ascoltarmi
ALICIA: ascolta non ci metterò molto, quando hanno emesso il mio mandato di cattura sono tornata a casa per prendere alcune cose necessarie, ho aperto la cassetta di sicurezza nel mio armadio e ho trovato qualcosa che non mi sarei mai aspettata fosse lì
le porgo la videocassetta che prima nascondevo dietro il mio corpo e lei mi guarda sorpresa afferrandola e capendo immediatamente di cosa si tratti
ALICIA: prima che tu me lo chieda no, non l'ho mai guardata
dico accennando una risatina
ALICIA: ma l'ho tenuta da me per 25 anni e credo che ora sia il tuo turno, come se fosse un cimelio di famiglia, ho pensato che potesse farti piacere
faccio spallucce, aspettando una risposta che non arriva. Mi rassegno, convinta di aver fatto un'idiozia, infilo le mani in tasca e faccio per andarmene, quando la sua voce mi blocca
RAQUEL: dovremmo farlo insieme
mi giro nuovamente verso di lei
ALICIA: che?
RAQUEL: dovremmo guardarla insieme
alzo un sopracciglio sorridendo divertita e lei fa lo stesso. Dopo 25 anni eccoci qui, a scambiarci un sorriso, per una cosa talmente stupida ma allo stesso tempo importante
ALICIA: be chiamami quando sei pronta
le faccio l'occhiolino, poggiandomi allo stipite della porta finestra, e lei rotea gli occhi al cielo, mi era mancato stuzzicarla
RAQUEL: quindi era una "cosa necessaria" anche questa?
mi chiede con lo stesso tono alzando in aria l'oggetto e rispondendo alla mia provocazione
ALICIA: così possiamo dire, alla fine l'idea è stata mia e ho piuttosto a cuore le mie creazioni
RAQUEL: be ma l'abbiamo realizzata insieme
ALICIA: devo ricordati chi ha scopato l'altra?
le chiedo azzardando un po'
RAQUEL: ALICIA!
mi rimprovera guardandosi intorno e io scoppio a ridere
RAQUEL: entrambe se non mi sbaglio
risponde ironica facendo finta di sforzarsi per ricordare, cerco di riportare alla mente quei momenti e inevitabilmente penso anche al dopo, a come mi abbia lasciata da sola la mattina seguente dopo un mio gesto d'amore. Il sorriso che avevo sul volto scompare e lei se ne accorge immediatamente
ALICIA: penso tu ti ricorderai altrettanto bene il seguito e chi ha mentito all'altra, no?
dico a denti stretti sorridendo amara
RAQUEL: perchè devi rovinare sempre tutto?
ALICIA: io?!
le chiedo incredula
ALICIA: non credo di aver rovinato io la nostra relazione
abbassa lo sguardo colpevole, che palle, avrei potuto godermi il momento ma l'orgoglio e il dolore che mi ha fatto e mi fa provare non me lo hanno permesso. La lascio lì seduta, con la videocassetta in mano e torno dentro la casa, non avrà più nulla da me.

SPAZIO AUTRICE
ma se vi dicessi che il prossimo capitolo l'ho già scritto ed è pronto ad essere pubblicato? Facciamo doppio oggi?👀
E🤍

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