Capitolo 29 - Affronti

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Blake's pov

Passeggio tranquillamente per la Fifth Avenue con enormi borse firmate Armani e Victoria's Secret che mi pendono dalle braccia. Un sorriso di soddisfazione dipinto in volto. Fare shopping riesce a tirarmi sempre su il morale. Riesce ad allontanare tutti i pensieri che costantemente albergano la mia mente e che rischiano di farmi uscire di senno. Più di quanto io già sia.
Allungo una mano verso il cellulare che squilla e, con grande fatica, rispondo.
《Pronto?》
《Ciao bella! Come stai?》una voce femminile familiare mi saluta dall'altro capo.
Continuo a camminare, cercando di tenere il telefono in mano, reggere le borse, fermare un taxi e capire chi mi ha chiamata.
Possono benissimo chiamarmi donna multitasking .
《Chi parla?》chiedo allungando un braccio e agitandolo freneticamente, colpendomi il viso con i miei acquisti.
《Sono Jennifer!》esclama quasi con tono indignato.
《Oh. Aspetta》le dico aprendo la portiera della macchina che era riuscita a individuarmi sotto la coltre di borse firmate.
《Merda》impreco entrando con un tonfo privo di eleganza sul sedile posteriore , posando il mio di posteriore sul povero Armani《E che cazzo》
Alzo lo sguardo e incontro un'espressione incuriosita, divertita e allo stesso tempo imbarazzata (per me) del tassista.
《Tutto bene》lo rassicuro《può andare》sorrido con la ritrovata eleganza.
《Blake?》sento quella rompi coglioni alzare la voce e sbuffo riprendendo la chiamata.
《Scusa, grandi borse e taxi non vanno d'accordo. Che volevi dirmi?》mi giustifico.
《Oh non preoccuparti. Ti va di uscire a prendere un drink stasera?》propone candidamente.
Ci si può fidare del diavolo?
Aggrotto la fronte a inarco un sopracciglio.
《Ehm dove?》
《Al Tausend! È un locale davvero figo che ha appena aperto》
《Oh va bene》accetto a malincuore.
《Allora ci vediamo li questa sera per la  dieci. Non tardare quello spetta me farlo!》termina la chiamata rischiando.
《Non tardare quello spetta a me farlo》faccio il verso una volta chiuso.
《Ma per favore. Retrograda. Figo. Mia nonna è meno giurassica》dico emettendo un suono di scherno.
Mentre continuo il mio monologo di sfogo, lo sguardo finisce sul tassista che mi guarda con aria quasi spaventata.
《Che vuoi?》chiedo stranita 《e perché non stai guidando?!》sbraito agitandomi sul sedile.
《Non mi ha detto dove andare! Si è messa a fare la pazza li dietro》si giustifica.
《Oh bello! Ma che pazza! Sei te il pazzo qui! Fai il tassista e nemmeno guidi!》
《Mi dice dove andare?!》replica concitamente.
《Sulla trentaduesima!》urlo esasperata.
《E bastava dirlo  no?》dice accendendo la macchina e partendo 《e poi sono io il pazzo》sussurra pensando di non farsi sentire.
《Se avevi già fatto partire il conta chilometri ti tiro una scarpa in testa》lo minaccio infastidita.
《È molto sexy sa, anche se è  pazza》ammicca guardandomi dallo specchietto retrovisore.
《Ma per favore! Guardi la strada invece delle mie tette, che mi sembra un po' rincoglionito, se facciamo un incidente poi mi paga per nuova》sbuffo alzando gli occhi al cielo.
Ma tutti a me?

Kylie's pov

Il telefono continua a squillare mentre entrambi non facciamo segno di muoverci. Continuiamo a guardarci negli occhi con affanno, mentre il mio cuore martella contro il mio petto, risuonando in tutto il corpo.
《Dovresti rispondere》sospira James tendendo le mani contro il muro, bloccandomi la testa con le braccia.
《Non è il mio》sussurro con voce spezzata.
《Beh, a me non interessa sapere chi è》risponde avvicinando il viso al mio, sfiorandomi la bocca con le sue labbra.
《Rispondi》gli ordino appoggiando una mano sul suo petto, impedendogli di avvicinarsi ancora.
《Ho detto che devi rispondere》dico quasi supplicandolo di farlo. Ho bisogno di aria, ho bisogno che dell'ossigeno mi entri nel cervello e mi svegli.
《D'accordo . Come vuoi》si arrende sospirando e afferrando il cellulare.
《Pronto?》
James cammina per la stanza mentre io, senza farmi vedere, prendo delle grosse boccate d'aria.
Sento il mio cervello riprendere la connessione con il resto del corpo, finalmente.
《Cosa? Ma perché?!》sento James urlare arrabbiato al telefono 《No non lo fai》
Tendo le orecchie cercando di captare la voce sull'altra linea, ma è troppo distante per permettermi di sentire qualcosa.
《Ho detto di no Jennifer!》
A quel nome tutti i miei sensi, prima scomparsi, tornano perfettamente funzionanti e vigili.
《Jennifer? Jennifer?》dice guardando lo schermo del telefono 《Fanculo》
Mi giro lentamente verso di lui, guardandolo senza dire una parola.
《Era...》si blocca a metà frase senza smettere di guardarmi.
《Jennifer. L'ho capito》completo la frase al suo posto.
《Già》
《Dovresti andartene》dico indicandogli la porta 《non saresti dovuto nemmeno venire》
《A dire la verità credo fosse necessario che io lo facessi》risponde incrociando le braccia al petto.
《E perché? 》
《Perché se non fossi venuto, non avrei potuto fare quello che ho fatto》
《Cosa farmi sentire stupida e usata? Grazie sono contenta che tu l'abbia fatto. Ora vattene》sibilo attraversando il soggiorno. James scatta verso di me bloccandomi il polso e attirandomi verso di lui.
《Baciarti Kylie. Mi mancava farlo》dice guardandomi negli occhi. Sposto lo sguardo dal suo viso, impedendo a me stessa di ricadere nel suo fascino.
《Guardami》sussurra prendendo il mio viso nella sua mano e forzandola a girarsi verso di me.
《Sistemerò tutto. Ma tu stai lontana da Caleb》mi ordina con tenacia.
《Io non sto lontano da nessuno. Eccetto forse da te》dico spingedolo con le mani ad allontanarsi di me, anche se di poco.
《Non sono più affari tuoi. Vai dalla tua fidanzata》sputo fuori quella parola con tutto il disprezzo che sento.
Mi volto correndo verso la mia borsa e afferrando il cellulare.
《Chiami la polizia?》scherza James abbozzando un sorriso. Lo guardai di sottecchi, sfidandolo con gli occhi.
《Pronto Caleb?》dico a voce alta, facendo in modo di farmi sentire bene da James che, sentendo quel nome scatta in avanti verso di me, ma io prontamente mi riparo dietro il ripiano della cucina, girandoci intorno.
《A che ora ci dobbiamo vedere domani?》chiedo con finta innocenza.
《Ti passo a prendere per le otto va bene?》risponde contento.
《Perfetto a domani Caleb》lo saluto guardando fisso James negli occhi. Era davvero furente e io soddisfatta.
《Che cazzo fai?》
《Quello che mi pare》lo sfido sorridendogli.
《Tu non sai in che cazzo guaio ti stai cacciando Kylie》sibila assotigliando gli occhi a due fessure. Indietreggia quasi impaurita dalla sua reazione. Volevo farlo arrabbiare, ma non pensavo che avrebbe reagito così male.
《Dammi retta finché sei in tempo》
《Non spetta a te decidere James. Non sei nessuno per me》gli urlo contro con tutta la rabbia che ho.
Vedo l'espressione del suo viso cambiare da arrabbiata a deluso e triste. Come se qualcosa in lui si fosse incrinato.
《Non è facendo male a te stessa che me la farai pagare Kylie. Ma se questa è la tua decisione, va bene. Fai pure quello che vuoi》dice con tono neutro. Rimaniamo qualche minuto in silenzio a fissarci. Lui arrabbiato e deluso, io arrabbiata e confusa. Ma nonostante tutto, guardando la sua espressione avrei voglia di corrergli incontro e dirgli che non era vero quello che avevo detto, che per me lui era tutto. Voglio dirgli che Caleb è solo una distrazione e che voglio fargli male, esattamente tanto quanto lui ne aveva fatto a me. Ma non lo dico. Rimango a fissarlo senza dire una parola, nemmeno quando con passo pensante si avvicina al divano per riprendere il suo cappotto e dirigersi verso la porta.
《Ti facevo più furba Kylie》dice con tono pacato e freddo. Così freddo da farmi rabbrividire.
Con quel suo tono mi sentire in colpa, anche se quello che ha sbagliato è lui. Cerca di fare passare me per quella sbagliata quando in realtà è lui.
《Mi sono innamorata di uno stronzo come te. Tanto furba evidentemente non lo sono》sibilo furiosa.
James mi guarda al di sopra della sua spalla, con aria quasi afflitta, e senza dire una parola in più, esce sbattendosi la porta alle spalle.

James' pov
Mi fermo fuori casa di Kylie, immobile come una statua di marmo che dentro andava completamente in frantumi.
Non so dire cosa mi aveva ferito di più di quello che era uscito da quella bocca.
Mi sono innamorata di uno stronzo come te.
L'aveva ammesso. Era innamorata di me. E io l'avevo delusa. L'avevo distrutta,  come lei ora aveva distrutto me.
Aveva detto quelle parole con rabbia e rancore, ma dentro di me so che in fondo, quelle cose le pensa davvero.
Indosso il cappotto con gesti meccanici e scendo le  scale completamente spinto da una forza invisibile.
Non aveva creduto alle mie parole e non crede quando le dico che tengo a lei. E questo è colpa mia, non posso biasimarla.
Avrei voluto che ascoltasse i miei avvertimenti, e  avrei voluto che mi avesse preso sul serio.
Per questo sono deluso e arrabbiato perché cercando di salvarla, ho finito col ferire entrambi, spingendola ancora di più nell'abisso.
Sospiro una volta uscito dall'edificio e mi passo le mani tra i capelli.
L'avevo spinta tra le braccia di quello stronzo. E ormai è troppo tardi per salvare qualcuno che rifiuta di essere salvato.
Salgo in macchina affranto e guardo ancora una volta quell'edificio, convinto che una cosa buona per lei sono ancora in grado di farla.
Lasciarle vivere la sua vita e non rivederla mai più.

CIAOOOO!!

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Un ultima cosa...

Il capitolo 30 è  in elaborazione e non ci credo che sono arrivata al capitolo 30!
Ne ha fatta di strada questa storia e ripensando che al capitolo 17 volevo finirlo, capisco che sarebbe stato un errore.
Se questo non è avvenuto è grazie a voi, che mi avete sostenuto e continuate a farlo sempre!
Con le visualizzazioni, commenti e voti!
Mi rendete davvero felice e mi fate capire che voci ci siete, leggete e seguite la storia!
Mi piace tantissimo leggere i vostri commenti e vedere come ognuno di voi legge in maniera diversa i capitoli.
Continuate a farlo perché amo leggere i vostri commenti e mi diverto sempre!!!
Anche se sparate degli insulti a qualcuno ahahah
Percio grazie per avermi fatto arrivare al capitolo 30!!!!

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